di P. Tarcisio Favaro ocd
Sono passati 20 anni dalla celebre visita di san Giovanni Paolo II in Romania della quale molti ricordano il grido della moltitudine radunata col Papa e il Patriarca: unità! unità! Era il grido non solo dei cattolici, ma dei cattolici e degli ortodossi, era il grido della Chiesa. Sulla scia di quella visita si raccorda anche la nostra presenza carmelitana in questo Paese (Pasqua 2000).
Ora ritorna il Papa e lo slogan della visita è: camminiamo insieme. Certo è rivolto ai cattolici ai quali, questa volta, il Papa può far visita in tutte le loro componenti rituali e linguistiche. Ma le parole significano quello che significano, tutti le ascoltano e in tutti hanno la loro eco: camminiamo insieme! Il Santo Padre sarà Bucarest (dove incontrerà il Patriarca Ortodosso Daniel), Jași (dove risiede la maggioranza dei cattolici), Sumuleu Ciuc (santuario mariano con forte presenza ungherese) e Blaj (centro dei greco-cattolici romeni).
A Blaj si vivrà una cerimonia molto significatica e anche simbolica: la beatificazione di sette vescovi greco-cattolici, martiri nel periodo comunista. La chiesa Greco-cattolica qui in Romania fu soppressa nel tempo del regime comunista, ha visto tutti i suoi vescovi imprigionati e morti di stenti e torture nei lagher del regime. Non solo loro, ma anche preti, laici: una chiesa clandestina e martire. Per l’unità della chiesa e la fedeltà al Santo Padre.
Il regista del film Binecuvântată închisoare (Benedetta prigione) sta girando un altro film sulla figura del cardinal Hossu allora rinchiuso nel monastero ortodosso di Căldărușani (che si trova a pochi chilometri dal nostro convento). C’è la scena dell’arrivo del delegato del Papa con la nomina a cardinale per il vescovo. L’accordo col regime era che, accettando la nomina, accettasse anche di lasciare la Romania. Il santo Vescovo si inginocchia, bacia il sigillo e la firma del Papa e ringrazia, ma sceglie di rimanere dove è il suo gregge. Ecco: questo erano i Vescovi.
Una nota: il delegato del pontefice sarà impersonato dal nostro Priore: P. Antonio Prestipino. Ancora lui potrà salutare il Santo Padre all’ambasciata della santa Sede.
Noi tutti lo vedremo da più lontano.