Suono pieno di ricordi di infanzia. Esclama: Oh che bello sentire ancora, dopo tanto tempo, il suono della campana! L’amico dice: Ma da voi non suona? Avete il campanile, non avete la campana? Risponde il Padre:  Eh no! Ancora non possiamo. In verità, abbiamo la campana che ci ha affidato l’Arcivescovo, ma non abbiamo la possibilità di collocarla. La campana è del 1881, ha il diametro di 80 centimetri ed è dedicata a San Giuseppe.

Mario De Faveri (così si chiama il nostro amico), anni fa, in una visita al nostro monastero, ci ha suggerito di tenere ogni giorno illuminato il campanile, perché fosse come la carta di presenza e presentazione del nostro monastero. Passando, anche di notte, la gente vede. L’ha suggerito per anni, ed ora ci ha offerto la possibilità di metterlo in atto. Dice Mario al Padre: Abbiamo messo la luce e ora garantiremo il suono!

Si è messo d’accordo con un parente del Padre, Giorgio Miatto, e ora la campana suona. Tre volte al giorno ricorda ai credenti, e agli uomini, che Dio si è fatto uomo. Li chiama alla liturgia, alla preghiera, al lavoro, alla casa e alla famiglia. Scandisce i momenti più sacri della vita di un uomo e della società. Ore di gioia, di vita, ore di dolore, ore di pericolo….

Quando il 23 gennaio i tecnici provavano la campana, appena sentito il primo tocco, un nostro operaio che lavorava nell’orto, si è subito fermato e ha fatto il segno di croce. Lui è un po’ handicappato, purtroppo, ma ha colto subito il senso del suono. Io che gli ero accanto, ho solo detto: Oh che bello! 

Grazie a chi ci ha aiutato.