Teresa di Gesù Bambino dipinta nel 1924
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da Francesco Novo, artista “veneziano”.
Seconda puntata: Brescia
di p. Ermanno Barucco, ocd
Una storia familiare riscoperta…
L’anno scorso, il 29 marzo 2023, per il centenario della beatificazione di santa Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, è stato esposto nuovamente nella chiesa degli Scalzi a Venezia il dipinto “Ritratto in ovale” realizzato nel 1924 dal pittore veneziano Francesco Novo, che riprese il famoso Ritratto realizzato da Celina, sorella pittrice di Teresa e anche lei Carmelitana Scalza col nome di Suor Genoveffa di santa Teresa (in seguito, del Volto Santo). Le informazioni sul pittore ci erano state comunicate dalla pronipote Maria Rizzo, veneziana. Dalla pubblicazione in internet di alcuni tratti relativi a questo dipinto di Teresina e del suo autore, Francesco Novo, si è messo in moto un processo di memoria familiare molto particolare e curioso.
Ritiro spirituale a Trento
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Intervista a P. Stefano Conotter
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A cura della Redazione di Vies Consacrées (Vite consacrate)
Domande di Sr. Noëlle Hausman s.c.m.
Traduzione di P. G. B.
Padre Stefano, tu fai parte della provincia dei Carmelitani di Venezia, presente in Belgio da trent’anni, per sostituire la comunità dei Carmelitani impegnati nel servizio della chiesa dei Carmelitani a Bruxelles. Cosa significa essere carmelitano oggi, in una piccola fraternità collocata al cuore di una capitale europea? Come trasmettere la ricchezza del patrimonio del Carmelo?
Per rispondere a questa domanda mi servo di una o due immagini. La prima, la porto in me da quando sono arrivato qui e che ho condiviso alla prima riunione della nostra comunità.
Padre Angelo Del Favero, da cardiologo a Carmelitano
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(Articolo di Beatrice Branca, pubblicato sul Corriere del Trentino)
Don Angelo ha donato tutti i suoi averi al Centro di Aiuto alla Vita di Trento e sostiene mamme in difficoltà. Sulla scelta di lasciare il camice: «Sentivo una forte presenza di Dio in me, quasi paragonabile a una gravidanza»
Una vita dedita alla cura del prossimo. Prima del corpo come cardiologo e poi dell’anima come sacerdote carmelitano. Padre Angelo Del Favero ha 75 anni e ha già vissuto due vite. Negli anni Ottanta ha infatti detto addio alla sua vita da medico e rotto il suo fidanzamento per donarsi completamente a Dio. Figlio dell’imprenditore Ito Del Favero, proprietario della ditta di costruzioni Codelfa, è sempre stato, come si definisce lui stesso, «un ragazzo dall’indole religiosa».
«Gesù, chi Ti ha fatto così Piccolo? L’Amore!...»
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Su alcune immagini dipinte da santa Teresa di Gesù bambino del Volto Santo o da sua sorella Celina, suor Genoveffa di Santa Teresa (del Volto Santo), compare la scritta: “Jésus, / qui vous a fait si petit ? / _l’amour.” (1894); “Jésus, qui vous a fait si Petit ? __L’Amour !...” (1896-1897), «Gesù, chi ti ha fatto così Piccolo? L’Amore!...».
Nel 1894 si tratta di una piccola miniatura che rappresenta Santa Teresa d’Avila con il bambino Gesù nella famosa scena in cui la Grande Teresa dice al bambino: “Io sono Teresa di Gesù” e Gesù bambino dice “Io sono Gesù di Teresa”. Scena e parole molto amate dalla piccola Teresa di Lisieux. Questa immagine è stata regalata a Celina per il suoi 25 anni il 26 aprile 1894, con la seguente scritta sulla busta: «Piccola immagine / dipinta dalla / piccola Teresa / per i 25 anni / della piccola Celina / col permesso della / Piccola Madre Priora». Celina accudisce il padre Luigi malato, che morirà di lì a breve, il 29 luglio.
Attesa di una Presenza
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a cura delle Carmelitane Scalze di Vicenza
Che fredda si preannuncia la notte … ed io qui a vegliare. Ma questo mi ha ordinato il mio padrone alla sua partenza e non Lo voglio deludere: mi ha preso al suo servizio, che neppure sapevo distinguere il giorno dalla notte, e ora che i miei occhi sono offuscati, non mi ha messo da parte. Sì, sono ancora qui, nella mia guardiola, come allora, come sempre, se lo vorrà. Io l’attendo per un’ora che non so. L’attendo perché lo amo ed è il Suo arrivo la mia ricompensa. La nostalgia non mi offusca di lacrime lo sguardo: lo rischiara per distinguere chi può entrare dalla Sua porta e chi è meglio non vi passi. E’ Lui che mi ha insegnato a mettere da una parte le luci e dall’altra le ombre, a camminare quando davanti c’è un chiarore ed attendere al bagliore del fuoco, quando il cuore è confuso. Il mio nome? Quello non me lo ricordo neppure io. No, davvero, e ne sono felice, perché era un’altra vita quella; e non sarà più la mia. Il mio Padrone si è seduto accanto a me, un giorno. Non abbiamo; mi ha guardato come nessun altro prima- nemmeno mia madre - e mia detto: “Amico”. Da allora non mi ha più chiamato in altro modo. Solo così. E io - lo so, sì, lo so dal profondo della mia anima- lo sono diventato per davvero suo amico.
Parte a Verona il ciclo d'incontri con Giuseppe Spimpolo
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Domenica 17 dicembre, la terza del tempo di Avvento, detta anche "Gaudete", cioè gioite, rallegratevi.
Ed è stata davvero una grande occasione di gioia per circa un centinaio fra ragazzi e ragazze, riunitisi a Verona, per un'intera, intensa giornata d'incontro, il primo di una serie proposta dalla nostra Provincia in stretta collaborazione con Giuseppe Spimpolo. A tema: il senso della vita, o meglio, come riporta il titolo della locandina: "per cosa vale la pena spendere la propria vita?".
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