di P. Antonio Maria Sicari ocd
Misericordia per gli emarginati
1. San Martino de Porres (1579-1639).
Al tempo e nella società peruviana in cui nacque, a Martino, figlio illegittimo di un nobile e di una schiava, spettava soltanto il titolo ingiurioso di «cane mulatto». Ma tutti finirono per chiamarlo «Martino della Carità», ammirati dalla dedizione con cui prestava il suo servizio di infermiere a chiunque avesse bisogno di lui. Il suo “ambulatorio medico” (nel convento domenicano, dove era stato accolto come oblato) era sempre pieno di malati, anche perché le guarigioni erano innumerevoli e spesso prodigiose. Ma fra Martino spiegava sorridendo: «Io ti curo, Dio ti guarisce». Così la fama del fraticello santo dilagava e le file di poveri e di malati si accrescevano.
Ma ad assillare particolarmente il suo cuore, era la situazione (che egli ben conosceva) degli orfani, abbandonati a se stessi, costretti a vagare per le strade, dediti all’accattonaggio, privi di qualsiasi educazione e senza speranza di riscatto. Per loro fondò addirittura un istituto – El Asilo de Santa Cruz, il primo collegio del Nuovo Mondo! – dove li accolse a decine, garantendo loro non soltanto il necessario mantenimento, ma la presenza stipendiata di assistenti e educatori. Alle ragazze, garantiva perfino una dote conveniente, per quando giungevano in età di marito.