di P. Antonio Maria Sicari ocd

Knocking-at-the-DoorSono qui descritti, in maniera appena accennata – si tratta, appunto, di tracce – i passi di un cammino d’amore che vogliamo intraprendere. Sono le premesse necessarie per poter contemplare il Volto e pronunciare il Nome di Colui che ci è “assolutamente necessario”: Gesù Cristo. Siamo d’accordo con Madeleine Delbrêl, una grande Mistica dei nostri tempi, che scriveva ai suoi amici:

«È inaudito sapere Dio così vicino a noi, è stupefacente saper il suo Amore talmente possibile in noi e su di noi, e non aprirgli questa porta unica e semplice del nostro cuore».

Una strada da percorrere assieme

Uno dei compiti più belli che la vita ci affida è quello di custodirci reciprocamente. Lo sappiamo già, anche solo pensando alla maniera “sacra” con cui siamo stati plasmati: dal di dentro di una persona umana (che per noi resterà sempre “unica”: la nostra mamma) e dal di dentro di una famiglia che ci protegge nel tempo della crescita. Ma dovremmo anche saperlo da tutti gli incontri buoni e fecondi che facciamo nella vita (con gli altri familiari, con insegnanti e educatori, con gli amici). È un fenomeno umano universale che potremmo chiamare “generosità” perché la parola stessa evoca alla nostra mente tutte le persone buone, incontrando le quali ci sentiamo “ri-generati”.

Elisabeth de la Trinité Carmélite

di Maria del Puerto Alonso ocd

Elisabetta della Trinità, nonostante la sua giovane età, rivela nella sua vita una evoluzione molto chiara rispetto alla mosericordia di Dio. Non dimentichiamoci che nacque in una Francia giansenista, dove il timore di Dio sconvolge i fedeli, riempiendoli di turbamento, scrupoli e abbattimenti. 

Un paio di anni prima di entrare al Carmelo la giovane francese assiste a delle catechesi e prende nota sul suo diario dei sermoni ascoltati.

a cura delle Carmelitane Scalze di Cividino

Tappezzeria Avignon XVIIsec r

Tutti coloro che visitano un monastero carmelitano portano con sé la certezza di avere incontrato una famiglia religiosa "contenta", che sa trasmettere una gioia non di circostanza o epidermica, ma talmente reale da contagiare anche gli altri. In effetti, la gioia al Carmelo non è tanto un sentimento, che può accompagnare certi momenti belli della vita e poi passare, quando vengono meno le condizioni per assicurarlo.

a cura delle Carmelitane Scalze di Cividino

Vinea Carmeli-Galle

La ricreazione, che potrebbe solo sembrare un momento di svago e di sosta dalla fatica quotidiana, è in realtà una miniera da cui estrarre ricchezze incalcolabili per il proprio cammino personale e per quello comunitario. Che essa sia parte viva e integrante della nostra vita di preghiera, lo si può intuire anche solo dal fatto che sono prescritte due ore di ricreazione al giorno, come due sono le ore di orazione. "Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede" (1Gv 4,20): per questo la ricreazione (e tutta la vita comunitaria in generale) diventa prova del reale rapporto d'amore con il Signore che ogni sorella vive nel segreto della propria anima.

di P. Claudio Grassi ocd

Meditazione carmelitana sulla III Domenica d'Avvento dell'anno C (Sof 3,14-18; Is 12; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18)

San-Giovanni-Battista-Leonardo-da-Vinci-1508-1513 r

La gioia di Dio

I soldati, i pubblicani, le folle intere si rivolgevano a Giovanni il Battista, venivano a lui perché sapeva leggere il loro cuore, sapeva far emergere il loro bisogno più profondo e accendere un desiderio, un’inquietudine buona; e dopo averlo ascoltato chiedevano una sola cosa: “Che cosa dobbiamo fare?” o, detto in altri termini “Aiutaci a cambiare!” La domanda di cambiamento infatti, quello vero, oggi come allora, emerge sempre dall’intuizione di una speranza che si accende, una gioia preannunciata e in qualche modo già pregustata. È la Domenica Gaudete, domenica della gioia in Dio.