Nel 1896-1897 si tratta di una Natività in bianco e nero che riproduce il quadro dell’Adorazione dei pastori fatto da Celina nel 1893. Sul retro si trovano tante citazioni bibliche ed evangeliche sul tema dell’infanzia spirituale care a Teresa (Prov 9,4 ; Mt 18,4 ; Is 40,11 e 66,13.12; Sal 102,13.12.8; Mt 12,50; Gv 17,24.23). Questa immagine è “appartenuta” a suor Maria dell’Eucarestia, cugina di Teresa diventata anch’essa Carmelitana a Lisieux con Teresa come sua maestra di noviziato.
La frase che abbiamo riportato sopra, «Gesù, chi Ti ha fatto così Piccolo? L’Amore!...», è attribuita dagli editori a San Bernardo ma nessuno, a nostra conoscenza, indica mai la fonte. In realtà è stata Celina nei suoi Consigli e Ricordi ad attribuire la frase: «Teresa era innamorata degli abbassamenti di Nostro Signore, fattosi così piccolo per amore nostro. Su immaginette natalizie che lei stessa dipingeva, scriveva con piacere questa frase di san Bernardo: “Gesù, chi ti ha fatto così piccolo? – l’Amore!”» (CSG, p. 40-41; ed. it. Città Nuova, 1973, p. 52). Le ricerche nelle Opere di San Bernardo non portano a risultati senza avere altri elementi in aiuto.
Ciò che possiamo capire dalla frase, visto il contesto del Natale, è un’assonanza con alcune traduzioni di Is 9,6 a partire dalla Vulgata: «Parvulus enim natus est nobis, filius datus est nobis». Infatti parvulus si traduce con piccolo piuttosto che con bambino o figlio (puer in latino, usato invece in alcuni adattamenti liturgici o canori di Is 9,6). Inoltre scopriamo da ricerche in internet che parvulus e la frase che cerchiamo attribuita a San Bernardo si associano a dei libri di formazione cristiana scritti da sant’Alfonso Maria de Liguori sulla Novena di Natale, sull’Avvento e sul tempo di Natale fino all’Ottava dell’Epifania (prima edizione 1758). D’altronde in questi scritti sant’Alfonso cita in abbondanza san Bernardo e lo stile a domande è proprio di San Bernardo, ma ancor più di Sant’Alfonso. Infatti troviamo proprio nella sezione di commento a Is 9,6 tra tante simili queste frasi di Alfonso: «Ah mio Signore, chi mai dal trono del cielo vi ha tirato a nascere in una stalla? È stato l’amore che portate agli uomini. Chi dalla destra del Padre dove sedete, vi ha messo a stare in una mangiatoia? […] È stato l’amore. Voi infiammate i Serafini, ed ora tremate di freddo? […] Chi mai vi ha ridotto a tanta miseria? È stato l’amore» (Discorsi per la Novena di Natale, Discorso II – Il Verbo eterno di grande s’è fatto piccolo, in Novena del Santo Natale colle meditazioni per tutti i giorni dell’Avvento, fino all’Ottava dell’Epifania, Stamperia di Bassano, Remondini, 1766, p. 29). E appena dopo appare una citazione in latino attribuita a san Bernardo. Probabilmente ci sono state molte pubblicazioni degli scritti di Alfonso, alcune revisioni operate da lui stesso e sue riprese in altre opere, arrivando così al testo di Alfonso, La via della salute (prima edizione 1766), in cui si riprende la Novena di Natale e si riadatta la meditazione usando la frase esplicita: «Ditemi: chi vi ha ridotto a tante miserie? – dice S. Bernardo – l’ha fatto l’amore, che voi portate agli uomini» (Meditazione II. Dell’amore di Dio nel nascere bambino). Quest’opera di Alfonso è stata pubblicata in francese La voie du salut da l’abbé Guéranger nel 1831 e poi ristampata. In casa della famiglia Martin si leggeva l’Anno liturgico (in più volumi pubblicati dal 1841 al 1866) di Guéranger, ma non sappiamo se ci sia un legame.
Ma è ancora più interessante ciò che troviamo in una pubblicazione francese (1a edizione 1860, 3a edizione 1884) dal titolo veramente significativo: «Bethléem, ou l’École de l’enfant Jésus, petites visites à la crèche pour le temps de Noël, d’après saint Alphonse de Liguori,... par Mgr Gaume,...». Quest’opera è una risistemazione degli scritti di Sant’Alfonso sul tema e quindi non ritroviamo sempre nello stesso ordine il testo originario. Ma grazie a Jean-Joseph Gaume, ecclesiastico francese, scrittore e apologeta molto prolifico, e alle note che pone in calce al testo di Sant’Alfonso (1a ed. 1860: p. 201 ; 243-244; 345; 107 nota 1; 127 nota 1), siamo stati in grado di risalire alla fonte originaria negli scritti di San Bernardo: «O suavitatem! o gratiam! o amoris vim! Itane summus omnium unus factus est omnium? Quis hoc fecit? Amor…» (In Cantica, sermo 64, 10, PL 183, 1088A). «O dolcezza! O grazia! O forza dell’amore! Così l’essere più alto di tutti è diventato uno tra tutti? Chi ha fatto questo? L’amore…». Certamente questa è l’espressione più letterale negli scritti di San Bernardo, anche se ce ne sono altre più allusive ma dello stesso tenore: «Quanto enim minorem se fecit in humanitate, tanto maiorem exhibuit in bonitate» (In Epiphania Domini, Sermo 1, 2, PL 183, 143), «Quanto più infatti si è fatto piccolo incarnandosi, tanto più si è mostrato grande nell’amore».
Le espressioni di Bernardo nel Sermone sul Cantico dei Cantici, le troviamo già in un’opera precedente di Alfonso poi ristampata centinaia di volte, nel Capitolo VII, Dell’amore di Gesù in soffrire tanti disprezzi nella sua Passione (n. 10) del libro L’Amore delle Anime. Riflessioni e affetti sulla Passione di Gesù Cristo, prima edizione 1751, chiamato poi anche L’orologio della Passione, come la prima parte dell’intero. Questo ci mostra che dal contesto relativo alla Passione, l’espressione di Bernardo ripresa da Alfonso, è stata poi applicata al Natale. L’Orologio della Passione è stato fatto conoscere in francese già dal 1832 da Jean-Joseph Gaume e poi ripubblicato ripetutamente.
Possiamo dire che la frase di Bernardo nella versione di Alfonso ha circolato parecchio anche in Francia in antologie e citazioni, ed è stata quindi conosciuta da Teresina che ci ha offerto la sua versione sul Natale ma vicina all’originale, espandendo l’attribuzione a san Bernardo ancora di più di quanto avesse già fatto Alfonso (anche attraverso Jean-Joseph Gaume): «Gesù, chi ti ha fatto così Piccolo? L’Amore!...». Teresa però non ha scritto che la frase era di San Bernardo, forse perché, nella forma finale che aveva assunto sotto la sua penna, la sentiva “troppo” sua, un dialogo personale tra lei che domanda e Gesù che le risponde.
P. Ermanno Barucco, ocd