E il contatore di YouTube avanza rapidamente, a registrare il livello in breve tempo pop (almeno in Spagna e nelle Americhe) raggiunto da quella che nelle copertine dei suoi due album (2017-2018) compare semplicemente come Rosalía.

Perché di nuovo questo canto

Senza voler (e poter) indagare troppo sul perché di simile ripresa della versione flamenca di Enrique Morente (oltre 250.000 visualizzazioni) del Canto dell’anima che si rallegra di conoscere Dio per fede scritto da Giovanni della Croce, stupisce la veloce diffusione nel giro di un anno dalla messa in rete del video del singolo (23 novembre 2017). Al di là della vampata di successo di Rosalía, che trascina con sé la poesia della fonte, vien da chiedersi cosa l’abbia resa attraente, a più di una generazione di distanza, per due esponenti dell’evoluzione contemporanea del flamenco e poi per tanti utenti del web.

Sarà la capacità del Santo di intrecciare suoni e immagini elementari (fonte, notte ecc.), riprendendoli via via, a captare l’oscuro darsi del Mistero divino, sul ritmo facile e litanico di coppie di versi lunghi in rima (pareados di endecasillabi baciati) chiusi dal ripetersi del più breve «Aunque es de noche» (estribillo), tra slancio e contrazione, in una sorta di palpitazione, di percussione che si fa strada nel buio, in un moto di avvicinamento (da «aquella» a «aquesta eterna fonte»). Sarà che conserva, la sua poesia mistica, il sapore del canto popolare (villancico). Sarà che essa è frutto d’intima esperienza, dove sapere («», «veo»: «so», «vedo») e oscurità («noche»: «notte») si compenetrano, dove il dogma cristiano non ha più bisogno del rigore dei nessi logici e dei termini (Dio, Trinità, Eucaristia), arrivando a toccare le nostre corde più profonde, senza comunque perdere i suoi tratti scritturistici, giovannei (ancora: la fonte, la notte, il pane di vita), e così custodendo la perla preziosa. Sarà che Giovanni della Croce resta, anche sottotraccia, un maestro nell’appassionare all’Amore, nell’appiccare la Fiamma (e il flamenco esprime in qualche modo una flama).

Una bella provocazione

Sarà. Fatto sta che Rosalía & Co. hanno deciso di riproporre oggi nella chiave di una musica tradizionale ma molto aggiornata un testo poetico composto secoli or sono nel chiuso in un carcere disumano (con qualche ritocco, anche perché sia meglio intelligibile), arrivando a milioni di persone… Ci provoca, questa proposta, soprattutto per un certo sguardo che ci permette di condividere sulla fede cattolica, su questa radice così remota (o rimossa) per tanto mondo contemporaneo – uno sguardo qui guidato da segni grafici in sovrimpressione non sempre afferrabili, a volte evocativi della morte… (si tenga conto, in ogni caso, che la morte ha una presenza singolare dentro la tradizione spagnola).

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Nel video l’abitacolo della vecchia macchina e l’altare della cappella, appena carichi di oggetti devozionali (crocifissi, statuine, santini, rosari… – e pensare che la Capella del Sant Crist del Fossar di Sant Esteve Sesrovires è davvero così, più o meno), sembrano parlarci di una cultura un po’ passata, con i suoi resti di povere cose di poco gusto, che magari si rivelano però tracce verso qualcosa di più profondo, luminoso, lì dove arriva il vialetto segnato dai lumini o sull’altare ravvivato dai fiori finti… all’interno di un cimitero. Ed è forse proprio in un tentativo di sguardo all’origine che questi artisti, con il loro mix di antico e nuovo, hanno deciso di girare nel paese della giovane cantante (ma perché non immaginare anche nella poesia della fonte un richiamo a Fontiveros, il villaggio natale di Giovanni della Croce, Fons verus…?).

E il Carmelo?

Al di là dell’uso scaltro che vi si fa del religioso, ci provoca, questo Aunque es de noche, a passare da un’immagine di cattolicesimo come fatto meramente storico e culturale, forse remotamente familiare, comunque lontano, a una fede essenziale e vitale, purificata dalle incrostazioni, del presente. È chiaro che qui il Carmelo viene direttamente interpellato nelle sue figure più qualificate: Giovanni della Croce con le sue parole ispirate e universali, Teresina fra tante piccole cose, ma come sempre sorprendente, sul cruscotto, e quella «flamenca» di Teresa di Gesù (Federico García Lorca) nel giorno della sua festa liturgica, il 15 ottobre 2017, scelto per filmare la versione (ovvero lo spin-off) A cappella. Troppo per essere riferimenti isolati. Abbastanza per riflettere sull’attualità della missione carmelitana.

Potrà trattarsi solo di un gioco per l’originale cantaora catalana dall’accento andaluso, capace di un uso provocatorio della sua immagine, del suo corpo, oltrepassando i confini non solo del pudore ma del rispetto dell’immaginario sacro cattolico (si pensi alla copertina di El mal querer). Peccato, allora, ma bisogna dire da parte nostra che se Rosalía, insieme ai suoi collaboratori, gioca con il fuoco del Carmelo, il Carmelo dovrà aumentare la fiamma della sua carità perché questa giovane donna, e non solo lei, venga strappata via dal pericoloso crinale su cui sta ballando.

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Rosalía, Aunque es de noche:

https://www.youtube.com/watch?v=6s-MQzPZ6IE

Rosalía, Aunque es de noche. A cappella (spin-off):

https://www.nowness.com/picks/rosalia-a-capella-ignasi-monreal

Enrique Morente, Aunque es de noche (originale):

https://www.youtube.com/watch?v=z2q8qZJ4eo8

Per un articolo recente su argomento affine:

https://www.carmeloveneto.it/joomla/s-giovanni-della-croce/587-mi-ami-anche-di-notte-l-ultimo-riecheggiamento-di-s-giovanni-della-croce

Per un articolo su Teresa flamenca e sul duende carmelitano:

https://www.carmeloveneto.it/joomla/2014-11-25-14-48-11/cultura-carmelo/335-garcia-lorca-e-il-duende-carmelitano