di P. Ermanno Barucco ocd
Le opere artistiche in terracotta che illustriamo sono state realizzate dal carmelitano scalzo padre Tarcisio Favaro (nato in provincia di Venezia nel 1949) che dal 2014 al 2017 è stato priore della comunità dei padri Carmelitani Scalzi della Basilica di Santa Teresa di Gesù Bambino a Verona. Il mistero dell’Annunciazione dell’angelo Gabriele a Maria domina la scena, insieme ad altre annunciazioni dell’Antico e del Nuovo Testamento, e queste formelle di terracotta sono state inglobate nella “Cappella del Volto Santo” presso la Basilica.
Occorre ricordare che molte delle prime chiese edificate in Europa tra il XIII e il XVI secolo dagli eremiti carmelitani in fuga dalla Terra santa riconquistata dai Musulmani, erano dedicate precisamente all’Annunciazione, o a Maria Annunciata, probabilmente perché il Monte Carmelo è vicino a Nazareth e i “fratelli della Beata Vergine Maria”, nome ufficiale di quell’Ordine da poco costituito, contemplavano questo mistero nella loro chiesetta originaria dedicata a santa Maria. I “fratelli di Maria” amano contemplarlo ancor oggi e offrirlo alla meditazione dei fedeli anche attraverso delle opere artistiche.
Storie dell’Antico Testamento che prefigurano l’annuncio dell’angelo a Maria Vergine
Storie di coppie sterili alle quali Dio concede di avere un figlio e lo comunica attraverso l’annuncio di angeli.
Abramo e Sara: annuncio della nascita di Isacco
Descrizione della scena (cf. Gen 18,1-15): Abramo e Sara incontrano i tre angeli alla quercia di Mamre. Abramo offre loro da mangiare, Sara sta all’ingresso della tenda-casa e dopo l’annuncio degli angeli ride incredula che loro due vecchi possano avere un figlio, che si chiamerà appunto Isacco, che significa in ebraico “Dio ha sorriso, si è mostrato favorevole”
L’annuncio degli angeli ad Abramo (Gen 18,10.14): «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Reagendo all’incredulità di Sara l’angelo ribatte: «C’è forse qualcosa d’impossibile per il Signore?»
Manoach e sua moglie: annuncio della nascita di Sansone
Descrizione della scena (cf. Gdc 13,1-24): Prima solo a sua moglie e poi a Manoach insieme a lei, un angelo del Signore annuncia che avranno un figlio, che sarà Nazireo, votato al Signore. Quando gli offrono da mangiare l’angelo chiede invece un olocausto: «Manoach e la moglie stavano guardando: mentre la fiamma saliva dall’altare al cielo, l’angelo del Signore salì con la fiamma dell’altare» (Gdc 13,19-20).
L’annuncio dell’angelo alla donna (Gdc 13,3): «Ecco tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio».
Storie del Nuovo Testamento che preparano l’annuncio dell’angelo a Maria Vergine
L’angelo Gabriele annuncia a Zaccaria che sua moglie sterile avrà un figlio e un angelo annuncia a Giuseppe che la sua promessa sposa vergine avrà un figlio.
L’annuncio dell’angelo a Zaccaria sulla nascita di Giovanni il Battista
Descrizione della scena (cf. Lc 1,5-25): Zaccaria e sua moglie Elisabetta sono una coppia sterile e avanti negli anni, come Abramo e Sara, come Manoach e sua moglie. Zaccaria si trova nel tempio del Signore a Gerusalemme e offre l’incenso, mentre fuori tutta l’assemblea del popolo, qui raffigurata con donne con in braccio bambini, sta pregando. In quel momento a Zaccaria appare un angelo del Signore, raffigurato nella terracotta mentre sembra scendere in picchiata dal cielo: «Quando Zaccaria lo vide si turbò e fu preso da timore» (Lc 1,12).
L’annuncio dell’angelo a Zaccaria (Lc 1,13): «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni». Come Sansone questo bambino sarà un Nazireo, ma l’incredulità di Zaccaria, come di Sara che rise, provoca la reazione dell’angelo Gabriele e Zaccaria diventa muto: è infatti raffigurato con la mano destra che si copre la bocca. L’angelo indica con la mano sinistra le due donne con in braccio i loro bambini: profezia della nascita di Giovanni da Elisabetta e di Gesù da Maria.
L’annuncio dell’angelo a Giuseppe sulla nascita di Gesù
Descrizione della scena (cf. Mt 1,18-25): Giuseppe è promesso sposo di Maria, che prima di andare a vivere insieme si scopre incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe vorrebbe ripudiarla segretamente quando, mentre sta dormendo, gli appare in sogno un angelo del Signore. Come nel caso di Zaccaria anche in questa terracotta l’angelo scende in picchiata dal cielo, per sussurrare all’orecchio di Giuseppe dormiente alcune parole.
L’annuncio dell’angelo a Giuseppe (Mt 1,20): «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Ecco il compimento delle antiche profezie sul messia figlio di Davide che doveva venire nascendo da una giovane vergine (cf. Is 7,14).
Il compimento “nuovo” delle promesse antiche: L’annuncio dell’angelo a Maria Vergine
L’angelo Gabriele annuncia alla vergine Maria che diventerà la madre del Figlio di Dio
Descrizione della scena (cf. Lc 1,26-38): Come nelle due precedenti terrecotte con Zaccaria e Giuseppe, anche qui l’angelo che porta l’annuncio a Maria scende in picchiata dal cielo, tenendo con la mano destra il classico giglio delle Annunciazioni. L’angelo Gabriele con la mano sinistra tesa verso l’alto sta indicando, in una formella di terracotta staccata, la mano del Padre che dona lo Spirito Santo per realizzare l’incarnazione di suo Figlio nel grembo di Maria, la quale, rappresentata in una terza formella di terracotta, è inginocchiata e con la mano sinistra si tocca proprio il ventre mentre con la destra alzata manifesta il suo stupore per un tale annuncio da parte dell’angelo e dice il suo “sì” al disegno divino su di sè.
L’annuncio dell’angelo a Maria: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre…» (Lc 1,30-32). E davanti alla domanda piena di fede e di affidamento di Maria in che modo accadrà ciò benché ella non abbia avuto rapporti sessuali con nessun uomo, l’angelo prosegue: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,35). L’angelo ricorda poi che se Elisabetta ha concepito un figlio sebbene sterile e anziana, anche una vergine può farlo, anzi Dio può farlo: «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37), dice l’angelo allo stesso modo in cui aveva risposto a Sara incredula. Maria dà il suo assenso di fede: «Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
La promessa di un altro compimento: L’annuncio dell’angelo a Maria Vergine si compie nella croce del Figlio
L’angelo Gabriele annuncia che sarà chiamato figlio di Dio… sulla Croce
Descrizione della scena (cf. Lc 1,26-38): la scena dell’annuncio dell’angelo a Maria è sostanzialmente la stessa delle tre formelle precedentemente descritte ma ora riunite in una sola formella di terracotta. Vi è però aggiunta sullo sfondo, dietro la scena dell’Annunciazione, una grande croce con al centro delle braccia il Volto Santo di Gesù: un’iconografia quest’ultima prodotta dalla visione spirituale di santa Teresa di Gesù bambino del Volto Santo di cui ci sono diversi esempi nel suo Santuario di Verona.
L’annuncio dell’angelo: Tutte le annunciazioni dell’Antico Testamento o quelle del Nuovo Testamento che hanno, rispettivamente, prefigurato o preparato l’annuncio dell’angelo a Maria, avevano al centro l’annuncio del concepimento e della nascita di un “figlio”, donato da Dio a una coppia di sposi che non poteva da sé concepirlo. Solo nell’Annunciazione a Maria l’angelo parla del «Figlio dell’Altissimo», del «Figlio di Dio». Sappiamo ciò che queste espressioni significano dal contesto dei vangeli, dove viene rivelato come il Padre abbia inviato il suo Figlio nel mondo, nato da donna.
La profezia dell’angelo: Le parole dell’angelo richiamano un testo del Libro della Sapienza (Sap 1,16—2,24) che descrive gli empi perseguitare il giusto perché essi sentono che egli, con la sua vita, il suo comportamento e le sue parole, “rimprovera” loro la condotta malvagia: «Tendiamo insidie al giusto… Proclama di possedere la conoscenza di Dio e chiama se stesso Figlio del Signore… ci è insopportabile solo a vederlo… Proclama beata la sorte finale dei giusti e si vanta di avere Dio per padre. Vediamo se le sue opere sono vere, consideriamo ciò che accadrà alla fine. Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. Condanniamolo ad una morte infamante, perché secondo la sua parola, il soccorso gli verrà» (Sap 2,12-20). Quanti schernisco e insultano Gesù durante il processo e morente sulla croce, la morte più infame sia per i Giudei che per i Romani, si rifanno, oltre che al Salmo 22,9, anche a questo testo della Sapienza (cf. Mt 26,63-64; 27,38-43; Lc 22,70), il quale si compie nella sua profezia quando il centurione, vedendo Gesù crocifisso gridare al Padre la sua angoscia e insieme la sua fiducia in lui, dice: «Davvero costui era il Figlio di Dio!» (Mt 27,54; Mc 15,38).
Ecco allora il messaggio sintetico di questa formella di terracotta, che si trova all’ingresso della “Cappella del Volto Santo”, in una piccola edicola di pietra: guardando al grembo di Maria nell’Annunciazione o stando davanti a Gesù sulla croce, risuona in noi la stessa fede: «colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,35).
Post scriptum
Le formelle di terracotta sono state poi realizzate in bronzo per il Santuario della Madonna del Carmelo a Ciofliceni in Romania, dove padre Tarcisio ha vissuto e vive da parecchi anni, prima e dopo la presenza a Verona. Un libro racconta diverse sue opere in questo Santuario, anche le annunciazioni che abbiamo presentato: Tarcisio Favaro, ocd, Basoreliefuri. Bassorilievi, Prefazione di P. Marko Ivan Rupnik, SJ, Editura Carmelitana, Ciofliceni, 2017. [Libro in due lingue: rumeno e italiano]
https://www.carmeloveneto.it/joomla/snagov/449-i-bassorilievi-di-p-tarcisio
Vedi anche:
https://www.carmeloveneto.it/joomla/snagov/107-le-porte-del-santuario-di-snagov