Un Vangelo che abbatte le barriere linguistiche
La Messa della seconda domenica di Quaresima al Santuario di Snagov, accende una forte comunione multiculturale. Sono presenti infatti oltre la comunità dei padri carmelitani e i fedeli abituali del Santuario, i profughi dell’Ucraina, un gruppo di pellegrini legati ai Gesuiti della Romania che sono in ritiro, volontari e giornalisti dall’Italia. L’assemblea, emozionata ma raccolta, celebra come di consueto, fino al momento in cui il celebrante invita a restare in piedi dopo il Vangelo (Lc 9,28b-36) proclamato nella lingua rumena. In un silenzio carico di pensieri, infatti, la francescana missionaria Suor Giacinta si dirige all’ambone e leggere il Vangelo anche in lingua russa.
La Parola che inquadra l’esperienza
L’omelia del priore padre Antonio Prestipino esplicita il momento e la settimana vissuta, accompagnando la riflessione sulle letture della Liturgia: «"Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa”. Quando martedì alle 1:00 di notte abbiamo accolto Olivia (una bambina di pochi anni ndr), con la mamma e la nonna, lei ci ha chiesto subito di mandare una foto al papà, per mostrare anche a lui quanto era bello il posto. Gesù traccia per noi un percorso simile, ci conduce nel buio per farci vedere la luce, come con gli apostoli che vanno verso Gerusalemme, come Abramo, condotto nella notte per vedere le stelle [...]. Siamo tutti pellegrini, in movimento [...]. Stiamo camminando verso una patria, dove la bellezza ci fa’ andare avanti, ci conduce fino all’esperienza di Dio che si manifesta come luce, come speranza. La nostra carità rappresenta le mani di Dio».
Una Bibbia mai così attuale
Padre Marius Taloș, gesuita assistente spirituale dei pellegrini in ritiro e concelebrante della messa, descrive così l’esperienza che con il gruppo si sta vivendo con gli ucraini: «Gesù parla con Elia e Mosè riguardo il suo esodo, la stessa cosa che condividono i profughi ucraini con noi. La Bibbia è un libro di Dio scritto da dei profughi. Non l’ho mai sentito così attuale. Lo scritto dell’Esodo descrive la nostra condizione attuale. Venerdì alla stazione dei treni di Bucarest, il cantautore Tom Odell, in transito, vedendo i rifugiati provenienti da nazioni diverse vicino al nostro sportello GRS (Servizio Rifugiati Gesuiti) si è fermato a cantare per la gente, dicendo: "L’Europa mi sembra più piccola qua, più solidale”. Anche io mi auguro un Europa più piccola che non guardi più a confini e differenze sociali»
Un supporto spirituale concreto dal centro carmelitano di Snagov
Vito d’Ettorre, giornalista di TV2000 in visita al centro per documentare l’attività dei carmelitani, dopo un giro delle frontiere con l’Ucraina, ha condivisio con noi le sue impressioni: «La Romania si è ritrovata come la "Lampedusa di Europa”, l’accoglienza è organizzata ovunque fino a case private e conventi. L’esperienza al Carmelo di Snagov è bellissima. Ho intervistato prima una signora in fuga dall’Ucraina: appena arrivata qui, entrata in chiesa, ha urlato a squarciagola: "Signore, dacci la pace!”. Chi è in fuga ha bisogno di trovare la spiritualità più del pane, come accade in questo Santuario»
Gabriele Pace, con Alessandro e Matteo