SAN GIOVANNI DELLA CROCE
1542 - 1591
Dottore della Chiesa
Padre Riformatore dei Carmelitani Scalzi
Patrono della Provincia Veneta dei Carmelitani Scalzi
Solennità, 14 dicembre
La nascita
S. Giovanni della Croce, universalmente conosciuto come “Dottore mistico”, nacque nel 1542 a Fontiveros, una cittadina della Castiglia. Già la tenera vicenda umana dei suoi genitori fu per Giovanni quasi un presagio: il papà, Gonzalo de Yepes, di nobile origine toledana, aveva sposato, contro la volontà dei suoi ricchi parenti, Caterina Alvarez, una povera tessitrice, di cui s’era innamorato.
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Celebriamo l'odierna solennità del santo padre Giovanni della Croce ricordando una sua celebre frase citata nel discorso di Benedetto XVI alla confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia e dei donatori di sangue "Fratres" (10/2/07):
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di P. Aldino Cazzago ocd
In occasione della prossima memoria liturgica di San Giovanni della Croce riproponiamo un’interessante pagina di Giovanni Paolo II sul mistico carmelitano. È tratta da Varcare la soglia della speranza, il libro intervista con Vittorio Messori del 1994. Alla domanda di stabilire un confronto tra il buddismo e il cristianesimo in fatto di rapporti tra l’uomo, il mondo e Dio, Giovanni Paolo, tra altre considerazioni, così spiega:
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di F. Iacopo Iadarola ocd
Papa Francesco, nella sua ultima enciclica uscita pochi giorni or sono, nei paragrafi conclusivi ha citato due dei nostri Dottori della Chiesa: S. Teresa di Gesù Bambino e S. Giovanni della Croce. Li troviamo entrambi nell'ultimo capitolo, il sesto, con cui l'enciclica si chiude all'insegna dell'"Educazione e spiritualità ecologica". Nel quinto paragrafo di questo capitolo, intitolato "Amore civile e politico", al n°230, il Santo Padre scrive: "L’esempio di santa Teresa di Lisieux ci invita alla pratica della piccola via dell’amore, a non perdere l’opportunità di una parola gentile, di un sorriso, di qualsiasi piccolo gesto che semini pace e amicizia. Un’ecologia integrale è fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo. Viceversa, il mondo del consumo esasperato è al tempo stesso il mondo del maltrattamento della vita in ogni sua forma".
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Per la sezione Carmelo & Cultura di questo sito pubblichiamo un interessantissimo stralcio del libro di P. Antonio Sicari, della nostra Provincia Veneta (ripreso da Il "Divino Cantico" di S. Giovanni della Croce, edizioni Jaca Book, 2011), in cui un tratto saliente del pensiero di S. Giovanni della Croce è messo in dialogo con la sensibilità della letteratura contemporanea:
di P. Antonio Maria Sicari ocd
Il tema dell’insaziabilità dell’essere umano suona molto gradita all’uomo moderno. Potremmo trovarlo nella letteratura d’ogni paese e d’ogni tempo. A solo titolo di esempio poniamo alcune espressioni meno note di tre autori europei ben conosciuti:
«Tutte le fonti della vita insieme / non avrìan mai potere di saziare / l’ardentissima sete, e sempre amare / avrò le labbra e vigile la speme / benché ognor delusa», scrive Pirandello [1].
«¡Ser, ser sempre, ser sin término, sed de ser, sed de ser mas!, ¡Hambre de Dios!, ¡sed de amor eternizante y eterno!,¡ser siempre!, ¡ser Dios!», esclama Miguel De Unamuno [2].
E P. Claudel [3] scrive a un amico: «C’è nell’uomo uno spaventoso bisogno di felicità (“un épouvantable besoin de bonheur”). È necessario che esso abbia il suo alimento, altrimenti divorerà tutto come il fuoco». Più tardi spiegherà che «questa profonda fame di felicità (“profond appetit de bonheur”) costituisce il fondo della natura umana», e ha le caratteristiche dell’universalità e dell’insaziabilità.
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di Iacopo Iadarola
E' rinomata la definizione di S. Giovanni della Croce come “il più santo dei poeti e il più poeta dei santi” del grande poeta spagnolo Antonio Machado. Per ricordare come quest'apprezzamento non sia soltanto una esagerazione poetica, ma un riconoscimento ecclesialmente proclamato, riportiamo la Lettera Apostolica promulgata da S. Giovanni Paolo II nel 1993 con cui il Nostro Padre S. Giovanni della Croce viene ufficialmente dichiarato patrono dei poeti di lingua ispanica. Il testo originale è contenuto negli Acta Apostolicae Sedis 85 (1993), pp. 552-553, soltanto in lingua latina, ma lo abbiamo tradotto in italiano appositamente per i nostri lettori:
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