Il tema del grest era incentrato sul film di Indiana Jones, dal quale si coglievano alcuni spunti particolari per la vita di tutti i giorni, come per esempio l’importanza di una buona ricerca, che non si chiude in se stessi, ma si apre all’amicizia e alla condivisione con gli altri: è il cercatore di perle del Vangelo che, dopo aver scoperto il Regno dei cieli, non può più farne a meno.

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Dopo la prima accoglienza l’inizio prevedeva la preghiera e un po’ di canti, balli e bans di vario tipo; poi si dava inizio alle diverse attività. Tutta la mattinata era pressoché occupata dai giochi, interrotti da qualche sosta per dissetarsi o rinfrescarsi con un po’ di ombra, ma soprattutto dalla puntualissima merenda, preparata sempre con generosità dai cuochi, che, per turni settimanali, si occupavano del pranzo. Il pomeriggio, invece, si suddivideva in modo più vario con un po’ di tempo per il gioco libero nell’immediato post-pranzo, l’ora di studio o di lettura a seguire e infine nuovo spazio per giochi o laboratori (arte e murales, scienze, danza e falegnameria). La giornata si concludeva con un altro momento di canzoni e balli e la preghiera conclusiva. Ogni giornata, inoltre, era accompagnata da un tormentone, “El mismo sol” di Alvaro Soler: a partire dalle parole della canzone, l’impegno quotidiano era quello di camminare insieme nello stesso sole, cioè Gesù, luce e guida per tutti.

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Durante le quattro settimane non sono mancate neppure le gite (una alla settimana), in particolare ricordo quelle al maneggio dei cavalli di Basso Acquar e al parco avventura di Bosco Chiesanuova (Vr), ma c’è stata anche la possibilità di qualche bagno in piscina. Ogni gita terminava con un momento di festa anche insieme ai genitori.

Quale impressione, quindi, può restare al termine di questa attività? Certamente il grest non ha rappresentato – per usare termini un po’ forti – un parcheggio per bambini, rimasti a casa da scuola, ma ha voluto essere fin dall’inizio un ambiente educativo importante, ricco di fede e di occasioni di crescita. Questo è il fine, ma prima ancora la sostanza di quello che vorrebbe diventare da oggi in avanti il «Karmel grest» della nostra parrocchia a Verona.