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Sabato 10 settembre 2016 è stato un giorno memorabile, di quelli che non capitano tanto spesso: sei novizi della Provincia Veneta dei Carmelitani Scalzi hanno fatto la loro Professione semplice e sono diventati frati, consacrandosi per ora in forma provvisoria, come richiede la Chiesa, ma in attesa che fra qualche anno il “per sempre” che hanno in cuore lo diventi a tutti gli effetti. Ecco i loro nomi: Gabriele del Padre, Iacopo di Maria Bambina, Omar dell’Amore Misericordioso, Francesco dell’Eucaristia, Michele della Croce, Francesco di Gesù.
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di María del Puerto Alonso ocd
Il nostro padre e fratello San Giovanni della Croce ebbe un'infanzia molto difficile. Perse il padre in tenera età, conobbe la fame, la miseria, imparò a svolgere numerosi lavori senza riuscire ad identificarsi con nessuno. Un nostro confratello disse in diverse occasioni che Giovanni aveva tutte le qualità per essere "il patrono degli amareggiati". Ciononostante le testimonianza dei suoi processi di beatificazione e canonizzazione insistono sul fatto che egli era un uomo affabile e sereno. Un uomo convinto della presenza della misericordia di Dio nella sua vita e nella storia dell'umanità.
San Giovanni non esitava nel chiamare Dio "Padre di misericordia". E comincia così la sua famosa "Orazione dell'anima innamorata":
«Signore Dio, mio Diletto! Se il ricordo dei miei peccati ancora ti trattiene dal concedermi ciò che ti domando, fa' pure, riguardo ad essi, mio Dio, la tua volontà, che è la cosa che io desidero sopra ogni altra; ma, deh! usa la tua bontà e misericordia, e nel perdono di essi sarai conosciuto» (Sentenze, 25).
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di María del Puerto Alonso ocd
Juana Fernández Solar nacque a Santiago del Cile il 13 luglio 1900. Fin dalla sua adolescenza si sentì irresistibilmente attratta da Cristo. Giovane devota, sportiva e serena, cercò di essere un angelo di pace in mezzo alle difficoltà familiari. Il 7 maggio 1919 fece il suo ingresso nel monastero carmelitano di Los Andes e le fu dato il nome di Teresa di Gesù. Morì il 12 aprile dell'anno seguente, dopo aver fatto la sua professione religiosa. I suoi scritti e il santuario dedicato a lei a Los Andes diffondono la sua spiritualità in Cile e in tutto il Sudamerica.
Teresa di Los Andes visse molto poco, soltanto per 19 anni. Ed è stata condizionata dalla sua epoca, nella quale la relazione con Dio era caratterizzata, in gran parte, dal timore. Ma nei suoi brevi scritti e nelle sue lettere si scorge una grande evoluzione: la misericordia di Dio diviene mano a mano e in maniera sempre più radicale la protagonista della sua vita.
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di P. Antonio Maria Sicari ocd
UNA SPOSA TUTTA MISERICORDIOSA
Oggi si parla molto della misericordia di cui avrebbero bisogno molte famiglie ferite e molti coniugi, sopraffatti da problemi e conflitti che non riescono più a sopportare. Forse, però, bisognerebbe parlare anzitutto della misericordia che gli stessi coniugi in crisi potrebbero umilmente esercitare fin da quando la famiglia comincia a vacillare. A volte, per salvarla, basterebbe anche soltanto la misericordia pazientemente esercitata da un suo solo membro, capace di sperare e di amare con speranza. Tale fu la vicenda di Elisabetta Canori Mora (1774-1825)1 che Giovanni Paolo II – nel 1994, Anno Internazionale della Famiglia – ha voluto beatificare assieme a Gianna Beretta Molla, definendole entrambe «donne d’eroico amore».
Il matrimonio tra Elisabetta, di nobile famiglia romana, col giovane e ricco avvocato Cristoforo Mora sembrò all’inizio l’avverarsi di una favola. Lui si diceva folgorato dalla bellezza di lei, tanto che giurava e spergiurava che non avrebbe mai e poi mai cercato alcun’altra donna, se ella si fosse degnata di accettarlo. E s’inquietava al pensiero che qualcosa potesse offuscarla: la sua sposa non doveva né stancarsi, né fare un qualsiasi lavoro che potesse sciuparla. Non ammetteva nemmeno che cucisse e ricamasse, perché non le si indurissero le dita. Ed era anche di una gelosia ossessiva, tanto da impedire alla moglie ogni contatto con i parenti.
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di P. Antonio Maria Sicari ocd
UNA MADRE MISERICORDIOSA
Che il termine «misericordia», nell’originale biblico, indichi l’attaccamento della madre per il bimbo che ha custodito nel suo grembo è cosa ormai nota. E certo sono innumerevoli gli esempi di indistruttibile amore materno. Ma la misericordia si mostra soprattutto quando, alla stessa madre, è chiesto un “di-più” d’amore, spesso incompreso dagli altri. Tale è il caso di santa Gianna Beretta Molla (1922-1962), una donna, sposa e madre, che esercitava la professione medica, e la viveva appassionatamente.
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