L’11 giugno, infatti, il giorno dell’ordinazione sacerdotale di fra Francesco nel duomo di Brescia, è stato anche il giorno in cui Teresa di Lisieux pronunciò il suo Atto di offerta come vittima di olocausto all’Amore misericordioso del buon Dio, trascinando nel suo entusiasmo a farlo anche la sorella Celina (come questa scrive in Consigli e ricordi); quasi potremmo dire che ha continuato a trascinare tutti i fedeli presenti in questi giorni di grazie. Ricordiamo questo non come vezzo devozionale, ma perché forse non si potrebbe reperire nulla di più appropriato della dolcezza e della forza di questa preghiera capitale di Teresina (cf. Storia di un’anima, Ms A 83v°-84v°) per commentare spiritualmente il sacramento dell’ordine ricevuto da Francesco: il sacramento con cui si viene assunti in Cristo “vittima pura offerta al Padre” (rito dell’elezione, accompagnato dal P. Provinciale Fabio Silvestri), offrendo, come ha ricordato il vescovo ordinante mons. Pierantonio Tremolada nell’omelia, la propria vita “in sacrificio d’amore” come Gesù; e, secondo le parole del prefazio dell’ordinazione, “donando la vita per Lui e per la salvezza dei fratelli”.
Il 12 giugno, ancora, P. Francesco ha celebrato la sua prima messa nella sua comunità di origine di santa Teresa di Gesù Bambino a Tombetta, provvidenzialmente nella solennità della Santissima Trinità, che è stata precisamente la solennità in cui Teresina aveva composto il suddetto Atto di offerta all’Amore misericordioso (9 giugno 1895), le cui parole sono ben scandite dall’offerta al Padre per il Figlio nello Spirito Santo. Molto opportunamente quindi P. Gianni Bracchi, scelto da fra Francesco come predicatore in quanto suo maestro formatore, ha ricordato nell’omelia della prima Messa l’importanza del messaggio di Teresina per un giovane padre, sul cui cuore sacerdotale deve campeggiare la magistrale definizione dell’amore data da Teresina: “Proprio dell’Amore è di abbassarsi” (Storia di un’anima, Ms A 2v°): un sacerdote non viene istituito come intermediario per avvicinarsi a un Dio lontano, ma è invece quasi incarnazione, umanamente documentata, della prossimità di Dio per il popolo da Lui amato, per i figli degli uomini tra cui la Sapienza divina pone le sue delizie (Pr 8,31: prima lettura della messa) godendo e amando tanto più quanto più deve scendere per raggiungere la sua creatura, perché è esattamente in questa discesa che si squaderna chi Dio sia. A imitazione del Suo cuore, quindi, per intercessione di Teresina, l’augurio per padre Francesco di essere un sacerdote che sappia chinarsi sull’umanità sofferente, per soffrire insieme, per compatire nella propria carne, sì, ma non per dolorismo: tutto ciò per transustanziare con Cristo quel dolore degli uomini in parto, in vita, in gioia, in Pasqua.
E di questa gioia, senza che rimanesse una mèta ideale, si è potuto da subito pregustare un assaggio nella ricca cena allestita nel cortile del santuario (grazie alle premure del priore P. Damiano La Manna e di tutti i padri di Tombetta!), gremita di fedeli, di sacerdoti, di confratelli, dei giovani del Grest e dei numerosi amici di P. Francesco dell’Eucaristia, tutti accomunati dal poter testimoniare quanto il suo nome religioso corrisponda alla sua persona umana, ora più che mai, e d’ora innanzi sempre di più. E Teresina sicuramente anche ha partecipato dal cielo, sorridendo per questo suo sogno fatto realtà con l’ordinazione di Francesco: “Sento in me la vocazione del Sacerdote: con quanto amore, o Gesù, ti porterei tra le mani quando, alla mia voce, discenderesti dal Cielo... Con quanto amore ti darei alle anime!...” (Storia di un’anima, Ms B 2v°).
P.S. La festa continua con la prima Messa di Francesco a Brescia in san Pietro in Castello domenica 19 giugno alle 18!
Foto dell'ordinazione a Brescia
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Foto della prima Messa a Verona
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