Pesante e oscuro grava su di noi il cielo. È dunque eterna la notte e non brillerà mai più per noi la luce?
Il Padre di lassù ci ha voltato le spalle? Come un incubo lega il cuore il bisogno.
Non c'è in nessun luogo un salvatore che possa aiutarci?
Guarda, un raggio, vittorioso, penetra le nubi,
con amicizia guarda giù una luminosa piccola stella
quale occhio di Padre benevolo e mite.
E così raccolgo tutto quanto ci angoscia,
lo sollevo e lo depongo nelle tue mani fedeli:
Prendilo, San Giuseppe, pensaci!
Forti tormente rintronano nel paese.
Querce nel cuore della terra affondanti le radici
e superbe innalzanti al cielo la chioma,
giacciono ora svelte e schiantate,
terrore di devastazione intorno,
non squassa la tempesta anche la fortezza della fede?
Si spezzeranno le loro sante colonne?
Il nostro braccio è debole, chi le sosterrà?
Supplici innalziamo a Te le mani:
Tu, come Abramo, Padre della fede,
forte nella semplicità del bimbo,
miracolosamente potente per forza d’ubbidienza e senso puro:
protezione del santo tempio del nuovo Patto.
Proteggilo, San Giuseppe, pensaci!
Quando dobbiamo camminare fuori dalla patria
e di casa in casa alloggio cercare,
precedici allora tu, guida fedele, Tu compagno di cammino della Vergine purissima,
Tu premuroso Padre fedele del Figlio di Dio,
Betlemme e Nazareth, lo stesso Egitto ci sarà patria se tu sei con noi.
Dove tu sei, qui c'è la benedizione del cielo.
Come bimbi seguiamo i tuoi passi, stringiamo le tue mani con piena fiducia:
Sii tu la nostra patria. San Giuseppe, pensaci!
(da E. Stein, Nel Castello dell'anima, Edizioni OCD, Roma 2020, pp. 403-404)