“Assumere o vestire un abito non significa vestire una livrea, ma significa assumere una relazione con Gesù”, ha esordito il padre provinciale. “Discepoli diventiamo e siamo quando assumiamo proprio questa identità di discepoli dal fatto che siamo amati”. Questa coscienza di essere amato l’ha espressa anche fra’ Vasyl nella lettera di richiesta di ingresso in noviziato. E su questa frase e sulla figura del discepolo amato, la figura di san Giovanni apostolo ha contraddistinto la prima parte della omelia.
Il secondo aspetto ricordato da padre Giuseppe è stato il legame con Maria, che il nostro Ordine ha sempre venerato e riconosciuto come maestra e sorella nella sequela di Cristo.
L’abito che portiamo, in particolare lo scapolare, è chiamato l’abito di Maria e portarlo è un dono grande ed una responsabilità, in primis come testimonianza di una relazione con Cristo e la Vergine Santa.
Preghiamo il Signore perché, sempre citando l’omelia di padre Giuseppe, “chiami altri ragazzi e ragazze e ci aiuti anche a trovare la strada affinché possiamo lavorare insieme e possiamo essere persone affascinanti, in modo tale che quelli che sono chiamati possano seguire il Signore in questo nostro Ordine. In questa nostra bella storia”.
Un momento della Santa Messa.
Con p. Rosario Bologna, maestro dei novizi.
Selfie con gli altri formandi e formatori.