Breve biografia di Arcabas
Arcabas è un nome d’arte. Il suo vero nome è Jean Marie Pirot ed è nato nel 1926. Si è diplomato alla Scuola Nazionale Superiore delle Belle Arti di Parigi nel 1949. L’incontro decisivo della sua vita, dopo quello con la moglie Jacqueline, dalla quale ha avuto due figli, è stato quello con la chiesa di Saint-Hugues-de-Chartreuse. Riscoperta la fede cristiana, decide di mettere il suo talento artistico al servizio di una chiesa, par realizzare quello che Michelangelo aveva fatto con la Cappella Sistina. In tre periodi successivi realizza a Saint-Hugues prima le grandi tele di colore rosso, bianco e nero della banda centrale (1952-53) con la rappresentazione dell’Ultima Cena, de I dieci comandamenti e altri temi, poi diversi piccoli quadri astratti ispirati al Salmo 150 (1972-73), che in alto fanno il giro di tutta la chiesa, e infine realizza i quadri della “predella” (1985), con scene della vita di Cristo e altri temi biblici. È stato professore a Grenoble (1950-69), poi in Canada (1969-72), e poi ancora a Grenoble (1972-92). Dal 1960, eccettuata la breve parentesi canadese, vive e lavora a Saint-Pierre-de-Chartreuse (Isère). Nella sua casa muore il 23 agosto 2018 all’età di 91 anni. La moglie Jacqueline era morta invece il 12 gennaio del 2017 all’età di 92 anni.
Alcune opere di Arcabas
Arcabas ha realizzato numerose opere monumentali in Francia e in Italia, e molte altre sono state acquistate da privati. Numerose anche le esposizioni in tutto il mondo. Non è mancata la committenza ecclesiale: cattedrali, chiese e santuari (quello de La Salette ad esempio) sono stati “abbelliti” dalle sue opere. Il Polittico dell’infanzia di Cristo (1995-97), realizzato da Arcabas senza nessuna committenza previa, è stato acquistato nel 2002 dall’Arcivescovo di Malines-Bruxelles, il cardianal Danneels, e collocato in una sala del palazzo arcivescovile di Malines. L’artista ha realizzato anche un Polittico Passione Resurrezione (2003), oggi conservato in alcuni locali della Basilica di Notre-Dame de Montaigu (Scherpenheuvel, Belgio).
Arcabas in Italia
In Italia sono presenti alcune opere monumentali di Arcabas. Nel 1993-94 realizza Il ciclo dei pellegrini di Emmaus che si aggiunge all’enorme L’annuncio del Risorto e al piccolo quadretto Madonna del buon consiglio nella chiesa della Resurrezione della “Comunità Pitturello” a Torre de’ Roveri (Bergamo). Qui l’artista ha realizzato anche l’arredo liturgico e le vetrate. Ancora per la “Comunità Pitturello” ma per la cappella della Riconciliazione a La Peta (Bergamo), Arcabas ha dipinto nel 2002 un quadro raffigurante Il figlio prodigo e ha realizzato l’altare e le vetrate. Negli anni successivi altre sue opere sono destinate a luoghi di culto in Italia.
Leggere su Arcabas in italiano
È stato tradotto in italiano il libro di François Boespflug, Arcabas. Saint-Hugues de Chartreuse, Marietti, Genova, 1990. L’autore, domenicano, storico dell’arte e teologo, offre una illuminante lettura delle opere realizzate da Arcabas, lungo più di un trentennio, per una chiesa a qualche chilometro dalla Grande Certosa (Grenoble-Francia).
La rivista “Luoghi dell’infinito” (n°30, anno IV, maggio 2000, pp. 64-71) ha pubblicato una intervista di Enzo Bianchi all’artista: vi si può scoprire la fede cristiana che inspira questo “artigiano della bellezza”.
Recentemente sono stati pubblicati da Rosella Ferrari due volumi: Arcabas. Guida agile, 2015, e Arcabas. I colori del Vangelo, 2016, entrambi editi da Edizioni Gruppo AEPER di Torre de’ Roveri (Bergamo).
« Aforismi » di Arcabas
Aforismi tratti dalla presentazione del Polittico dell’infanzia di Cristo avvenuta nella Cattedrale San Michele e Santa Gudula di Bruxelles il 29 settembre 2002:
“Non possiamo non essere gioiosi, se abbiamo la fede”
“Vedete, appartengo a quella categoria di persone che chiamano gli artisti, perché hanno per progetto di imitare Dio Creatore… a forza di lavoro, d’osservazione e d’amore, arrivano a piazzare nelle loro opere un piccolo riflesso della bellezza di Dio. È la Grazia, che fa quello che vuole”
“Ho ricevuto degli occhi per vedere la bellezza di Dio, e ho voluto farne partecipi anche gli altri”
“La Bibbia, e in particolare il vangelo, è un libro che apro abbastanza spesso, e con una certa passione”.
“L’arte profana per me non esiste. In verità, non arrivo a comprendere la parola ‘profano’. Per me, in quanto credente, tutto è sacro, perché tutto ha a che fare con Dio. È una realtà. Dovrei fare una sottrazione per arrivare al profano, dovrei cancellare Dio da tutto quello che mi circonda. Se affermano che sono un pittore religioso o un pittore d’arte sacra, hanno ragione di dirlo. Anche quando faccio una natura morta, c’è prima di tutto Dio al centro della tela”.
“Ecco la mia partecipazione alla Chiesa : aprire certi ‘visitatori’ [dei miei quadri] a quest’orizzonte meraviglioso della fede, a una relazione personale con Dio”.
“I colori sono il più bel dono di Dio, per me pittore. Mi rapiscono. Mi immergono in un mondo di domande e mi impongono un grande rispetto”.
“Gesù: è la mia risposta a Dio. Ed è l’esigenza di una risposta ferma, perché egli era là in carne e ossa. Io credo che non farei arte sacra se non ci fosse stato Gesù… E Gesù, in realtà, induce tutto, tutto ciò che segue, tutto il resto, tutto ciò che mi riempie”.