“Noi oggi celebriamo un matrimonio – ha detto mons. Beschi, riferendosi al momento di Grazia speciale che abbiamo vissuto -  una unione coinvolgente con Cristo”. E in effetti, la Professione solenne è un atto di amore di Gesù, che pone in uno stato di vita, che è solo amore, mettendoci in un rapporto personale ed esistenziale con Lui; ed è “per sempre”, perché l’amore non ammette sospensioni né limiti, richiede la totalità della persona: mente, cuore, volontà, corpo, tempo".

Provvidenza ha voluto che la liturgia della III domenica di Quaresima presentasse la bellissima pagina del Vangelo dedicata all’incontro tra Gesù e la Samaritana al pozzo di Sicar; commentando nell’omelia questa scena evangelica, mons. Beschi ha detto che, come accadde alla donna, Gesù è Colui che ognuno di noi attende, il nome profondo e vero di ogni attesa umana. E’ di Lui che abbiamo bisogno, sia che lo sappiamo, sia che non lo sappiamo, perché Gesù è la sorgente dell’acqua della vita. Non ci possono mai bastare, infatti, i “pozzi” scavati dall’uomo; ci vuole la “sorgente”, che è dono di Dio. Gesù comunica all’umanità smarrita l’Amore di Dio, che è lo Spirito Santo, attraverso il suo Cuore spezzato e spalancato. Ed è proprio ciò che veniamo a cercare in queste donne consacrate totalmente a Lui; esse ci ricordano e ci fanno percepire che il dono è anche per noi.

"Non solo. Poiché Dio ha bisogno di adoratori veri, e il vero tempio dove possiamo incontrare Dio è Gesù, la Sua Persona, “cercare adoratori” significa cercare persone che entrano in relazione esistenziale, personale, coinvolgente con Dio, attraverso Gesù. La consacrazione di sr. Giovanna è proprio segno di questa “adorazione in spirito e verità”. Gesù è anche lo Sposo: al pozzo di Sicar c’è quella donna che troverà lo Sposo che solo può riempire il suo cuore e sr. Giovanna oggi è testimone esistenziale che Gesù è davvero Colui che solo riempie il cuore di ogni uomo”.

Al Carmelo lo diciamo con gesti semplici, ma radicali, perciò veri.