Brescia
CHIESA DI S. PIETRO IN OLIVETO (o "in Castello")
Via del Castello, 10 – 25121 BRESCIA Orario di apertura: Giovedì: Mattino 7 - 8 / Pomeriggio 16 - 19,15 Domenica e Feste di precetto: Orario delle SS. Messe: Orario per le Confessioni: Contatti: |
CENNI STORICI
La Chiesa e il convento di S. Pietro in Oliveto sorgono sul Colle Cidneo, un tempo cosparso di rigogliose piante di ulivo (da cui deriva il titolo di San Pietro "in Oliveto"). E’ probabile che sia stata fondata sui resti di un edificio longobardo; ancora oggi sono visibili le tracce del nucleo medievale, in particolare la bella abside romanica dell’originaria chiesetta, commissionata dai monaci agostiniani nel sec. XII.
Nel Cinquecento Papa Eugenio IV assegna la chiesa e il monastero ai Canonici Regolari di S. Giorgio in Alga di Venezia: Essi ampliano la chiesa (di chiara impronta rinascimentale), l’adornano con splendide opere d’arte (specie di Paolo da Caylina il Giovane), e costruiscono i chiostri (su progetto dell’architetto A. Medaglia) e le sacrestie. Nel 1668 quest’Ordine viene soppresso e nel 1669 l’intero complesso viene acquistato dai Carmelitani Scalzi grazie a un generoso benefattore. La chiesa è arricchita da numerose opere d’arte dedicate ai Santi fondatori dell’Ordine (pregevoli le lunette sulla vita di S. Teresa d’Avila).
Negli anni del Governo della Repubblica bresciana (1798-1799) il monastero è trasformato in caserma e la chiesa saccheggiata di preziose opere. In epoca napoleonica il complesso passa al Seminario vescovile, che subisce una feroce rapina durante le Dieci Giornate (1849). Nel 1868 i Carmelitani Scalzi acquistano di nuovo chiesa e convento, li restaurano e dal giorno della Festa dei SS. Pietro e Paolo del 1872 vi fanno ritorno. La stessa festa celebrata con solennità ogni anno, richiama sempre innumerevoli persone.
Attualmente il convento, luogo di formazione della Provincia Veneta dell’Ordine, è un polo di attrazione per giovani, famiglie e singoli fedeli che intendono seguire più da vicino il ricco carisma del Carmelo.
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Riportiamo l'introduzione dell'appena pubblicata Guida artistica di S. Pietro in Oliveto, Brescia: attuale sede dello studentato teologico e fra i complessi architettonici più prestigiosi della nostra Provincia, la Chiesa e il convento di S. Pietro ben meritavano un lavoro che evidenziasse la ricchezza della loro storia e delle opere d'arte in essi contenuti, le loro complesse vicende, la loro ricezione nell'Ordine carmelitano, con alcune note sul carisma spirituale di quest'ultimo. E' possibile ottenere la Guida contattando i nostri padri che ne hanno curato la pubblicazione, avvalendosi del contributo dell'associazione Guida artistica che ha curato la parte più propriamente artistica, e che periodicamente propone visite guidate al nostro convento.
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Riportiamo il ricco programma dei festeggiamenti per la festa di S. Pietro presso il nostro convento di Brescia. Segnaliamo in particolare il concerto-meditazione Il Volto e il Nome (ensemble e coro "Madonna delle Laste" e "Madonna della Neve") Domenica 26 giugno alle ore 19 nella chiesa conventuale. Scarica qui la locandina del programma.
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Sabato 14 novembre, nella Chiesa di S. Pietro in Oliveto (Brescia), durante la S. Messa per la festa di tutti i santi carmelitani, si è tenuta la professione solenne di F. Fabio di Maria della Croce (Fabio Roana). Con la professione definitiva dei voti di povertà, castità ed obbedienza, si è così concluso l'iter formativo di fra Fabio, cominciato nel 2008 presso il convento di Treviso e proseguito nel noviziato a Trento e negli studi teologici, condotti brillantemente, a Brescia.
Cogliamo l'occasione per rivolgergli qualche domanda sulla sua storia personale nel Carmelo:
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Pubblichiamo qui di seguito le recensioni uscite sulla stampa e sui media di "Aut pati aut mori", la recente mostra sulle sei lunette restaurate del ciclo pittorico più bello della Brescia secentesca, della nostra chiesa di S. Pietro in Oliveto, avente come oggetto la vita di S. Teresa d'Avila.
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Dopo più di un anno di restauro il ciclo teresiano delle sei lunette della chiesa di san Pietro in Oliveto, che gli esperti affermano essere il ciclo pittorico più bello del seicento bresciano, potrà essere ammirato in tutta la sua ricchezza e bellezza. Infatti, prima di essere collocate definitivamente nella nostra Chiesa di S. Pietro in Oliveto, dall’8 settembre all’8 ottobre si potranno ammirare nel Museo Diocesano di Brescia. Accompagnerà l’esposizione una pubblicazione che ospiterà due saggi introduttivi sulla vicenda spirituale ed ecclesiale e sull’interesse culturale ed artistico suscitato nei secoli dalla santa di Avila, un intervento di carattere storico del sovrintendente Angelo Loda e, infine, il catalogo con le foto e delle puntualizzazioni offerte da esperti dei sei pittori che hanno realizzato il ciclo teresiano.
Clicca qui per una visita "virtuale" delle sei lunette.
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di Francesco Palmieri
I Carmelitani Scalzi entrarono in possesso del convento di S. Pietro in Oliveto (già dei Canonci Regolari di S. Giorgio in Alga) nell'estate del 1669. La nuova comunità di frati decise di arricchire chiesa rinascimentale di S. Pietro, opera dell'architetto Antonio Medaglia, con opere artistiche che le conferissero un aspetto più carmelitano. Furono così commissionate ai più celebri pittori bresciani dell'epoca sei tele a mezzaluna (ciascuna sovrastante ogni altare) rappresentanti i momenti salienti della vicenda terrena della loro santa fondatrice, Teresa di Gesù.
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In occasione della memoria odierna di S. Barnaba apostolo ripresentiamo in evidenza questo articolo sulla cappella di S. Barnaba nella nostra Chiesa di S. Pietro in Oliveto, Brescia.
di Francesco Palmieri
I Chierici di San Giorgio in Alga, ordine fondato dal monaco veneziano Gabriele Columer, futuro Papa Eugenio IV, si insediarono nel convento di San Pietro in Oliveto a Brescia intorno alla prima metà del XVI secolo (per la vicende storiche dell’ordine, e i suoi rapporti con Venezia, si veda Stipi, 1985). Fu intorno al 1550, durante il priorato di Domenico Savallo (De Leonardis, 2003; Lombardi, 1997), che si volle conferire splendore alla chiesa e al complesso conventuale, e per questo la decorazione dei suoi ambienti fu affidata ad artisti come Moretto, Vincenzo Foppa, Francesco Ricchino e Paolo da Caylina.
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