kingabros

di P. Aldino Cazzago ocd

I frequentatori della spiritualità carmelitana conoscono la toccante e profonda testimonianza di Suor Kinga della Trasfigurazione, la monaca carmelitana ungherese morta a soli 36 anni, dopo tre dolorosi e lunghi anni di malattia. Era entrata nel Carmelo nel 1988. In occasione della Solennità di Tutti i Santi pubblichiamo alcune sue riflessioni, quasi dei consigli, sull’importanza dei santi nella vita del cristiano. In italiano è possibile leggere il racconto della sua vocazione e il diario della sua malattia nel volume pubblicato dalle Edizioni OCD nel 2018 e intitolato Non mi sono tirata indietro. Diario.

«È un grande aiuto avere compagni [i santi] di viaggio così eccellenti, ancor di più nella nostra vita di silenzio e di solitudine. Essi sono già vicini al Fuoco, la loro protezione è più efficace di qualsiasi altra. D’altronde è più facile seguire le orme di una persona in carne e ossa, che come noi lotta e come noi ha le sue difficoltà, i suoi problemi, le sue fragilità. Vedere l’azione della grazia nelle loro vite, tutto quello che Dio ha compiuto per loro e in loro, infonde speranza per il futuro. Possiamo contemplare ciò che hanno sopportato, come sono rimasti fedeli e in che misura Dio li ha resi beati, ha donato pienezza, alla loro vita. Possiamo dunque sperare che il Signore sia così potente da custodire la nostra vita e l’anima che ci ha affidato in fragili vasi d’argilla.

L’amicizia con i santi è importante, perché è grande il loro aiuto nel percorso che ci conduce a Dio: mi sento quindi di consigliare a tutti di provare a stringere amicizia con uno o più santi. Anche se ciò è un dono di grazia, che io finora non ho ancora sperimentato in profondità. […].

È alla nostra Santa Madre [Teresa] che mi sento più vicina. Ho letto e riletto i suoi scritti. Lei è la nostra fondatrice, è quindi da lei che in primis devo imparare come vivere nel Carmelo. [… ]. Ma la mia relazione con la nostra Santa Madre è radicalmente mutata quando mi sono confrontata con le sue lettere. Scoprendo aspetti che non immaginavo. Una persona con i piedi per terra, che vive ogni giorno tra la gente comune. In circostanze in cui anche noi ci troviamo. Da quel momento ho sentito che potevo seguirla. Andando avanti sulla via del Carmelo, sfoglio spesso le sue opere, provo a dialogare con lei, a porle delle questioni. Come è arrivata a tale comprensione? Come è possibile attualizzare quel sapere nella nostra vita? Talvolta la interrogo su situazioni concrete, per sapere che cosa fare».