a cura delle Carmelitane Scalze di Vicenza
“Dio le donò un cuore grande come la sabbia del mare”…Di lei, di S. Teresa, resta ancora per noi monache l’eredità più grande, da rigenerare ogni giorno: un cuore immenso, un castello dalle mura come braccia che avvolgono Colui che sta dentro ma con l’amore travolgente che vuole straripare sul mondo… perché questo si impara continuando a “stare da soli a soli con Colui che sappiamo che ci ama”.
E se anche oggi nulla sarebbe da festeggiare, perché le troppe lacrime e il troppo dolore dei fratelli ucraini, palestinesi, israeliani, e chissà di quanti altri, sta inondando gli occhi e i pensieri, quella Madre che ci ha “piantate con la sua destra”, che ci ha consegnato un dono tanto speciale proprio per la Chiesa e per il mondo intero, no, la dobbiamo festeggiare!
E lei, come avrebbe voluto essere accolta da noi, oggi, nel viaggio ideale di più di 500 anni, che Teresa l’”Andariega”, ha compiuto tra tortuosi sentieri della Storia, fra gli assetati desideri delle anime in ricerca e le solitudini di quelle nell’oscurità? Come le avremmo aperto le porte del nostro “colombaio della Vergine”? Amore di Dio e del prossimo: è ovvio! Provando a gustare di nuovo e più in profondità la nostra fraternità…e vivendo l’amicizia con Gesù. L’amicizia, sì, l’amicizia è la parola chiave quest’anno per celebrare Teresa. “…Fate l’azione contraria”: così risaniamo le ferite del nostro tempo, essendo amiche!
E per esserlo, prima cosa: pregare insieme; poi, condividere una buona colazione; infine, “la fonte e il culmine” della nostra giornata, la S. Messa, presieduta dal vicario episcopale per la Vita Consacrata, don Giuseppe Bonato, grande appassionato di S. Teresa di Gesù - ne ha visitato tutte le Fondazioni e tanto ne apprezza il carisma. L’omelia è stata tutta un rileggere l’attualità con gli occhi della Grande Maestra di vita spirituale: la sua celeberrima frase - “il mondo è in fiamme” - può essere il motto per questi giorni convulsi. E se la vita religiosa sembra attraversare un tempo di “assottigliamento ”, don Beppino, ricorda anche che i numeri non sono tutto: all’Incarnazione c’erano pure 180 monache, ma il fervore non sembrava propriamente di alto livello. Cosa può contrastare, allora, la confusione, il disaccordo, la mancanza di unità tra gli uomini, se non una consacrazione al Carmelo davvero vissuta senza riserve, senza tirarsi indietro, senza la mediocrità, che corrode la gioia e la testimonianza autentica del Vangelo? Mons. Bonato, poi, ha ricordato come Teresa alla domanda “insegnami a meditare” rispondeva: "vieni con me, facciamo insieme l’orazione". Anche in questo è nostra maestra e madre, nel fare insieme le cose. Infine raccomanda Mons. che per crescere nella vita spirituale occorre prendere il più possibile, almeno ogni giorno, un passo della Bibbia, qualsiasi passo che sia del Nuovo che dell’Antico Testamento.
Per sottolineare la liturgia, poi, un nostro amico ha pensato bene di farci conoscere un’arpista, che già il 1° ottobre ci ha aiutato ad animare la S. Messa con la soavità di accordi e melodie realmente celestiali.
E per restare in tema teresiano, poteva forse mancare il povero, che bussa con tanta umile gentilezza, per chiedere: “Avete forse un panino?” . Quanto sarebbe stata felice S. Teresa di poterlo invitare a pranzo! Noi gli abbiamo semplicemente offerto una borsetta con quanto toccava a noi a pranzo! Quando l’abbiamo salutato, a voce bassa, abbiamo detto: “Ciao, Gesù. Buon appetito!”
E il pomeriggio? Non siamo, forse, “figlie della Chiesa”? Alla partenza per il Conclave, l’allora Patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto, disse ai suoi fedeli: “O vivo o morto, tornerò!”. A 120 anni dalla sua elezione a Papa, s. Pio X è davvero tornato a casa. Da alcune settimane è a Riese, il suo piccolo paese natio, e le Diocesi del Veneto lo stanno raggiungendo con partecipati pellegrinaggi… e noi? In Comunità le ammiratrici del caro don Bepi sono numerose… come dar loro la gioia di vederlo? Da una polverosa cineteca, ecco comparire una pellicola un po’ rovinata, con l’audio non certo digitalizzato…”Gli uomini che guardano il cielo”: la biografia di S. Pio X! Quanta commozione nel vedere il Cappellano Sarto che mescola la polenta per dei bambini rimasti orfani! E il dolore del Papa per lo scoppio della Grande Guerra! Basta così poco per ricordare, condividere e fermarsi a riflettere quanto poco è cambiato nei secoli e dei decenni… e farlo insieme!
Il Carmelo di Teresa non è mai un arrivo: ad ogni occasione, fra tanti passi indietro e i molti tentativi in avanti, è solo da scoprire in sé il gusto di camminare, la gioia di essere chiamati gratuitamente a farlo al fianco di un Amico, di uno Sposo, di un Fratello…”ora in un modo ora in un altro” . Mai da soli e mai senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte: da Teresa dobbiamo imparare ancora e solo questo, a “voler dare mille volte la vita perché nessuno si perda” . E si incomincia “in casa”.