Durante il tragitto, abbiamo avuto modo di apprezzare la bellezza della Reggia di Versailles e dei suoi grandi giardini, e poi, dopo ancora due ore di viaggio, siamo arrivati nel ridente paesino dove Teresina ha espresso la sua vocazione, donando tutta sé stessa al suo Gesù. Dopo un riposo pomeridiano ritemprante, la cena è finalmente servita: servita a farci venire fame e ad andare a mangiare una pizza riparatoria, con la benedizione dei confratelli francesi che, ancora in abito, si sono seduti al tavolo di fianco e hanno brindato “alla nostra” al grido di “pagate voi, vero?” [grandi risate, N.d.R.].
Martedì 20 agosto inizia ufficialmente l’incontro degli studenti carmelitani d’Europa; al centro della prima conferenza, la preghiera per come l’ha vissuta la nostra Teresina, tenuto da fr. Jean-Gabriel Rueg di Tolosa, e a seguire dopo una breve pausa, i gruppi di condivisione degli studenti d’Europa, ma anche di Washington, Libano, Congo e Centrafrica. Satolli dal pranzo, nel pomeriggio siamo andati in visita ai Buissonnets alla Cattedrale di Saint-Pierre e alla casa della famiglia Guérin. Rientrati all’Ermitage di Lisieux, dopo una cena tanto etnica quanto parca, siamo andati a letto dopo Compieta per il giorno successivo.
Il mercoledì al centro dell’incontro è stata la conferenza di fr. Jean-Alexandre de Garidel sulla vita comunitaria secondo santa Teresa, a mio avviso l’incontro più interessante dei tre, anche ripensando al dibattito che è seguito nei gruppetti di condivisione tra noi studenti. A cuore aperto, abbiamo parlato delle dinamiche della vita fraterna nelle nostre rispettive province. Nel pomeriggio abbiamo visitato la Basilica di Lisieux, soffermandoci per un intenso momento di preghiera nella Cripta, ed esplorando fin sotto la cupola della Basilica con momenti divertenti dettati dalla goliardia di alcuni confratelli. A cena, il segno della croce ha assunto una nuova consapevolezza da parte di tutti, francesi compresi.
Il giovedì è stato il giorno in cui si è completata la riflessione sui tre pilastri della vita carmelitana alla luce della dichiarazione carismatica – preghiera, vita fraterna e missione – ed è stata la volta di Suor Laurence Couralet, che ci ha parlato di come vivere l’apostolato, sempre alla luce degli scritti di Teresina. Prima abbiamo assistito alla testimonianza di Padre Francesco Palmieri sulla sua missione in Africa. Nel pomeriggio siamo andati ad Alençon, non prima di aver consumato un pasto mordace, a tratti caustico, ma sicuramente sferzante. Abbiamo visto la Casa natale di Teresina, la Basilica di Notre-Dame, e girato un po' per la città. Personalmente, è stato bello immaginare la piccola Teresina che corre per il giardino vivendo chissà quali avventure, ma con quella luce negli occhi che traspare dalle sue immagini, di chi ha Dio nello sguardo, sulle labbra e sul cuore.
Il venerdì è stato il giorno in cui gli studenti hanno potuto fare domande ma anche esprimere le proprie opinioni a padre Miguel Márquez Calle, Padre Generale dell’Ordine. E la sera tutti i frati e i padri hanno partecipato alla ricreazione festiva, con giochi, canti e tante risate. Direi che in questo siamo molto bravi ad applicare gli insegnamenti dei nostri santi.
La bellezza di questa esperienza viene fuori dalle parole di due confratelli, fra’ Emanuele, che ha detto: “Mi è rimasta impressa la fraternità spontanea che si viveva fra di noi, appena incontrati. La maggior parte di noi non si conosceva che con i confratelli della propria provincia e nazione. Un’altra cosa che mi porto dentro è il senso di gratitudine e anche una certa commozione di poter vedere con i miei occhi e toccare con le mie mani i luoghi dove il Signore ha operato nel cuore e nell’animo di una giovane di fine XIX secolo, una della più grandi e gloriose storie di santità.”
E di fra’ Lorenzo, che ci ha raccontato: “Un momento particolarmente intenso per me è stata la visita al monastero delle monache di Lisieux e il percorso all’interno dei luoghi del monastero dove ha vissuto Teresa. Mi ha colpito molto il momento di preghiera nella stanza dove ha trascorso gli ultimi mesi, l’infermeria. Un luogo assolutamente semplice. Mi ha fatto riflettere tanto, perché guardando i posti del monastero, erano tutti luoghi molto semplici, dove una ragazza ha vissuto intensamente il suo rapporto su Gesù. Forse a volte, nel quotidiano, non diamo molto valore a questa semplicità dove posso vivere in modo vero la mia relazione con Cristo. Quando abbiamo pregato tutti insieme nell’infermeria, ho affidato tutta la mia storia vocazione e le persone a cui voglio bene a Teresina e al Signore.”
Dopo queste parole, non credo ci sia altro da aggiungere, se non che dopo le partenze di tutti, noi studenti della Provincia veneta, insieme al maestro, siamo rimasti ancora qualche giorno all’Ermitage, dove abbiamo avuto l’occasione di ricevere delle lezioni da Padre Lethel, oltre che a poter visitare, in compagnia dei confratelli americani, Omaha Beach e soprattutto a Mont Saint Michel; oltre che poter ancora gioire della cucina normanna delle sorelle dell’Ermitage, della voluttà che segue un pasto esaudente, acquietante, sicuramente non pretenzioso quanto ingente.
Quello che conta è che nel viaggio di ritorno si respirava un’aria serena, mentre tornavamo a casa con il cuore pieno di gratitudine per essere stati alla luce di quei luoghi in cui la vocazione della nostra grande, piccola santa si è espressa, e il dono della vita è stato totale.