Ricorre oggi nel martirologio romano, al 5 dicembre, la memoria del beato Bartolomeo Fanti, illustre carmelitano della Congregazione mantovana. Eccono qui un breve profilo biografico tratto da I Carmelitani a Mantova: 1936-1986, i cinquant'anni di un ritorno, Provaglio d'Iseo, 1986.
La vita del Beato Bartolomeo Fanti, che va dal 1443 al 1480, coincide col periodo di massima vitalftà ed espansione della Congregazione mantovana; anzi, egli ne fu, seppure in forma nascosta, uno dei più validi promotori. Purtroppo, le notizie biografiche giunte fino a noi sono molto scarse per poter dare di lui una precisa fisionomia di uomo e di santo dalla spiccata personalità e dai linea menti ben distinti.
Da notare anhe che a quei tempi i biografi andavano in cerca del sensazionale, del clamoroso, piuttosto che indagare nelle piccole virtù. E Bartolomeo Fanti aveva poco che potesse attrarre questo genere di curiosità. Egli nacque a Mantova, o comunque nel Mantovano, da una famiglia certamente agiata, che gli permise un tirocinio scolastico severo. A diciotto anni Bartolomeo abbandonò la vita secolare ed entrò come novizio nel convento cittadino dei Carmelitani. Non si conosce la data precisa della sua professione religiosa, né quella della ordinazione sacerdotale. Ammirati della sua virtù, prudenza e sapienza, i superiori gli affidarono presto l'incarico di maestro dei novizi. Fu merito suo se le file dei giovani non solo aumentarono di numero, ma anche in fervore di vita religiosa. Il Beato Battista Spagnoli fu un suo discepolo.
Di Bartolomeo Fanti i contemporanei ammirarono soprattutto l'umiltà, che lo portava a gioire santamente degli scherni e delle umiliazioni. Egli sembrava aver fatto proprio l'invito di "perfectum gaudium'' di S. Francesco. La sua vita interiore era tutta rivolta alla devozione della Eucaristia. Aveva tanta fede nella presenza di Dio nell'Ostia onsacrata che si sentiva di ungere con l'olio della lampada del Santissimo gli ammalati che ricorrevano a lui. E si ebbero parecchi casi di guarigioni giudicate miracolose dai testimoni.
Bartolomeo Fanti era anche molto devoto della Madonna e in suo onore fondò in Mantova la Confraternita del Carmine. L'incarico di maestro dei novizi non gli impedì di svolgere una feconda attività tra i secolari, specialmente a favore dei poveri e dei sofferenti. Subito dopo la morte, la sua tomba fu mèta di continui pellegrinaggi, per i molti miracoli attribuiti a Bartolomeo. Rimase nel sacello del Carmine fino al 1783, quando il convento venne chiuso per ordine di Giuseppe. Trasferite le reliquie nella Chiesa di San Marco, vi rimasero per sedici anni; poi furono traslate nella Cappella dell'Incoronata, dove si conservano, tuttora incorrotte.
Il culto di Beato gli venne decretato il 18 marzo 1909 da san Pio X che, com'è noto, fu Vescovo di Mantova.