Ora compongono canzoni minimali ispirate a temi biblici ("Giona is a punk rocker"), a cover di canti gregoriani e soprattutto all'eroico quotidiano del matrimonio cristiano, obiettivamente quella che è diventata una scelta fra le più trasgressive e controcorrente che due giovani possano fare sulla scena attuale. Pare poi che "il duo con l'anello" sia alquanto devoto alla nostra santa (che, si sa, ama intervenire in casi di conversione in extremis come questi), molto citata sul loro blog e ispiratrice non solo di canzoni, ma anche di una minilinea di abbigliamento che Anita sta per metter su, sull'esempio proprio della madre di Teresina, Zelia Martin, che conduceva una piccola azienda familiare di sartoria (Giuseppe invece cura una sagace collana di libri intitolata "Uomovivo" - dal famoso romanzo di Chesterton - che ha come argomenti "l'umorismo, la vita di coppia e Dio").

A proposito dei Martin, non è senza rilievo teologico che nel testo della canzone "La bambina di Lisieux" Teresina sia ripetutamente nominata non col suo nome ma come "la figlia di Louis e Zélie Martin", i due santi coniugi appena canonizzati in occasione del Sinodo sulla famiglia indetto da Papa Francesco, come chiaro esempio di misura alta di vita e di santità per tutte le famiglie - quelle postmoderne comprese. E i frutti già si vedono, in questo matrimonio ad alta fedeltà.

Buon ascolto!