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di P. Giuseppe Furioni ocd
Domenica gaudete è la terza di Avvento, come recita l’antifona d’ingresso alla liturgia eucaristica: «Rallegratevi nel Signore», secondo le parole di S. Paolo ai Filippesi. La domenica della gioia, dunque, per cui anche i colori dei paramenti da viola si “stingono” in un rosaceo meno severo. E introdotto già dalla parola di Dio della seconda di Avvento, al centro del Vangelo c’è il precursore, il più grande tra i nati di donna, mentre fa capolino – con il suo Magnificat che costituisce il salmo responsoriale – la evangelicamente più piccola del regno dei cieli, la Vergine Maria.
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di P. Aldino Cazzago ocd
Quarant’anni fa, il 30 novembre 1980, prima domenica di Avvento, alla recita dell’ Angelus Giovanni Paolo II annunciò che di lì a pochi giorni sarebbe stata pubblicata l’enciclica Dives in misericordia, la seconda del suo pontificato. Scopo principale dell’enciclica era, come disse egli stesso, «di ricordare l’amore del Padre, rivelato in tutta la missione messianica di Cristo, incominciando dalla sua venuta nel mondo fino al mistero pasquale della sua croce e della risurrezione». Il 2 dicembre successivo l’enciclica venne presentata nella Sala Stampa vaticana.
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di P. Giuseppe Furioni ocd
La seconda domenica di Avvento risponde alle struggenti invocazioni del profeta Isaia: «Se tu squarciassi i cieli e scendessi…». Dio viene a consolare il suo popolo e lo fa inviando il Figlio suo, Gesù Cristo, preceduto da un araldo, Giovanni Battista che proclama un battesimo di penitenza.
«Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio». Incomincia così il testo evangelico di Mc 1,1-8.
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di P. Giuseppe Furioni ocd
Il tempo di Avvento – come la Quaresima – si caratterizza per il colore viola. Ci si può legittimamente domandare la ragione della scelta di un colore liturgico di carattere penitenziale. Se questo è comprensibile per la Quaresima, che senso avrebbe per l’Avvento, quelle quattro settimane in cui ci si appresta ad attendere la venuta del Salvatore? Non dovrebbe essere il senso dell’attesa e della speranza, e dunque un colore che evidenzia piuttosto un sentimento di letizia, di gaudio (come appunto ci richiamano i misteri del Rosario)?
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Questi esercizi spirituali sono stati scritti da fra Olivier Rousseau, ocd (del Convento di Avon presso Parigi) insieme ad un gruppo di lavoro carmelitano e si basano sulla vita esemplare, sugli scritti e sui pensieri di Barbe Avrillot in Acarie (in religione suor Maria dell’Incarnazione, carmelitana scalza), la «Bella Acarie». L’invio in lingua italiana è organizzato dai carmelitani austriaci in collaborazione con le Edizioni OCD di Roma e col nostro P. Giacomo Gubert.
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Questi esercizi spirituali sono stati scritti da Fra Marc Fortin, ocd (del convento di Lisieux) e Virginie Brault, della Fraternità “Maria, madre del Buon Pastore”. L’invio in lingua italiana è organizzato dal P. Definitore Roberto Pirastu in collaborazione con le Edizioni OCD di Roma e col nostro P. Giacomo Gubert.
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Questa la seconda lettura della liturgia della Messa di domenica scorsa 15 novembre: "Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: "C'è pace e sicurezza!", allora d'improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro" (1Ts 5,1-4). Lettura che certo è risuonata in una maniera del tutto singolare per i nostri confratelli in Roma.
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di P. Rosario Bologna ocd
Nell’ambito del percorso di Scuola di Cristianesimo che gli studenti del Movimento Ecclesiale Carmelitano stanno affrontando - che ha come titolo “Dimmi che vuoi da me, Signore?” e come tema la riscoperta della preghiera, dell’Eucarestia e della Confessione come luoghi in cui comprendere il Disegno di Dio sull’uomo-, abbiamo invitato per un confronto online il presidente del Mec Gabriele Tomasoni, primario del reparto di anestesia e rianimazione del Civile di Brescia, e Renato Turrini, gastroenterologo presso l’ospedale di Iseo, divenuto centro COVID.
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di P. Aldino Cazzago ocd
Il 22 ottobre 1978 con la celebrazione eucaristica sul sagrato della Basilica di San Pietro Giovanni Paolo II iniziava ufficialmente il suo ministero petrino. Da pochi giorni, il 16 ottobre per l’esattezza, i cardinali lo avevano scelto come successore di Giovanni Paolo I. Durante l’omelia egli pronunciò una delle frasi che riletta ora deve essere valutata come uno dei capisaldi di tutto il suo lungo pontificato. Con voce potente e squillante lesse, scandendole bene, le seguenti parole: «Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! […]. Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!».
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