BEATA MARIA SAGRARIO DI S. LUIGI GONZAGA
(ELVIRA MORAGA CANTAREROS)
1881 - 1936
Memoria facoltativa, 16 agosto
Nacque a Lillo, in Spagna, l'8 gennaio 1881, e nel suo Paese fu la prima donna a laurearsi in farmaceutica.
Il 15 giugno 1915 entrò come monaca carmelitana scalza nel monastero dei Santi Anna e Giuseppe a Madrid. Il 24 dicembre 1916 emise i voti semplici e il 6 gennaio 1920 quelli solenni.
Fu fervente devota del mistero del Santissimo Sacramento, tanto che ricevette il nome religioso di "Sagrario", che in spagnolo significa "tabernacolo".
Dal 1927 al 1933 resse il monastero in qualità di priora, in seguito le fu affidato l'umile compito di portinaia o di rotara. Il 1° luglio 1936 venne rieletta priora della comunità, e dovette affrontare il precipitare degli eventi politici che portarono allo scoppio della Guerra Civile Spagnola e alla persecuzione anti-cattolica.
Nonostante le intimidazioni che venivano fatte alla comunità di lasciare il monastero, ella vi rimase con alcune consorelle. Il 20 luglio il monastero venne preso d'assalto dai miliziani, ed ella venne portata in una "checa", un'istallazione utilizzata dalla fazione repubblicana per detenere, torturare, giudicare e giustiziare coloro che erano sospetti simpatizzanti dello schieramento avverso. Condotta infine nella località della "Pradera de San Isidro", nei dintorni di Madrid, fu fucilata alle prime ore del 15 agosto 1936.
Nel 1997 venne riconosciuto il suo martirio, e il 10 maggio 1998 è stata beatificata a Roma da San Giovanni Paolo II.
Da Dizionario Carmelitano, Roma 2008.
Dalle «Lettere e Scritti» della beata Maria Sagrario di san Luigi Gonzaga, vergine e martire.
(Pensieri tolti dagli Scritti degli anni 1930-1936)
Seguire Cristo per il cammino dell’umiltà e della croce. Gesù regni sempre nel mio cuore. Il Signore mi chiede che sia umile, che pianga i miei peccati, che lo ami molto, che ami molto i miei fratelli, che non li mortifichi in nulla né io mi senta mortificata in nulla, che viva molto raccolta in Lui senza volontà propria, completamente abbandonata alla sua divina volontà. In questa valle di lacrime non possono mancare le pene e dobbiamo essere contente nel poter offrire qualcosa al nostro amatissimo Gesù che volle tanto soffrire per nostro amore. Il cammino della croce è il più immediato per unirsi a Dio e, quindi, è esso che dobbiamo sempre desiderare. Il Signore non permetta che io mi separi mai dalla sua volontà. Benedetto sia Dio che ci dà questi travagli per offrirglieli in suo amore! Verrà il giorno in cui ci rallegreremo per averli sopportati. Nel frattempo dobbiamo essere generose, soffrendo tutto, e se non lo possiamo fare con gioia, per lo meno lo facciamo in conformità con la divina Volontà, di chi tanto patì per nostro amore, che per quanto grandi siano le nostre sofferenze, mai saranno simili alle sue. Se vuoi essere perfetta, procura di essere innanzitutto umile nei pensieri, parole, opere e desideri, e studia bene quello che questo significa e lavora con fervore per ottenerlo. Abbi sempre presente lo sguardo sul nostro amatissimo Gesù, domandandogli nell’intimo del cuore ciò che desidera da te, e non glielo negare mai, anche se dovrai fare molta violenza all’inclinazione naturale. Benedetto sia colui che ci dona tutto per il nostro bene! Se possediamo Lui, tutto possediamo.