di P. Ermanno Barucco ocd
Dal 1923, anno della beatificazione, la statua di “Teresa con le rose” è l’immagine simbolo della Santa di Lisieux insieme al quadretto dello stesso soggetto già diffuso qualche anno prima.
La statua, replicata in più di 300.000 esemplari già in quegli anni, è tutt’oggi presente in numerose chiese e parrocchie, e anche le stampe – secondo un dipinto eseguito nel 1911 dalla sorella di Teresina, Celina, e prodotto in svariate migliaia di copie – sono ancora appese al muro in moltissime case.
Mentre sta lavorando già dal 1919 ad altre statue di Teresa, quella seduta come maestra e quella distesa che spira d’amore, il padre Marie-Bernard progetta diversi modelli di una statua della Santa “in piedi”, a grandezza naturale, ma i modelli non piacciono alle Carmelitane di Lisieux. Lo scultore trappista decide quindi di distruggerli. Il parto dell’opera sembra difficile ma finalmente nel giugno 1921 scrive a suor Geneviève (Celina): «Teresa con le rose si è risollevata dalle ceneri. Siate certa che, ricostruita secondo i vostri gusti, non sarà più demolita». Se l’idea, come una fenice, è risorta dalle ceneri dopo essere perita nel fuoco – descrivendo anche il percorso spirituale dall’uomo vecchio all’uomo nuovo che lo scultore attraversa nelle sue fasi di creazione artistica per lasciarsi conformare dalla grazia divina alla morte e alla resurrezione di Cristo – ci vorrà ancora più di un anno di lavoro per modellare, tenendo conto di tutti i suggerimenti e i consigli delle monache, i 500 chili di argilla e farla seccare.
Dopo la lunga fatica “lo scultore di Teresa” è pieno di gioia e fiero del risultato raggiunto, tanto da scrivere a madre Agnese di Gesù (Paolina, altra sorella della Santa): «Teresa con le rose è finita, ed è bella, più bella di quanto non avrei mai osato sperare. Non è il frutto del caso, ma il risultato della preghiera e della sofferenza, un sorriso della Santa Vergine che ha benedetto la caparbietà di ricominciare sempre. Proprio in questi giorni ho osato, dopo molte esitazioni, tagliare il collo a suor Teresa per innestarle una testa più bella, più somigliante e più graziosa». Riprodotta in 300.000 esemplari, come abbiamo detto, la statua di Teresa con le rose invase il mondo: la giovane Carmelitana in piedi guarda avanti a sé mentre con la mano sinistra tiene sul petto un grande Crocifisso leggermente inclinato sulla spalla sinistra attorniato da rose una delle quali, vicina ai piedi di Gesù in croce, è tenuta dalla mano destra della Santa, forse come dono a Gesù, forse come dono di Gesù a Teresa che ne fa dono a chi la prega. Lo scultore attribuisce la riuscita dell’opera a un sorriso della Madonna, evocando la grazia ricevuta da Teresina attraverso la statua della “Vergine del sorriso” che in quegli stessi anni il nostro artista stava “replicando” in decine di copie.
Ma non mancarono le critiche alla “Teresa con le rose” perché faceva passare la spiritualità di Teresa per sdolcinata con questa “valanga” di rose (in realtà solo 7 o 8!). Le critiche appaiono esagerate tenendo conto che Teresa utilizzò a volte il simbolo della rosa sfogliata per designare l’offerta a Gesù delle “piccole cose” in modo da rendere «amore per amore», oppure che ella promise la “pioggia di rose” per indicare le grazie che avrebbe profuso dopo la sua morte. E tutto ciò, nell’intenzione dello scultore, voleva ricordare la statua di “Teresa con le rose”. È altrettanto vero però che le rose non erano il simbolo preferito da Teresa, che s’identificava piuttosto con un piccolo fiorellino bianco che aveva ricevuto immense cure da parte di Dio attraversando anche tante prove prima e dopo essere stato colto “con le radici” e trapiantato dalla terra santa della sua famiglia nel giardino del Carmelo. Non si può quindi negare che “Teresa con le rose” abbia fatto un po’ dimenticare la Teresa “piccolo fiore bianco”. Col tempo se ne accorgerà anche il padre Marie-Bernard e cercherà di porvi rimedio. Nel frattempo però, tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923, scolpisce la statua in marmo che sarà eretta su un piedistallo davanti al Carmelo di Lisieux prima della beatificazione del marzo 1923. “Teresa con le rose” accoglie i pellegrini sulla porta della sua casa: nella chiesa del monastero i fedeli troveranno poi la nuova cappella dedicata a “Teresa che spira d’amore” distesa nell’urna di vetro.
Anche sul piazzale del Santuario di S. Teresa del Bambino Gesù di Verona-Tombetta nel 1937 fu predisposto il piedistallo con la statua, ma stranamente non fu scelto questo modello di “Teresa con le rose” ma un altro simile che lo stesso scultore realizzò solo nel 1928. La variante consiste nel fatto che la Santa tiene il Crocifisso e le rose con la sola mano sinistra mentre l’altro braccio è teso poiché con la mano destra “Teresa tende una rosa”, come per farne dono a chi le sta innanzi, ai suoi devoti. Una quarantina d’anni fa, questo modello di statua sostituì anche nella Sala delle benedizioni della Basilica di Verona la statua originaria di “Teresa con le rose”, che fu posta in convento, sul pianerottolo delle scale che salendo conducono al Coro di preghiera dei frati Carmelitani Scalzi. Una copia di “Teresa con le rose” leggermente più piccola, e quindi più leggera, si trova nel corridoio del secondo piano, ed è ancora utilizzata per la processione tra le vie del quartiere nelle festività del 1° ottobre.
Per leggere gli altri articoli della serie Gli artisti di Teresina clicca qui.