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L'esperienza del pellegrinaggio nella terra dove sono nati i Carmelitani Scalzi è la conclusione degli appuntamenti offerti ai ragazzi per un percorso di promozione vocazionale, vissuto a Verona con Giuseppe Spimpolo.
Ecco di seguito le testimonianze di tre dei tanti ragazzi e ragazze che vi hanno partecipato.
 
Un pellegrinaggio è un’ottima occasione per crescere nell’amicizia non solo con alcuni santi, ma anche con amici che ti possono portare dritto in Paradiso. Ecco in poche parole cos’è successo a noi, un gruppo di circa 40 persone che sono partite per una settimana di pellegrinaggio in Spagna verso i luoghi dove hanno vissuto santa Teresa d’Avila e san Giovanni della Croce, importanti santi carmelitani. Sulle loro orme abbiamo vissuto giornate ricche di condivisioni, momenti di silenzio, chiacchierate, momenti di preghiera guidati dai Padri e risate. Abbiamo condiviso la fatica delle lunghe camminate, del caldo estivo spagnolo e del peso di testimonianze importanti, per aiutarci a vicenda a raggiungere il Cielo pronti: sappiamo che in Paradiso non ci si va da soli, ma ci si va a forza di sorrisi, parole di incoraggiamento e preghiere condivise.

Ci siamo lasciati ispirare dalle vite dei due santi, piene di allegria carmelitana e di fiducia verso Dio nel raggiungimento del grande obiettivo celeste che avevano. Leggere le loro preghiere o lettere proprio dal posto in cui le avevano pensate e scritte, ha fatto sì che tutti noi ci riuscissimo a calare proprio nella profondità delle loro parole.

Santa Teresa chiedeva incessantemente in preghiera a Dio di vincere la dualità tra vita mondana e vita spirituale: questo mi ha colpito molto, perché quando si cerca di donare tutte le azioni al Signore, spesso ci si ritrova a combattere contro le tentazioni del mondo.

San Giovanni della Croce diceva invece “Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore”: se si vive in nome dell’amore, nulla è vano. Ci portiamo a casa da questa esperienza, quindi, parole di amore verso Dio scritte dai due santi, visite a posti speciali per loro, camminate, visite ai loro sepolcri, spiegazioni delle città visitate, momenti di confronto tra di noi e anche con i Padri, Messe in posti speciali e catechesi.

Tutto questo, se solo lo si vuole, può trasformare la vita di ciascuno. Il trucco sta nel fare memoria di ogni piccola cosa vissuta, portandola direttamente nelle nostre vite, e non solo ricordarle come bei ricordi lontani.

- A. T.

 

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Dopo una settimana di pellegrinaggio in Spagna nei luoghi dove hanno vissuto i santi riformatori del Carmelo, sono tornato con un’immensa gratitudine verso Dio. Immensa. È stato un pellegrinaggio meraviglioso in cui ogni giorno potevo raccogliere nuove ricchezze.

Una delle esperienze più belle è stata l’aver camminato fino alle reliquie di Santa Teresa ad Alba de Tormes. La preghiera coniugata alla fatica, al silenzio e alla convivialità ha colmato in me un bisogno che non credevo di avere: l’essere pellegrino. Appena arrivato non sentivo la stanchezza di fronte alla Santa e più pregavo più mi commuovevo. Mi sono sentito ascoltato. 

Un’altra forte esperienza di fede l’ho vissuta a Segovia nella chiesa dove sono contenute le reliquie di San Giovanni della Croce. Lì sono stato invaso da una domanda che ha riempito il mio cuore. L’ho accolta sorridendo sapendo che avrei cercato la risposta insieme a Dio e alle Sue persone. 

Quando mi guardavo attorno mi sentivo libero. Penso che non tutte le domande leghino, anzi molte permettono di guardare oltre. Più ripenso all’esperienza e più vorrei poterla condividere con chiunque, soprattutto con coloro che sono lontani da Cristo per poter dire loro che c’è un orecchio che sa davvero ascoltare.

- A. O.

 

Dal 29 luglio al 4 agosto, con altri ragazzi legati al Carmelo veneto, sono andata in Spagna per vivere un pellegrinaggio improntato sulle figure di Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce. Siamo stati accompagnati da Padre Giuseppe e da Padre Enzo.

Ho deciso di partire per questo viaggio con il desiderio di approfondire le origini del carisma carmelitano. Da quando l’ho incontrato e ho iniziato a conoscerlo, sono attratta dalla sua profondità nel rapporto con Cristo. Avvertivo quindi la necessità di approfondire questo aspetto.

Sia Santa Teresa che San Giovanni della Croce non si sono accontentati di vivere la loro vita superficialmente perché hanno capito che la vera Felicità risiede nella relazione con il Signore. Essi sono riusciti a sperimentarla e a viverla. San Giovanni è talmente innamorato di Cristo che desidera patire con Lui per salvare l’umanità. La Fede è proprio un grande Amore. Padre Giuseppe ci ha ricordato come quando moriremo saremo misurati solamente dall’Amore.

Questa esperienza è stata molto arricchente e ha messo in me tanto desiderio di vivere la Fede come questi Santi.

- S. N.

 

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