di F. Iacopo Iadarola ocd

Diapositiva3

Si è da poco concluso il ritiro spirituale guidato da Papa Francesco in occasione del giubileo dei sacerdoti, con tre meditazioni che ci paiono fra i testi più belli sinora prodotti dal Santo Padre. A ridosso della solennità del Sacro Cuore di Gesù, si è effuso ex abundantia cordis parlando da pastore a pastori, ma senza lesinare sapienza, immagini e ammonimenti capaci di andare dritti al cuore di ogni lettore, anche che non sia presbitero. Una vera gustosissima quintessenza del suo magistero. Ed era naturale, quindi, che in questa summa non mancasse un riferimento, duplice, alla sua "querita" Teresina, la nostra S. Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo.

La prima citazione di Teresina è nella seconda meditazione delle tre, nel paragrafo intitolato Cuori ri-creati: "Il miglior confessore è di solito quello che si confessa meglio. Possiamo farci la domanda: io come mi confesso? Quasi tutti i grandi santi sono stati grandi peccatori o, come santa Teresina, erano consapevoli che era pura grazia preveniente il fatto di non esserlo stati". Il riferimento è alla famosa storia - raccontata nel Manoscritto A di Storia di un'anima, 38v° ss. - dell'abile dottore che, sapendo che suo figlio sta per percorrere una strada dove rischia di inciampare in un sasso, va e lo toglie. Così Dio avrebbe fatto con la stessa Teresina, alla quale non è stato perdonato molto, come alla peccatrice che lava i piedi di Gesù con le proprie lacrime, ma tutto, avendole tolto per pura grazia ogni possibilità di compiere quei peccati che - Teresina lo ammette - avrebbe potuto compiere. Non si smetterà mai di imparare, da questa sapientissima storia di Teresina, a riconoscerci miseri peccatori salvati per grazia (e per chi volesse contemplarla anche con gli occhi è possibile farlo tramite la mostra "In principio era la misericordia", allestita dalla nostra Provincia, visitabile on-line qui).

La seconda citazione è invece presente nella terza meditazione, dove Francesco insegna come essere buoni confessori: "L’altro consiglio: non siate curiosi nel confessionale. L’ho già accennato. Racconta santa Teresina che, quando riceveva le confidenze delle sue novizie, si guardava bene dal chiedere come erano andate poi le cose. Non curiosava nell’anima delle persone (cfr Storia di un’anima, Manoscritto C, Alla madre Gonzaga, c. XI 32r). E’ proprio della misericordia “coprire con il suo manto”, coprire il peccato per non ferire la dignità". 

Rileviamo che la citazione riportata sul sito del Vaticano è scorretta: non 32r° ma 32v°. Eccone il contesto: "Così quando parlo con una noviza, cerco di farlo mortificandomi, evito di rivolgerle delle domande che potrebbero soddisfare la mia curiosità; se inizia a parlare di una cosa interessante e poi passa ad un'altra che mi annoia senza concludere la prima, mi guardo bene dal ricordarle l'argomento che ha lasciato da parte, perché mi sembra che non si può fare alcun bene quando si cerca sè stessi". Ne avevamo già parlato in questo articolo, dove recensivamo la stessa citazione fatta dal Papa in occasione del Discorso ai partecipanti al raduno dei formatori di consacrati e consacrate

In definitiva, abbiamo l'ennesima conferma di quanto Teresina sia profondamente riuscita a compiere la propria vocazione: un'insignificante monaca, con pochissimi contatti sociali, scarsa cultura e nessun apostolato, nominata Dottore della Chiesa e patrona delle missioni; e a tutt'oggi additata dal Sommo Pontefice come modello per i confessori e i pastori della Chiesa universale, di quella Chiesa al Cuore della quale aveva saputo porsi, semplicemente offrendosi all'Amore.

Papa sacerdoti