di P. Alessandro Donati ocd
Negli ultimi anni la nostra chiesa di Bruxelles ha ricevuto particolari cure spirituali, architettoniche e liturgiche. È stata interamente rinnovata con degli ottimi interventi di restauro, sia nel suo esterno (tetto e facciata), sia al suo interno (nuova tinteggiatura, illuminazione e impianto sonoro). Fra Serafino Melchiorre, nostro confratello del convento di S. Teresa a Roma, ha realizzato una Via Crucis in terra-cotta policroma, molto apprezzata da tutti i fedeli. Il “Grande Organo” della chiesa ha ricevuto della particolari cure, sia per quanto riguarda la pulizia e i lavori di intervento periodici, sia per un ulteriore potenziamento della sua gamma di suoni.
Negli ultimi mesi P. Massimo Gallina, che già aveva dimostrato le sue doti di artista-artigiano nella realizzazione del coro nel nostro convento di Treviso e del nostro coro-cappella di Bruxelles (particolarmente indovinata la scelta di collocare in tale sede le originalissime piccole vetrate, modelli preparatori di quelle poi create e predisposte nella chiesa di Taizé), insieme ai confratelli ha pensato e poi personalmente costruito l’ambone e i leggii per la nostra grande chiesa. Come si legge nell’introduzione al “Benedizionale”, «L’ambone, cioè il luogo dal quale viene proclamata la parola di Dio, deve corrispondere alla dignità della parola stessa e rammentare ai fedeli che la mensa della parola di Dio è sempre imbandita, da quando il Cristo, vincitore della morte, con la potenza del suo Spirito ha rovesciato la pietra dal sepolcro».
Lungo l’Anno della Misericordia, P. Massimo ha pensato di inserire nel corpo dei tre nuovi mobili liturgici in legno da lui realizzati (la sede del presidente dell’atto liturgico, l’ambone per la proclamazione della Parola, il leggio del cantore), alcune parti di legno intarsiato che facevano parte di un vecchio confessionale dismesso da tempo dopo che era stato parzialmente rovinato da un incendio.
In questo modo la Parola, prima di essere proclamata, trova il suo luogo visibile di custodia per manifestare il mirabile mistero di un Dio che ama, chiama e attende i suoi figli attraverso un atto di paterna misericordia.
Dopo aver disposto l’ambone e i leggii, la comunità si è riunita in chiesa per il rito di benedizione.