di P. Ermanno Barucco ocd
Il 14 maggio si è svolto il funerale di Alfie Evans, il bambino inglese di quasi due anni, affetto da una grave malattia neurodegenerativa, la cui vicenda ha suscitato tanta commozione. Secondo i medici e i giudici, i genitori di Alfie chiedevano delle cure che si configuravano come “accanimento terapeutico”, poiché si trattava, nel quadro clinico del bambino, di “cure futili” (secondo i medici) e addirittura di una “vita inutile” (secondo i giudici). Questa aberrante dichiarazione è probabilmente frutto della traduzione dell’espressione “life support futile”, che letteralmente va resa piuttosto con “inefficace supporto vitale”. Ma a parte la questione della traduzione e delle intenzioni, ci sembra che il nodo etico della vicenda stia proprio nel comprendere il termine futility.
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