Carmelo “S. Teresa di G. B.” - Vicenza
1949 -25 maggio- 2024
“Ciò che abbiamo udito e conosciuto e
i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto,
racconteremo alla generazione futura
le meraviglie che il Signore ha compiuto per noi ” (Sal 77)
Sì, vogliamo iniziare così! Ricordando. Perché ricordare significa lodare; perché ricordare significa ad ogni istante riconoscere che l’opera, che si è dispiegata lungo 75 anni, è unicamente opera di Dio, non nostra!
Ricordare è far rinascere, far rivivere il passato, con la freschezza delle esperienze vissute e la speranza di ciò che sta di fronte. Certo, ricordare è anche nostalgia e profumo ci ciò che non è più. Eppure nulla, in realtà, è venuto meno: ogni volto, ogni fatica, ogni sorriso, è ancora qui, inciso nei nostri cuori, su queste pietre, restaurate quasi ad una ad una, con impegno e passione: meglio ancora, solo per amore del Signore.
Sono partite in 11, quel 25 maggio 1949, dal Carmelo di Verona: 11 monache, due ancora con il velo bianco, scelte dal Provinciale di allora, P. Angelo Meneghini, così, da un giorno all’altro. E nessuna di loro ha detto no, pur sapendo che avrebbero lasciato le Sorelle e quel luogo tento caro, senza poterlo più rivedere. Non importava tanto dove sarebbero andate, importava cosa erano chiamate a fare: “porre un nuovo tabernacolo”, fondare un nuovo “luogo di delizie per il Signore, dove sarebbe stato amato ed onorato”, costituire una nuova “cittadella fortificata”, da dove pregare per dare forza e coraggio ai sacerdoti, ai teologi, a chi “combatteva in prima linea”. Per questa S. Teresa di Gesù ha voluto le sue monache e i suoi Monasteri: “il mondo è in fiamme”, scriveva.
E davvero lo era: appena finita la Guerra forse le bombe non sibilavano più, ma c’erano la miseria, la rabbia, i lutti e le ferite ancora aperte. Sì, un luogo di preghiera era più che mai necessario. E ben ne era convinto il cav. Siro Braghetta, agiato proprietario di un’autorimessa a Mantova, Terziario Carmelitano che, ad un incontro, origliando i discorsi dei Padri che parlavano di un progetto di fondazione a Vicenza, capì che era venuto il momento anche per lui di dire un sì! Aveva tanto desiderato offrire una buona cifra per costruire una Chiesa… ma molto meglio era avere una chiesa con già dentro chi avrebbe pregato… e senza interruzione. E perché non dare tutto a questo scopo? Il Cavaliere si propose di sostenere qualsiasi spesa, non appena individuato il luogo e completato il progetto. Solo la fiducia in Dio può fare miracoli!
Quando quel primo pomeriggio di maggio le monache entrano a Villa Clementi, quasi completamente distrutta dai bombardamenti del 1944, non trovano che cenere e macerie: le care Figlie della Chiesa le avevano precedute per preparare con tutto il decoro che si poteva ottenere le piccole stanze, ricavate per dormire e pregare. C’era il necessario: c’era tutto. C’era il Signore fra loro.
E di lì, di giorno in giorno, di ora in ora, i passi per i corridoi, la preghiera e il lavoro, il silenzio e la letizia fraterna, il dolore e la malattia, il donare e l’ascoltare chi bussava. In un Monastero molti pensano che il tempo non passa mai. In realtà tutto ha uno svolgersi così veloce, così intenso, perché non è quel che si fa che dà il ritmo, ma lo stare: è il fermare il cuore ogni istante davanti ad uno sguardo di tenerezza e di amore, che parla e guida e ascolta; un volto di Figlio di Uomo, che si affianca e cammina con noi, infiammando il cuore e aprendo gli occhi al Mistero, che si incarna ogni momento.
Da dentro e dall’Alto viene la libertà, dice S. Teresa Benedetta della Croce: dall’Alto e dagli altri viene la vita. E per gli altri è la nostra vita: come? Stando davanti a Dio per tutti. E se questo vuol dire rimanere per sempre alle falde di Monte Berico o sorvolare l’Oceano indiano per aiutare un Monastero in difficoltà in uno dei Paesi più poveri del mondo, il Madagascar, sempre fisso nello stesso Sguardo sono i nostri occhi, come quelli di sr. Teresa Margherita e ancor oggi quelli di sr. Paola, qui ora fra noi.
Poiché sono davanti agli occhi del Signore le vie dell’uomo,
egli bada a tutti i suoi sentieri. (Proverbi 5, 21)
Ecco, questo il Signore ha fatto per noi.