Pier Tommaso nacque nel 1305 ca. in una poverissima famiglia nel Périgord meridionale (sud-ovest della Francia). Morto il fratello, per non aggravare la miseria familiare, lasciò ancora giovane i genitori e la sorellina per trasferirsi nella cittadina di Monpazier. Qui frequentò la scuola per tre anni circa, vivendo di elemosine e insegnando ai fanciulli. Condusse la medesima vita ad Agen, fino all'età di vent'anni. Notato dal priore del convento carmelitano di Lectoure, insegnò per un anno in quel collegio; poi il priore di Bergerac lo condusse nel proprio convento e gli diede l'abito del Carmelo. Qui emise i voti religiosi e insegnò per due anni. Lettore di logica ad Agen, vi studiò filosofia e, dopo tre anni, ricevette l'ordinazione sacerdotale.
Insegnò per un anno la logica nel convento carmelitano di Bordeaux, la filosofia inizialmente in quello di Albi, e poi in quello di Agen. Dopo un soggiorno di tre anni a Parigi, si recò a Cahors. Secondo le cronache, in questa cittadina, tenne un'omelia durante una processione contro una tremenda siccità: non appena terminò di predicare, il cielo scatenò improvvisamente una pioggia miracolosa.
Di ritorno nella propria provincia venne eletto dal capitolo del 15 maggio 1345 Procuratore Generale dell'Ordine e inviato presso la Curia Romana, che allora risiedeva ad Avignone. Fu notato dal suo conterraneo il cardinale di Périgord, Elia Talleyrand, che lo fece nominare predicatore apostolico e intervenne per permettergli di terminare gli studi a Parigi e divenire maestro di Teologia. Ritornato ad Avignone , riprese con successo il suo ufficio di predicatore apostolico. Nell'aprile 1353, alla morte di Papa Clemente VI, ne accompagnò la salma fino all'abbazia di Chaise-Dieu, predicando in tutte le dodici soste del viaggio.
Da quel momento tutta la vita di Pier Tommaso fu dedicata a delicate missioni affidategli dalla Santa Sede, per la pacificazione tra i principi cristiani, per la difesa dei diritti della Chiesa presso i più potenti monarchi del tempo, per l'unione degli ortodossi bizantino-slavi con la Chiesa romana, per la crociata antimusulmana e la liberazione della Terra Santa. Il 17 novembre 1354 venne consacrato vescovo di Patti e Lipari. In seguito prese parte a una missione pontificia in Serbia. Lasciata Avignone, nel gennaio 1355, incontrò a Pisa l'imperatore germanico Carlo IV. In uno dei suoi viaggi, nell'attraversamento dell'Adriatico, la nave su cui egli si trovava subì un attacco da parte dei turchi, ma grazie al suo intervento l'intera ciurma fu risparmiata e lasciata libera. Inoltre, durante lo stesso viaggio, con l'intervento della sua preghiera, riuscì a sedare una tempesta.
Nell'aprile 1357 Pier Tommaso giunse a Costantinopoli come legato papale, ricevette la sottomissione del Basileus Giovanni V Paleologo, al quale diede la Comunione eucaristica; inoltre ottenne l'adesione all'unità cattolica di nobili greci, quali Giovanni Lascaris Calofero e Demetrio Angelo di Tessalonica. Il 7 novembre Giovanni V Paleologo consegnò a Pier Tommaso una lettera per il Papa nella quale prometteva di voler fare tutto il possibile per mettere in atto l'unione con la Chiesa di Roma. Pier Tommaso si recò a Cipro per impetrare l'appoggio del re Ugo a favore di Bisanzio contro i turchi. Intraprese poi un pellegrinaggio verso Gerusalemme senza patire nulla da parte dela dominazione turca; ritornò poi a Famagosta di Cipro, dove ebbe delle estasi.
Intanto Papa Innocenzo VI stava ripristinando la lega antiturca istituita nel 1350 tra la Sede Apostolica, Cipro, Venezia e gli Ospedalieri di Rodi. Il 10 maggio 1359 Pier Tommaso fu nominato vescovo di Corone (Peloponneso) e legato in Oriente, con ampia giurisdizione sulla Morea, Costantinopoli e i territori veneziani della Romania. Partecipò all'attacco di Lansacco e collaborò alla difesa di Smirne. Andò quindi a Candia (Creta) per sradicare una'eresia sorta fra i Latini. Di passaggio a Rodi, verso il Natale del 1359, si ammalò, ed era ancora febbricitante quando, all'inizio di aprile 1360, lasciò l'isola per recarsi a Cipro e porre sul capo dell'amico Pietro di Lusignano la corona di re di Gerusalemme la domenica di Pasqua 1360. Con dolce persuasione cercò di richiamare all'unità cattolica gli ortodossi ciprioti, la cui resistenza mise in grave pericolo la sua vita.
Visitò la sua diocesi di Corone, passando per Rodi. Dopo la conquista di Adalia (Satalia) da parte del re Pietro vi istituì il culto cattolico, poi ritornò a Cipro. Organizzò preghiere pubbliche per impetrare la liberazione dalla peste che era scoppiata nell'isola. Diventato direttore spirituale di Filippo di Mézières, cancelliere di Pietro I, con questi concepì l'idea di una nuova crociata, e il 24 ottobre 1362, i due lasciarono Pafo alla volta dell'Europa per sollecitare l'aiuto dell'Occidente. Dopo una sosta a Rodi, il 5 dicembre sbarcarono a Venezia.
Ad Avignone Pier Tommaso trovò un nuovo papa, Urbano V (1362-70) che lo promosse arcivescovo di Creta e sostenne la sua idea riguardo una nuova crociata per il riscatto della Terra Santa. Dopo estenuanti spostamenti tra l'Emilia, la Lombardia ed Avignone, Pier Tomaso dovette amministrare, non senza sfuggire a un complotto, la città di Bologna. Di ritorno in curia, verso la metà di maggio 1364, venne eletto Patriarca latino di Costantinopoli e legato papale della nuova crociata. La partenza della crociata venne ritardata, oltre che dall'inverno, dalla guerra scoppiata tra Cipro e Genova. Pietro di Gerusalemme e il Papa scelsero Pier Tommaso quale negoziatore della pace fra i due stati rivali.
A Famagosta, dopo aver proibito il commercio con il sultano, si preparava ad imbarcarsi per tornare in curia quando, raffreddatosi durante le feste natalizie del 1365, si ammalò più gravemente il 28 dicembre e il 6 gennaio successivo, distribuiti tutti i suoi averi e ormai ridotto a pelle e ossa, chiuse piamente, nel convento carmelitano di Famagosta, la sua vita terrena. Alle donne che lo vegliavano, il cadavere apparve circonfuso di luce. Il corpo rimase esposto per sei giorni e fu visitato da una grande folla: si verificarono guarigioni e altri miracoli prima e dopo la tumulazione. L'8 maggio si aprì la tomba: il corpo fu ritrovato perfetto e integro, e le membra flessibili come prima. La petizione per la canonizzazione del vescovo carmelitano fu presentata al pontefice Urbano V dallo stesso re Pietro di Cipro.
La conquista di Cipro da parte dei Turchi nel 1571 e il terremoto del 1735 tolsero ogni memoria di del Santo in quell'isola, attuando così un altro voto del santo: essere cadavere, «calpestato anche dalle capre e dai cani». Nel 1905, l'archeologo Camille Enlart dovette rinunciare alla ricerca del luogo di sepoltura del Santo fra i ruderi della chiesa carmelitana di Famagosta. A Lebreil, in Francia, la cappellina eretta sulla presunta casa natale del Santo, vicino a una sorgente scaturita, si dice, per intercessione di lui, è stata distrutta dalla Rivoluzione francese. Nel 1895, si parlava di sostituirla con un degno santuario.
Similmente andarono dispersi i quattro volumi di prediche e il trattato De Immaculata Conceptione B. M. V. che la tradizione gli attribuisce. Fra le reliquie care al santo va ricordata quella della S. Croce offertagli nel 1360 dai cristiani profughi dalla Siria e da lui usata quale vessillo nella crociata di e quale conforto nell'agonia.
Il culto di Pier Tommaso, confermato da Papa Paolo V nel 1609 e da Urbano VIII nel 1628, è celebrato l'8 gennaio solo nell'Ordine Carmelitano e nella diocesi di Périgueux
di Daniele Stiernon