La beatificazione di suor Teresa del Bambino Gesù il 29 aprile del 1923 provoca nelle chiese carmelitane un bisogno di rappresentazione della nuova beata. Già molto conosciuta fin dai primi anni del ‘900 attraverso la pubblicazione di Storia di un’anima e la diffusione di un’immaginetta del Volto Santo recante sul retro una sua preghiera (in diverse lingue), la raffigurazione più diffusa di Teresa, quasi quella ufficiale, è il dipinto detto “Ritratto in ovale” (o Busto in ovale) fatto da sua sorella pittrice Celina (al Carmelo di Lisieux suor Genoveffa di Santa Teresa [del Volto Santo]). Questo dipinto riprende in realtà un particolare di una fotografia, sempre fatta dall’artista fotografa Celina entrata al Carmelo nel 1894 con una macchina fotografica.
La considerazione della fotografia a quei tempi, meno apprezzata rispetto all’arte e al Ritratto ufficiale, bloccarono quel timido tentativo che si era azzardato pubblicando una foto (Teresa col rosario) nella prima edizione di Storia di un’anima nel 1898 e che fu sostituita dal Ritratto fatto da Celina per le successive edizioni già a partire dall’anno successivo. Le foto rimasero nascoste per cinquant’anni circa. L’arte prevalse e anzi si sviluppò con creatività e abbondanza spinta dalle monache Carmelitane Scalze di Lisieux che assoldarono alcuni artisti per donare al mondo immagini di suor Teresa di Gesù bambino del Volto Santo sempre più conosciuta e amata man mano che gli anni passavano. Tra questi artisti ci sono stati un monaco Trappista, padre Marie-Bernard, chiamato poi “lo scultore di Teresa”, e anche alcune Carmelitane stesse: oltre a Celina anche altre monache realizzarono dipinti, in particolare suor Maria dello Spirito Santo.
Con la beatificazione di Teresa nel 1923 i Carmelitani Scalzi di Venezia decidono di puntare su una rappresentazione del “Ritratto in ovale” (62 cm x 76 cm) in una cornice lignea perché non troppo grande e quindi collocabile in una chiesa barocca come quella degli Scalzi di Venezia già piena di opere artistiche di ogni genere e forma. In base ad alcune fotografie possiamo collocare il “Ritratto in ovale” negli anni ‘30 del XX secolo sull’altare di San Giovanni della croce (il primo a destra entrando in chiesa) e negli anni ’90 sull’altare di santa Teresa d’Avila (secondo a destra) quasi a mostrarne la filiazione carismatica. Nel 1997, anno centenario della morte di Teresina, si realizza in una piccola stanza tra gli altari della Santa Famiglia e di San Sebastiano una cappellina dedicata alla Santa con mosaici e una piccola statua (100 cm) della famosa Teresa con le rose (oggi su un muro laterale appare anche un quadro [100 cm x 70 cm] che rappresenta i suoi santi genitori Zelia e Luigi con la stessa giovane Teresa, secondo una fotografia di lei bambina di 8 anni).
Nel 1997 quindi, supponiamo, si pensò di togliere il “Ritratto in ovale” dalla chiesa e di metterlo… in soffitta. Ora se ne cerca una degna collocazione. Ma chi riprodusse la copia di questo Ritratto a Venezia? Il dipinto è firmato “F. Novo 1924”, e sul retro c’è scritto “F. Novo nato 1835”. Si tratta di Francesco Novo. Grazie alla signora Maria Rizzo, che ci aveva una volta parlato di questo suo bisnonno pittore e del quadro di Teresa di Gesù bambino per gli Scalzi di Venezia, abbiamo qualche informazione significativa attraverso preziosi documenti conservati e trasmessi dalla famiglia.
Non solo quindi sappiamo che realizzò quest’opera a 89 anni, ma che era nato a Cavarzere (provincia di Venezia) il 19 febbraio 1835 e che era soprattutto un artista di mosaici veneziani di stile bizantino, formatosi all’Accademia di Venezia e nell’atelier di mosaici dei Salviati, cosa che lo portò a realizzare diverse opere in giro per il mondo: Italia, Germania, Grecia, San Francisco in California. E naturalmente a Venezia. Coltivò da giovane una passione per la pittura che portò comunque avanti nonostante la specializzazione nei mosaici e che trasmise ad un suo nipote, figlio di suo fratello, Stefano Novo (1862-1937[?]) che è stato un pittore apprezzato tra fine ‘800 e i primi decenni del ‘900.
Francesco Novo muore a Venezia intorno ai 93 anni (secondo l’autore di una tesi di Laurea che parla anche dei mosaicisti veneziani), quindi nel 1928 [o già a fine 1927], dopo circa due anni passati nella “casa di riposo” di Ognissanti (oggi Palazzo Giustinian), come racconta un trafiletto della Gazzetta di Venezia del 1926 (aveva 91 anni si dice nel testo). In particolare ci interessa il passaggio: «Il buon vegliardo dipinse in tarda età in modo mirabilmente fedele il ritratto di Santa Teresa del Bambin Gesù esposto ora agli Scalzi alla pubblica venerazione ed anche presentemente lavora». Sembra che Francesco Novo abbia realizzato due versioni del Ritratto di Teresa, uno già nella Chiesa di San Barnaba.
C’è un legame particolare nella vita di Francesco Novo con suor Teresa di Gesù bambino che lo ha portato a dipingerla? C’è stato un legame con i frati Scalzi di Venezia che hanno ricevuto o commissionato il dipinto? Queste domande non hanno ancora trovato risposta. Ma per il Centenario della Beatificazione di Teresa, il 29 aprile 2023, il Ritratto in ovale di Francesco Novo è riapparso nella Chiesa degli Scalzi a Venezia.
Documenti
Passaporto per l’interno
(Profughi di guerra, Questura 21-9-18): Novo Francesco, figlio di fu Stefano e fu Antonia Mercato. Nato a Cavarzere (prov. Venezia) il 19-2-1835. Professione Mosaicista. Sfollato a Bologna.
Gazzetta di Venezia [?] [1826: 91 anni]
Un nonagenario pittore
Da alcune settimane nel benemerito Istituto dei Cronici di Ognissanti s’è ritirato a passare nella quiete del pio luogo gli ultimi suoi anni il pittore cav. Francesco Novo già noto, ma degno di più alto elogio per il vanto ch’egli ha del risveglio dell’arte del mosaico di cui la nostra città va tanto superba. Egli nacque a Cavarzere il 13 [!? 19] febbraio 1835 conta dunque 91 anni. Appassionato della pittura si dedicò ad essa dando prova del suo alto ingegno. Iniziò e compì i suoi studi all’Accademia di Venezia applicandosi con amore speciale allo studio del mosaico bizantino creando mirabili produzioni di decorazione; lavorò molto in Germania ove riprodusse i cartoni del Werner nella magnifica colonna della Vittoria e nei circostanti palazzi a Berlino.
Per richiamo speciale del governo greco egli si distinse a Dafni nell’arte su accennata salvando le decorazioni in mosaico della locale chiesa greca alla quale ridonò l’antico splendore.
In San Francisco di California è pure ammirato un suo grande mosaico ove ritrasse i fatti biblici dell’Antico Testamento. È suo progetto di decorare in mosaico tutta la volta delle Procuratorie nuove: progetto che esposto in una mostra d’arte a S. Giovanni Evangelista ottenne molte lodi e fu ammirato da architetti ed artisti francesi. Tale progetto è conservato dal presidente dell’antica Scuola comm. Agazzi.
Il buon vegliardo dipinse in tarda età in modo mirabilmente fedele il ritratto di Santa Teresa del Bambin Gesù esposto ora agli Scalzi alla pubblica venerazione ed anche presentemente lavora.
Sua ultima produzione è la Cicogna in grandezza naturale che fu lodata da artisti ed intenditori.
Tesi di Laurea
Ottobrina Voccoli, La rinascita dell’arte musiva in epoca moderna in Europa. La tradizione del mosaico in Italia, in Spagna e in Inghilterra. Tesi di Dottorato, 2009. Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università di Barcellona.
Pubblicata PDF online: Departament d’Història de l’Art. Universitat de Barcelona, 2010.
https://www.tdx.cat/bitstream/handle/10803/2025/OV_TESI.pdf;jsessionid=5B503A8FC2AEBE941620A6243DD5207A?sequence=1
Francesco Novo morto a 93 anni: p. 152. Lavora in proprio dal 1884: p. 433.