Eppure l’immagine del cristallo – che è un tipo di vetro – è usata da Teresa nel Castello Interiore: “Possiamo considerare la nostra anima come un castello fatto di un sol diamante o di un tersissimo cristallo, nel quale vi siano molte stanze, come molte ve ne sono in cielo.” Tuttavia l’anima può rifiutare il rapporto con Dio che la illumina: “Si deve intanto considerare che la fonte, o, a meglio dire, il Sole splendente che sta nel centro dell’anima, non perde per questo il suo splendore né la sua bellezza. Continua a star nell’anima, e non vi è nulla che lo possa scolorire. Immaginate allora questo cristallo esposto ai raggi del Sole splendente, ma ravvolto in un panno molto nero: il sole dardeggerà sulla stoffa, ma il cristallo non ne verrà illuminato.” Nel Libro della Vita Teresa descrive queste diverse condizioni delle anime: “È come se da una parte si vedesse un’acqua limpida scorrere sopra il cristallo illuminato dal sole e dall’altra un’acqua molto torbida volgere fra la polvere sotto un cielo nuvoloso.”
Dalla suggestione dell’acqua, che ritorna spesso nelle opere di Teresa, è stato ispirato il maestro Giancarlo Signoretto che con i suoi allievi della Scuola del Vetro Abate Zanetti –“unica scuola di vetro al mondo” ricorda – ha realizzato “Il Cristo di Santa Teresa” attraverso la tecnica del “sommerso”. “Tecnica molto vecchia, che ha fatto la storia di Murano, sviluppata negli anni ’50 dal maestro Alfredo Barbini” ci spiega Signoretto che descrive la creazione dell’opera: “Il volto di Cristo è stato scolpito a caldo nel vetro, poi sono stati aggiunti dei particolari e sommersi in una massa di vetro attraverso 3 colate più una finale che avviene nel forno.” Quanto all’ispirazione dice: “Abbiamo seguito la storia della Santa e ci siamo immersi in essa, cercando di capire il suo passaggio nel percorso dell’arte. Abbiamo dato questa interpretazione del Cristo sommerso nelle acque della laguna, un richiamo al luogo della creazione dell’opera (alcune chiazze di colore azzurro), opera dove si vedono molte sfumature rosse che indicano la sofferenza del Cristo.” Riecheggiano le parole di Teresa nel Cammino di perfezione: “consideratelo con la croce sulle spalle, quando i carnefici non gli permettono nemmeno di respirare. Egli allora vi guarderà con quei suoi occhi tanto belli, compassionevoli e ripieni di lacrime; dimenticherà i suoi dolori per consolare i vostri, purché voi Lo guardiate e Lo preghiate di consolarvi.”
Signoretto inoltre sottolinea l’importanza di un’occasione come questa per i suoi allievi, “una bella soddisfazione” dice, e Paolo Crepax, maestro del vetro soffiato e autore del “Cuore trafitto” che rappresenta l’episodio della Transverberazione, quando il cuore della santa fu trafitto da una freccia infuocata dell’amore di Dio durante un’estasi, ne sottolinea l’importanza per Murano in questo momento di forte crisi, in cui “la situazione delle vetrerie è drammatica” aggiunge Rossetto.
A Matteo Seguso, uno degli ultimi maestri nella tecnica dell’incisione, è stata affidata la riproduzione di un breve testo oggi famosissimo, trovato su un foglietto nel breviario della Santa dopo la sua morte, il “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi; tutto passa, Dio non cambia; la pazienza ottiene tutto; chi possiede Dio non manca di nulla. Solo Dio basta” che l’artista ha realizzato come un cartiglio rosso con il testo inciso in bianco.
Si possono ammirare poi le creazioni della famiglia Badioli, dei Giuman, artisti nella tecnica delle fusione a cera persa, della ditta Panizzi, esperta nella molatura, del maestro Camozzo. Molto suggestivi anche due piatti decorati con il “Ritratto” della Santa e “L’estasi”, opere rispettivamente di Francesca Bucella della Scuola Abate Zanetti e della vetreria Rossetto.
Carlotta Venuda
(da Gente Veneta [settimanale della diocesi di Venezia]
anno XLI, n. 17 (1° maggio 2015) p. 20)