di P. Ermanno Barucco ocd*
«Ci sei, esisti, sei nato. Ma preferiremmo che tu non ci fossi, che tu non fossi nato. La tua nascita ci ha danneggiato, perché ci costi di più di un bambino sano e ci hai appesantito la vita con una fatica in più, più di quanto sia già faticoso crescere un figlio sano.
E ci sono pure genitori che scoprono con figli come te la gioia di avervi, la benedizione di avervi avuto e, insieme alla fatica in più, l’amore più grande che ricevono da voi dopo avervi tanto amati che siete diventati dei figli “cari” (in amore insieme ai costi!). Incomprensibile per noi.
Se 10 anni fa ci avessero informato sui test aggiuntivi che avrei potuto fare – ma ero molto giovane allora, una donna appena ventenne, e le statistiche insieme alle indagini mediche per questa età non si spingono normalmente oltre le ecografie per valutare la possibilità di avere un figlio con malformazioni genetiche e per non correre rischi elevati di perdere il bambino – avremmo certamente scoperto che eri un “feto Down” e avremmo potuto scegliere l’aborto.
Perché questa è la logica della battaglia legale che abbiamo intrapreso da tempo contro i medici dell’Ospedale e che abbiamo vinto grazie ai nostri avvocati. I giudici hanno riconosciuto che i medici avrebbero dovuto fare di più, informarci di più sui metodi invasivi di controllo (anche se più rischiosi per te!), essere più sicuri di impedire la tua nascita (e tutte le nascite “come” la tua). Hanno sbagliato! Che paghino ora per le spese aggiuntive che ci sei costato e che ci costerai insieme alla fatica immensa di guardarti ogni giorno in viso e non capire perché ci sei, perché sei nato».
Sembra esserci scritta questa lettera (pur se l’ho inventata) tra le righe della sentenza del tribunale di Pordenone che ha condannato l’Aulss 4 del Veneto orientale e il primario di ginecologia dell’Ospedale di Portogruaro a risarcire la madre con mezzo milione di euro per averle procurato un danno patrimoniale “a causa di un errore medico”.
Ma io ti guardo in viso, Paolo (ti chiamo così), e sono contento che tu ci sia, che tu sia nato, lo è anche Dio, e lo saranno anche i tuoi genitori un giorno, vedrai, capiranno, e gioiranno per te e con te. Come dice Papa Francesco: «Non lasciamoci rubare la speranza».
* Professore di Bioetica
Papa Francesco: «Per avere una vita tranquilla si uccide un innocente»
«I figli sono il dono più grande. I figli che si accolgono come vengono, come Dio li manda, come Dio permette – anche se a volte sono malati». È quanto ha affermato Papa Francesco lo scorso 16 giugno all’incontro con il Forum delle Associazioni familiari. E ha aggiunto: «Ho sentito dire che è di moda – o almeno è abituale – nei primi mesi di gravidanza fare certi esami, per vedere se il bambino non sta bene, o viene con qualche problema… La prima proposta in quel caso è: “Lo mandiamo via?”. L’omicidio dei bambini. E per avere una vita tranquilla, si fa fuori un innocente».
Pubblicato in Gente veneta, anno XLIV, n. 27 (6 luglio 2018) p. 4