Pochi giorni dopo la sepoltura di Teresa, avvenuta il 4 ottobre 1897, fu posta sulla tomba una semplice croce di legno con la scritta “Voglio passare il mio cielo a far del bene sulla terra”. Questa frase è stata spesso associata ad un’altra, relativa alla promessa di Teresa di donare dal cielo le sue grazie: “dopo la mia morte farò cadere una pioggia di rose”. Queste espressioni sono state attribuite a Teresa da diverse consorelle che l’hanno spesso sentita ripeterle, soprattutto negli ultimi mesi di vita, tanto che sono entrambe riportate alla fine della prima edizione di “Storia di un’anima” dell’ottobre 1898. La seconda, però, Teresa l’ha fatta propria dopo aver ascoltato in refettorio la lettura di una vita di san Luigi Gonzaga la quale raccontava della pioggia di rose ricevuta da un malato come simbolo della grazia che il Santo stava per accordargli. Così voleva fare anche lei dal cielo dopo la sua morte, far piovere rose.
Appena si entra nella Cappella di Teresa nel Santuario di Verona sul pavimento appare un grande cartiglio con la frase “Voglio passare il mio cielo a far del bene sulla terra”, circondata da molte rose colorate, ad indicare evidentemente l’altra frase, “dopo la mia morte farò cadere una pioggia di rose”, la quale è comunque scritta in alto della cancellata che si attraversa entrando nella Cappella, realizzata interamente nel 1940-1941. A fianco dell’urna contenente la statua di “Teresa che spira d’amore”, due grandi angeli a grandezza naturale, quello a sinistra seduto e quello a destra in piedi, tengono rispettivamente un libro e un cartiglio con le scritte: «Seguite la mia piccola via perché è sicura», «Io sono la sapienza dei piccoli». Ne risulta così un’insistenza particolare sui temi teresiani della “pioggia di rose” e della “piccola via dell’infanzia spirituale” che, insieme a quello dell’umiltà dei bambini («Chi si umilia verrà esaltato», secondo Lc 14,11, visibile sia sopra la porta di uscita a sinistra della Cappella sia sulla soglia d’ingresso del Santuario), sono veramente tra i punti cardine del messaggio di Teresa proposti nel Santuario di Verona.
Inoltre le parole di Teresa “La pioggia di rose” fu utilizzata nella nona edizione del 1907 di “Storia di un’anima” come titolo di un’appendice che raccoglie i miracoli attribuiti a Teresa. A partire dal 1910, ogni anno, e fino allo scoppio della guerra nel 1914, il Carmelo di Lisieux pubblicò con lo stesso titolo dei volumi che ne raccoglievano i miracoli sempre più abbondanti. Durante la prima guerra mondiale 1914-1918 la Santa è invocata da una parte all’altra del fronte, e i soldati sperimentano il suo soccorso e la sua protezione, testimoniati da diverse lettere che furono raccolte in un volume sulla copertina del quale si vede Teresa inginocchiata ai bordi di un campo di battaglia che chiede e ottiene dal cielo un’abbondantissima pioggia di rose. Dopo la guerra riprende la pubblicazione dei volumi “La pioggia di rose”, dal 1920 e fino al 1927, che raccolgono in centinaia e centinaia di pagine l’uno, i miracoli e le grazie concesse da Dio attraverso Teresa. Il rischio però è di vedere in Teresa soltanto una “santa dei miracoli” e di “grazie ricevute” perdendo di vista l’originalità della sua piccola via dell’infanzia spirituale che ciascuno è invitato a percorrere.
Evidentemente la pioggia di rose divenne anche il tema iconografico degli stendardi della beatificazione e della canonizzazione nel 1923 e 1925, pur restando nel primo stendardo una traccia del tema della piccola via, con la scritta latina sul cartiglio tenuto da un angelo: “cum essem parvula placui altissimo” (tratto da un responsorio dell’ufficio della Beata Vergine Maria), cioè «essendo piccola piacqui all’Altissimo», evocazione del Magnificat di Maria: «[Dio] ha guardato l’umiltà della sua serva… ha innalzato gli umili» (Lc 1,48.52) e della figura della sapienza donata ai piccoli: «Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli [parvulis]. Sì, o Padre, perché così è piaciuto [placuit] a te» (Lc 10,21; cf. anche Prv 8,30-31).
Ecco che si spiega un po’ meglio perché a fianco della porta di ingresso alla Cappella della Santa nel Santuario di Verona-Tombetta siano presenti due piccoli angeli musicanti in marmo con le scritte “Magnificat” da una parte e “Laudete pueri Dominum” dall’altra, i due inni cantati rispettivamente dall’umile-piccola Maria e dai piccoli bambini che lodano il Signore. Inoltre alcune frasi dei testi di questi inni, quelle che sottolineano che gli umili sono innalzati, sono riprodotte anche negli affreschi rappresentanti diversi gruppi di angeli ai lati della Scalinata che porta al Salone della piccola via dell’infanzia spirituale.
Il messaggio artistico sembra quindi chiaro: Teresa dopo la sua morte vuole passare il suo cielo a far del bene sulla terra, facendo cadere la sua pioggia di rose per permettere a coloro che riceveranno queste grazie divine di diventare piccoli come i bambini, umili come la Vergine Maria: e potranno così percorrere la piccola via dell’infanzia spirituale e “saranno innalzati” nella gloria dei cieli da Gesù e insieme a Gesù.
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