Il primo momento insieme è stato la S. Messa, animata dai bambini della primaria e dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado e del liceo e partecipata da alunni, insegnanti e famiglie… un gesto semplice, ma significativo, un atto di affidamento di tutto l’anno scolastico e soprattutto di tutte le persone, piccole e grandi, che «vivono» la Scuola tutti i giorni.
Il pomeriggio è proseguito poi con alcune attività di gioco, guidate dagli insegnanti e dai ragazzi più grandi del liceo, per tutti gli alunni presenti e un momento culturale proposto per i genitori. Il tutto si è concluso con una piacevole cena organizzata con il famoso “spiedo bresciano” (anche per questo aspetto grande lavoro organizzativo dei genitori coinvolti).
È bello poter condividere con tutti voi questi momenti di vita bella della nostra Scuola. È stato per noi una vera “ricarica di vita” vedere tutta la scuola rappresentata e coinvolta per iniziare l’anno scolastico… non possiamo che chiedere questo per i nostri alunni, per le nostre famiglie, per i nostri insegnanti. Ma non possiamo che chiedere questo per ciascuno di noi. Concludiamo con alcune parole tratte dal messaggio per l’inizio dell’anno scolastico, inviato dal Consiglio di direzione a tutti gli insegnanti e genitori, «la Scuola e la misura alta della vita, perché siamo degni di tutto»:
«Come genitori e insegnanti siamo chiamati a proporre ai nostri ragazzi la “misura alta” della vita. È intollerabile pensare che a qualcuno si può chiedere molto, a qualcuno poco, a qualcuno è inutile chiedere... Non mettiamo misure: ogni persona umana è degna di tutto.
Non bisogna aver paura di chiedere tutto. Un vero artista non fa mai sconti sulla propria arte. È duro con se stesso e con la materia che tratta, perché lo accompagna un desiderio di perfezione. Essere accomodanti non paga; ciò che paga è essere esigenti. Essere esigenti non va confuso con la durezza e la tristezza. Essere esigenti è l’unico modo per rispettare la dignità dei figli e degli alunni.
Certo ci vuole pazienza, tenerezza (pedagogia), fedeltà ma la missione di un genitore e di un insegnante è “fare un uomo!”, un’opera d’arte!
Un giorno chiesero a Don Bosco: “Lei pensa davvero che questi ragazzi si possono salvare tutti?”. “Fin quando ci sarà qualcuno disposto a dare la vita per ognuno di loro nessuno di essi si perderà”.
In educazione o si è artisti o si è destinati a fallire. Il grande insegnante Guardini, in piena tempesta nazista, scriveva: “Chi davanti a un ragazzo dice: «ecco qui un ragazzo tra altri 50», non sarà mai un educatore, ma soltanto un allevatore di materiale per la società”. Il vero formatore pensa: “Questo ragazzo unico, davanti a me!”».
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