di P. J. Castellano ocd e P. E. Boaga ocarm
La preghiera, quella personale specialmente, fatta nel segreto e nella solitudine, secondo il consiglio del Signore (Mt 6, 6), seguendo il suo esempio, è il nucleo fondamentale della spiritualità del Carmelo; è come la sua "tessera" carismatica, la sua carta di identità nella Chiesa, il centro e il cuore di una vita che, dalla preghiera, si dilata in tutta la ricchezza degli aspetti evangelici della sua esistenza e del suo apostolato. Se nella Chiesa i carismi rappresentano come forme di atteggiamenti particolari della vita del Signore (cfr. Lumen Gentium 45), per il Carmelo, la preghiera di Gesù nel monte sembra come la radice cristologica del carisma, la sua ragion d’essere nella Chiesa. Oggi tale convinzione, avallata anche dalla recente legislazione dell'Ordine e dal magistero della Chiesa, sembra affondare le sue radici nell'immagine archetipa di Elia, l'uomo della preghiera e della contemplazione, nell'ispirazione della Norma di Vita albertina (divenuta poi Regola) che propone la preghiera al centro del proposito di vita dei primi carmelitani. Ma lo è specialmente nell'esperienza della preghiera quale "amicizia con Dio", come è stata vissuta da Teresa di Gesù, proposta come dottrina e vita, insegnata come pedagogia, al punto di costituire come la chiave d'interpretazione del suo carisma nella Chiesa, in continuità con lo spirito della Regola carmelitana, dello spirito delle origini e nel provvidenziale sviluppo dell'esperienza evangelica dell'orazione nel Carmelo.
Tale convinzione è resa ancor più chiara e provvidenziale nell'attuale rilettura del carisma carmelitano nell'oggi della Chiesa e del mondo, fino alla menzione dei Santi Teresa di Gesù e di Giovanni della Croce, come testimoni della preghiera e della mistica, nella Lettera di Giovanni Paolo il Novo Millennio Ineunte n. 33 nel contesto di un rinnovato senso della necessità della preghiera per il nostro mondo, all'inizio del terzo millennio.
L'insistenza sulla radice carismatica della preghiera per il Carmelo, sotto l'aspetto della preghiera personale, non deve far dimenticare alcune cose. La prima è che la preghiera sta al cuore del Vangelo come esperienza e manifestazione dell'amore di Dio per noi in Cristo e dell'amore per Dio nella nostra risposta filiale. La preghiera personale, poi, si riveste anche di tutte le ulteriori tonalità della preghiera cristiana, sia quella liturgica sia anche quella comunitaria, devozionale, sia quella che emerge nelle sue forme più alte, come la contemplazione e l'esperienza mistica. Come nella migliore tradizione della preghiera, l'esperienza carmelitana richiama sia l'imitazione di Cristo orante, sia la necessità di unire preghiera e ascesi, esercizio della meditazione e virtù evangeliche, sia amore per il prossimo, comunione con la Chiesa e generoso servizio apostolico.
La storia del Carmelo è in fondo una lunga storia di preghiera, del rapporto familiare con Dio attraverso la preghiera, la meditazione, la contemplazione, fino ad essere una "casa di preghiera", una famiglia che nella Chiesa si distingue per una particolare dedicazione a questa dimensione della vita, e oggi, in modo speciale, anche ad un approfondimento teologico ed a un particolare compito pastorale.
Tratto da: Dizionario Carmelitano (a cura di E. Boaga Ocarm, L. Borriello Ocd) Città Nuova, Roma 2008, voce "Preghiera".