Come ha rilevato il Vescovo nella sua omelia, la lex orandi ha posto meravigliose coincidenze fra questa domenica della gioia, nella cui prima lettura è stato menzionato “lo splendore del Carmelo” e nel cui vangelo è stato ricordato proprio san Giovanni Battista, e il ricordo di san Giovanni della Croce, nel cui giorno liturgico è stata celebrata l’ordinazione. Entrambi i Giovanni sono stati maestri del distacco e della “decrescita”, non per rigorismo penitenziale, ma soltanto per spogliarsi e per unirsi misticamente al Verbo Sposo delle anime: Colui che nel Natale e poi sul talamo nuziale della croce ha definitivamente congiunto la sua natura divina con le nostre nature cieche, zoppe, impure, sorde, morte e povere (Mt 11,5). Questa, anzitutto, è stata la Sua diaconia: “Servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45), e questo anche è il destino ora sacramentalmente impresso nel nostro fra Iacopo.