da Francesco Novo, artista “veneziano”.
Seconda puntata: Brescia
di p. Ermanno Barucco, ocd
Una storia familiare riscoperta…
L’anno scorso, il 29 marzo 2023, per il centenario della beatificazione di santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, è stato esposto nuovamente nella chiesa degli Scalzi a Venezia il dipinto “Ritratto in ovale” realizzato nel 1924 dal pittore veneziano Francesco Novo, che riprese il famoso Ritratto realizzato da Celina, sorella pittrice di Teresa e anche lei Carmelitana Scalza col nome di Suor Genoveffa di santa Teresa (in seguito, del Volto Santo). Le informazioni sul pittore ci erano state comunicate dalla pronipote Maria Rizzo, veneziana. Dalla pubblicazione in internet di alcuni tratti relativi a questo dipinto di Teresina e del suo autore, Francesco Novo, si è messo in moto un processo di memoria familiare molto particolare e curioso.
Il cugino della signora Rizzo, Alberto Novo, impegnato in una ricerca sul bisnonno e la sua famiglia, mi ha inviato la foto di un dipinto in possesso di alcuni nipoti, una Vergine Maria del 1926. Inoltre mi ha fatto notare che in internet (https://www.ggenio.it/foto/brescia-alla-scoperta-di-brescia-antica/s-pietro-in-uliveto/) viene segnalato un dipinto di Francesco Novo del 1924 nella chiesa dei Carmelitani Scalzi di Brescia, San Pietro in Oliveto (in Castello), sempre avente come soggetto Teresa di Gesù Bambino. Conoscendo bene la chiesa e il convento di Brescia ho risposto istintivamente che non ho mai visto quel quadro dove il sito internet lo indicava e neppure altrove.
Per di più un signore di Cavarzere, Carlo Baldi, che ha svolto una ricerca su Stefano Novo, pittore anch’egli e nipote (figlio del fratello) di Francesco, mi ha scritto per offrirmi alcune notizie sulla famiglia Novo allargata e chiedermi informazioni sul quadro indicato presente a Brescia nella pagina di Wikipedia su San Pietro in Oliveto.
Il 29 dicembre 2023 ricevo la mail di una signora di Milano, Donatella Laruffa, il cui marito Marco Pellanda è pronipote di Francesco Novo. Hanno visto la pubblicazione in internet sul quadro di Teresina a Venezia e desiderano avere uno scambio con il ramo familiare veneziano. Poiché Francesco Novo si risposò dopo essere rimasto vedovo della prima moglie, e ebbe figli da entrambe, i rami famigliari sono molto sviluppati e i rapporti si sono persi nel tempo. Anche il ramo milanese possiede dei dipinti del bisnonno e un po’ di documentazione. Tra i dipinti appare un autoritratto ispirato alla fotografia in possesso del ramo veneziano e pubblicata sul sito l’anno scorso. Ma ancora più interessante, per me, è una fotografia di un dipinto di Santa Teresa di Gesù bambino con la figura in intero, con le rose in mano e il crocifisso, inserita in un chiostro con archi e colonne, attorniata da piante di rose in fiore. Sulla fotografia c’è scritto a mano “Francesco Novo – 1924 Venezia” e lungo i lati le misure di altezza “2.25” e di larghezza “1.64”. Un quadro da altare quindi. La signora Maria Rizzo insiste che probabilmente è la foto del quadro di Brescia.
La Teresina perduta… e ritrovata
Comincio allora a fare una ricerca. In internet, Wikipedia, si parla di lavori di ristrutturazione della chiesa e del convento dei Carmelitani Scalzi di Brescia nei primi anni’20 del XX secolo, in particolare ci interessano i riferimenti al quadro di Francesco Novo del 1924 e alla successiva urna in metallo dorato con la statua di Santa Teresa di Gesù bambino distesa sul letto di morte. Si comprende che la fonte di queste notizie, peraltro indicata nelle note della pagina web, è un libro molto conosciuto tra i Carmelitani Scalzi vissuti a Brescia, la guida storico artistica scritta dal nostro confratello padre Dionisio Stipi, Invito a San Pietro in Oliveto. Storia, Tradizione, Leggenda, Arte, Folclore. Chiesa e Convento dei Padri Carmelitani Scalzi di S. Pietro in Castello – Brescia, Edizioni del Moretto, Brescia, 1985. Cercando nel libro si trova: «Il primo altare a destra, entrando, è ora dedicato a S. Teresa del Bambino Gesù, venerata dal 28 settembre 1924 in un quadro a olio del pittore veneziano Francesco Novo; e dal 1931 nel simulacro giacente in una artistica urna di metallo dorato, ambientata sull’altare, su sfondo e motivi decorativi di Vittorio Trainini, ispirati al Mantegna (maschera con il vestito del saio e del bianco manto del Carmelo)» (p. 122). Quindi è veramente possibile che prima della famosa urna con statua e sfondo decorato con archi rinascimentali e vegetazione, che abbiamo sempre visto a Brescia, ci fosse un grande quadro, una pala d’altare, con l’immagine della Santa. Almeno è quello che scrive lo Stipi.
Chiedo al priore di Brescia, padre Roberto Magni, di poter cercare in convento, in soffitta o altrove, in un posto dove quel quadro possa trovarsi non visibile. Con padre Samuele Donà comincio la ricerca, prima in soffitta, poi in una stanza chiusa dove ci sono diversi quadri… e spostandoli tutti, uno dopo l’altro, arriviamo all’ultimo in fondo. Eccolo: eureka! Appare in buono stato, con colori vivaci e molto grande, ecco il dipinto corrispondente alla fotografia dei discendenti milanesi. I pronipoti di Franceso Novo avevano ragione, il dipinto era (ed è) a Brescia, e per fortuna è stato conservato, anzi, è stato conservato molto bene.
In un’altra pagina dello Stipi troviamo ancora un passaggio interessante: «Solenni celebrazioni: […] nel 1923, per la beatificazione di Teresa di G. B.; nel 1925 per la canonizzazione della stessa Vergine carmelitana di Lisieux, con un triduo (26-27-28 giugno); […] nel 1931, per l’inaugurazione dell’urna di metallo dorato contenente la statua di S. Teresa del B. G., con una settimana di feste culminanti con la processione dalla Basilica dei SS. Faustino e Giovita a S. Pietro. Per lo zelo del priore P. Casimiro ci fu gran concorso di popolo devoto e 12.000 comunioni durante l’ottavario. […] Per un lungo periodo di anni, iniziate con il fervore popolare suscitato dalle suddette celebrazioni teresiane, rimasero vive le simpatiche consuetudini della Benedizione delle Rose e della Benedizione dei Bambini» (p. 201). Quindi anche i Carmelitani di Brescia, non solo quelli di Tombetta a Verona dove è “nato” il Santuario di Santa Teresa di Gesù Bambino, hanno avuto una storia gloriosa legata a Santa Teresina. Purtroppo il dipinto di Francesco Novo è stato probabilmente visibile nella chiesa di San Pietro in Oliveto solo per 7 anni, dal 1924 al 1931, poi spostato e messo da parte, infine finito “in deposito” (come tanti quadri nei Musei!). Ma quello che stupisce di questo dipinto è la sua originalità iconografica rispetto alle rappresentazioni della piccola Teresa di quell’epoca. Ma questa è un’altra storia, per un’altra puntata.