Nella scena di destra è rappresentato l’episodio della lavanda dei piedi nel contesto della cena del Giovedì Santo. Si tratta dello Sposo che ha cura della Chiesa, cioè della comunità dei discepoli rappresentati da Simon Pietro.

Questi due mosaici sono visti per ultimi quando i fedeli escono dalla chiesa. Al termine dell’Eucarestia, lasciando la chiesa, queste due scene evangeliche rappresentano anche un essere mandati in missione nonché la continuità della celebrazione nella vita di tutti i giorni dei fedeli. Dopo la lavanda dei piedi, Gesù ha detto: Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piede gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, così facciate anche voi…. Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Come io vi ho amati, amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13, 14-15. 34-35).

Da notare che, fra i due personaggi di ciascuna scena, si delinea uno spazio dorato che vuol simboleggiare il legame di amore e l’intima comunione creata dai gesti di amore rappresentati. Questi gesti di amore hanno lo stesso valore di quello rappresentato nel centro dell’abside che descrive la Gerusalemme Celeste nella gloria di Cristo Gesù. Comprendiamo così che un gesto di amore fatto nel nome di Gesù appartiene già alla vita eterna, ogni gesto di amore costruisce nel mondo un frammento del Regno dei cieli, introduce l’eterno nei nostri giorni.

Come dice Soloviev: l’amore è la forza che può anticipare il futuro. Forse per questi motivi, a nostra insaputa ma con immenso piacere, l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della C.E.I. ha scelto per il manifesto della Giornata Mondiale del malato il mosaico della nostra Chiesa.