di P. Ermanno Barucco ocd
La città lagunare per eccellenza ha un legame particolare con tutti e tre gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, che si esprime in rappresentazioni architettoniche e artistiche varie e numerose. Scegliamo due percorsi significativi.
Tre luoghi in città
San Michele è il nome del cimitero di Venezia, voluto da Napoleone sull’omonima isola che ospitava l’abbazia camaldolese dedicata all’arcangelo guerriero che insieme ai suoi angeli combatte contro il drago-satana e gli angeli ribelli. È significativo quindi che proprio nel luogo dove oggi “riposano” i morti in attesa della resurrezione, san Michele annunci la vittoria di Dio sull’autore della morte, il diavolo. A fianco della facciata della chiesa, sopra la porta d’ingresso del chiostro, c’è la statua dell’Arcangelo che trafigge il diavolo con la lancia e “pesa” le anime con la bilancia, o per allontanarle nella perdizione o per introdurle nella salvezza.
La chiesa dell’angelo Raffaele si trova nella zona dove oggi sorge il porto di Venezia. È bene che il patrono dei viaggiatori, che secondo il racconto biblico accompagnò nel viaggio il giovane Tobia, sia oggi “vicino” a coloro che partono per i viaggi in mare, accompagnandoli ancora con la sua guida e protezione, garantendo loro anche la salute, egli che contribuì alla guarigione del padre di Tobia dalla cecità e il cui nome significa “medicina di Dio”. Le statue dell’angelo e Tobia campeggiano sulla facciata della chiesa.
In cima al campanile di Piazza San Marco troviamo una grande statua dorata dell’Arcangelo Gabriele: l’attuale risale agli inizi dell’‘800 (restaurata dopo il crollo del campanile all’inizio del XX secolo) ma ve ne era già un’altra dal ‘500. La caratteristica è che la statua gira a seconda del vento perché le sue ali fanno da vela. Secondo la leggenda Venezia fu fondata il giorno dell’Annunciazione, il 25 marzo 421. Quindi la statua ricorda l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria perché diventi madre di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, ma in quella posizione la statua dell’Arcangelo Gabriele annuncia a Venezia la sua missione: essere anch’essa madre, nel “generare” nuovamente il Figlio di Dio negli uomini, perché diventino figli di Dio.
Tre statue agli angoli di Palazzo ducale
Ai tre angoli di Palazzo ducale sono rappresentate tre scene bibliche e sopra ciascuna uno dei tre arcangeli. Raffaele nell’angolo verso Riva degli Schiavoni, San Michele nell’angolo davanti al bacino, Gabriele nell’angolo verso Piazza san Marco.
Raffaele è posto sopra la scena di Noè ubriaco dopo aver “inventato” il vino, come a dire – ci sembra – che serve la “medicina di Dio” per compiere in salute il viaggio della vita ed evitare gli “eccessi” pericolosi, scoprendo la misericordia di Dio che si prende cura di noi e ci protegge.
Michele è posto sopra la scena del peccato di Adamo ed Eva che cedono alle lusinghe del serpente mangiando il frutto dell’albero. Michele ha la classica spada e sorveglia la porta all’ingresso del giardino per custodire la via all’albero della vita. La porta sarà aperta ai redenti da Cristo che ci salva dal peccato di Adamo e Michele trafiggerà con la spada l’antico serpente come segno della vittoria sul male.
Gabriele è posto sopra la scena del giudizio di Salomone, simbolo della giustizia che Venezia vuole amministrare con la stessa saggezza di Salomone che seppe riconoscere la vera madre che voleva proteggere il suo bambino. Gabriele annuncia ad una nuova madre, Maria, la nascita del suo bambino Gesù che è più di Salomone perché è la stessa sapienza di Dio incarnata in un uomo, il Verbo fatto carne. Gabriele annuncia a Venezia che per amministrare veramente con giustizia si deve accogliere la sapienza di Dio come Maria l’ha accolta con il suo “sì” detto a Dio tramite l’angelo Gabriele: «Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me come mi hai detto».