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3. Un tempo profetico
di P. Stefano Conotter ocd
L’Institutio Primorum Monachorum, ritenuto fra i più antichi testi della tradizione carmelitana, presenta la forma della vita monastica rifacendosi direttamente al suo modello, il profeta Elia. Prima di sviluppare il suo commento mistico ai primi versetti del cap. 17 del secondo libro dei Re, il testo si premura di collocare cronologicamente la vita del profeta, nel contesto del regno di Achab, in rapporto con la venuta del Signore: «usque ad Christi adventus in carne» e conclude sottolineando: «coepit Achab regnare ante incarnationem Domini Iesu».
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«Alcune volte, anzi quasi sempre... mi sentivo sollevata dopo aver fatto la comunione; talvolta anche con il solo avvicinarmi al Santissimo Sacramento, mi sentivo subito così bene nell’anima e nel corpo da esserne meravigliata» (Vita 30,14).
Teresa ci insegna come far crescere la nostra fede in Gesù presente nell’Eucarestia. Le sue grazie mistiche non si sostituiscono alla fede; questa ne è il perenne fondamento. Teresa apre il suo cuore con una squisita confidenza eucaristica
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I. Il castello e la persona
Il “Castello interiore” è molto di più di un libro. Parla di chi è Dio e della dignità dell’uomo; parla della chiamata di ogni uomo alla piena comunione con la Trinità nella stanza centrale del castello.
«Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo, nel quale vi siano molte mansioni, come molte ve ne sono in cielo.
Del resto, sorelle, se ci pensiamo bene, che cos’è l’anima del giusto se non un paradiso, dove il Signore dice di prendere le sue delizie? E allora come sarà la stanza in cui si diletta un Re così potente, così saggio, così puro, così pieno di ricchezze? No, non vi è nulla che possa paragonarsi alla grande bellezza di un’anima e alla sua immensa capacità! Il nostro intelletto, per acuto che sia, non arriverà mai a comprenderla, come non potrà mai comprendere Dio, alla cui immagine e somiglianza noi siamo stati creati.
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Teresa cerca sceglie gli episodi dove Gesù è solo per offrirgli la sua compagnia con la certezza di essere gradita. Per lei ri-presentare significa richiamarsi le verità della fede sulla presenza del Signore, sul suo amore.
«Questo era il mio metodo di orazione. Non potendo discorrere con l’intelletto, procuravo di ri-presentarmi Gesù Cristo nel mio interno, specialmente in quei tratti della sua vita in cui lo vedevo più solo. Mi sembrava che, essendo solo ed afflitto, mi avrebbe accolta più facilmente, come persona bisognosa d’aiuto.
Mi trovavo molto bene con l’orazione dell’orto dove gli tenevo compagnia. Pensavo al sudore e all’afflizione che vi aveva sofferto, e desideravo di asciugargli quel sudore così penoso. Ma ripensando ai miei gravi peccati, ricordo che non ne avevo il coraggio. Me ne stavo con lui fino a quando i miei pensieri lo permettevano, perché mi disturbavano assai.
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2. La crescita del desiderio dell’unione con Dio
di P. Ermanno Barucco ocd
Le due grandi tappe dell’Avvento…
Il tempo dell’Avvento non è solo segnato dalle figure tematiche delle quattro domeniche che lo scandiscono (il ritorno del Figlio dell’uomo, la figura di Giovanni Battista e poi quelle di Maria Vergine e di Giuseppe), ma anche dal ritmo in due grandi tappe: la prima che va dalla prima domenica di Avvento fino al 15 dicembre e la seconda caratterizzata da un desiderio più ardente nell’attesa della venuta del Signore con la Novena di preparazione al Natale (dal 16 al 24 dicembre). La prima tappa mette l’accento sulla seconda venuta di Cristo nella gloria alla fine dei tempi, la seconda tappa ci fa attendere il ritorno del Signore rivivendo la sua prima venuta nella nostra carne mortale.
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