di F. Alessandro Futia ocd
«Appena preso l’abito Dio mi fece subito intendere quanto favorisca coloro che lottano contro se stessi per servirlo… E subito mi diede una tal gioia di aver abbracciato la vita religiosa, che ancor oggi mi dura; e trasformò la mia aridità spirituale in tenerezza intensa. Ho fatto più volte esperienza, infatti, che se all’inizio ci si sforza a prendere la decisione di fare una cosa, Sua divina Maestà, poi, suol ripagare anche in questa vita con favori che può intendere solo chi li prova.» Vita 4,1.
Questa mattina, nella solennità della nostra Santa Madre Teresa di Gesù, i due postulanti della Provincia Veneta, Gabriele Pace e don Matteo Veronese, hanno cominciato il loro noviziato con il semplice e significativo Rito della Vestizione.
A mezzogiorno la comunità dei frati di Trento, insieme al Provinciale padre Fabio Silvestri, si è riunita in preghiera nella celebrazione dell’Ora Sesta durante la quale i due novizi, visibilmente gioiosi, hanno chiesto di «fare esperienza della vostra vita comunitaria nel desiderio di seguire perfettamente Cristo». Durante un tempo non inferiore a dodici mesi i novizi vengono accompagnati, con la guida sapiente e sperimentata di un padre maestro, all’esperienza carismatica del Carmelo teresiano. Come sa bene chi conosce santa Teresa di Gesù l’esperienza è qualcosa di fondamentale nella sua vita e nella spiritualità del Carmelo teresiano. Solo nel libro della Vita questo termine ricorre 95 volte. Teresa non tratta né suggerisce alcunché di cui non ha provato lei per prima la validità e la praticabilità. In questo periodo i novizi si lasceranno guidare dallo Spirito Santo alla forma di vita dei frati scalzi della B. V. Maria del Monte Carmelo secondo la dottrina di Teresa di Gesù.
Il Provinciale ha sottolineato come la vestizione avvenuta in questa data sia un dono di cui rendere grazie a Dio, dono che permette a fra Gabriele della Trinità e a fra Matteo del Volto Santo di entrare nell’esperienza spirituale di santa Teresa, cioè all’interno del suo cuore, un cuore che ha lottato e che ha sofferto per ricevere pienamente il dono della grazia che Dio le aveva preparato.
Padre Fabio ha ricordato loro che questo tempo è tempo di intimità con Dio e di docilità alla sua opera. E infine anche un tempo di generosità, di dono, di consegna, di attenzione agli altri e di restituzione ai fratelli dei doni ricevuti fin qui da Dio che li ha chiamati e li conosce meglio di chiunque.
Accompagniamoli dunque con la nostra preghiera perché questo sia un cammino fecondo di grazie e di rinnovamento nello Spirito Santo.
«Persuadiamoci, figliole mie, che la vera perfezione consiste nell’amore di Dio e del prossimo. Quanto più esattamente osserveremo questi due precetti; tanto più saremo perfette: le nostre Regole e Costituzioni non sono infine che il mezzo per meglio osservarli.» Castello interiore 1. 2,17
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