SANTA TERESA DI GESÙ

1515 - 1582

Dottore della Chiesa

Madre Riformatrice dei Carmelitani Scalzi

Solennità, 15 ottobre

 Nascita

Teresa di Gesù (de Cepeda y Ahumada), nata in Avila (Spagna) nel 1515 e morta ad Alba de Tormes nel 1582, è universalmente riconosciuta come Maestra di dottrina e di esperienza spirituale, al punto che è stata la prima donna della storia alla quale è stato riconosciuto (da Paolo VI, nel 1970) il titolo di Dottore della Chiesa. Ella stessa ci ha lasciato il racconto della sua vita, ma l’ha narrata come storia di un “incontro d’amore” tra lei e Cristo. 

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da La Stampa - Vatican Insider

di F. Iacopo Iadarola ocd

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L’emergenza creata dal Covid-19 ha fatto affiorare la dolorosa necessità di rivedere le nostre abitudini in ogni campo dell’esistenza, comprese le nostre abitudini liturgiche. Lo scambio della pace durante la celebrazione eucaristica, ad esempio, in base agli accordi presi tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Governo Italiano, è stato sospeso; così come la possibilità di segnarsi con l’acqua benedetta all’ingresso in Chiesa e di ricevere la Comunione sulla lingua.

Riportiamo l'intervista del nostro P. Stefano Conotter ad Anne-Marie Le Bourhis[1], in occasione del 50° anniversario della proclamazione di Teresa come Dottore della Chiesa (1970 - 2020).

Formazione di catechisti greco cattolici a Blaj nel 2014 JPG

Prima di tutto vorrei chiederti come è stato il tuo incontro personale con Teresa d’Avila, come e quando ti ha toccato ?

Ho scoperto Teresa d’Avila quando sono entrata nell’Istituto Notre Dame de Vie attraverso la mediazione del Beato Marie Eugène de l’Enfant Jésus, ascoltando le sue conferenze su di lei, sulla sua spiritualità e la lettura di “Voglio vedere Dio”[2], attraverso la vita del noviziato impregnata dalla sua spiritualità, e ovviamente leggendo le opere della Santa stessa. Così Teresa ha guidato i miei primi passi nella vita spirituale.

di F. Iacopo Iadarola ocd

Non ci sono parole ed è bene che non ce ne siano troppe per commentare la supplica in mondovisione di venerdì 27 marzo, in cui il Santo Padre ha fatto pregare e commuovere milioni di anime, facendo battere come mai forse prima d’ora quello che è il cuore del suo ministero e della sua ragion d’essere: confermare la nostra fede. Il vangelo scelto per la celebrazione è stato Mc 4,35-41: Gesù che sulla barca dei discepoli terrorizzati seda la tempesta.

di F. Iacopo Iadarola ocd

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La solennità di san Giuseppe è celebrata nell'ordine del Carmelo almeno dalla seconda metà del XV secolo. Addirittura furono i carmelitani i primi a comporre nella Chiesa latina un'ufficiatura liturgica interamente dedicata al santo. Ecco una traduzione dell'introito della Messa del 19 marzo riportato nell'antico messale carmelitano: "Gioisci san Giuseppe, padre della Chiesa, tu che per doni spicchi fra tutti i padri: custode del Signore, sposo provvido della puerpera Maria, guida castissima; dall'alto dei cieli sii guida anche di noi supplici...".

di P. Ermanno Barucco ocd

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La situazione attuale dovuta al coronavirus e alle indicazioni delle autorità civili e dei vescovi per ridurre quanto più possibile la diffusione dell’infezione, impedisce a molti cristiani di partecipare alla celebrazione della messa e di ricevere frequentemente la comunione eucaristica.

di F. Iacopo Iadarola ocd

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“Stasera finalmente scopriamo una cosa: l’amore non è un mistero”

Amo Benigni: proprio di recente ho avuto modo di apprezzare le sue sagge interviste circa la bellissima trasposizione di Pinocchio di Matteo Garrone, in cui genialmente ha citato il cardinal Giacomo Biffi per ricordare che dietro i capelli della fata Turchina si nasconde il blu delle nostre madonne italiane.