di P. Ermanno Barucco ocd
Il 18 marzo 1909 furono approvate da papa san Pio X una serie di “Litanie di san Giuseppe” costituite da formule brevissime sullo stile delle Litanie lauretane rivolte alla Beata Vergine Maria. Nei tre secoli precedenti ritroviamo numerose attestazioni di Litanie a san Giuseppe di vario genere, stile, lunghezza, numero e provenienza. Se si risale indietro nei secoli si scopre, a dire dello specialista josefino padre Tarcisio Stramare, che la prima testimonianza di queste Litanie, nel 1597, è carmelitana. In due libri pubblicati entrambi in quell’anno a Roma, l’originale spagnolo e la traduzione italiana, il Carmelitano (Scalzo) spagnolo fra Jerónimo della Madre di Dio (al secolo Jerónimo Gracián) riporta le «Letanie de S. Giosef» in uso presso la Compagnia di san Giuseppe dei falegnami e trascritte in un “libretto” edito dai confratelli falegnami di Perugia (l’originale non sembra essere stato ancora ritrovato).
Jerónimo Gracián: l’autore
Ricordiamo che Jerónimo Gracián (1545-1614) è stato discepolo di santa Teresa d’Avila e anche suo padre spirituale, uno dei protagonisti di primo piano nella Riforma del Carmelo in Spagna nella seconda metà del XVI secolo. Rispetto a san Giovanni della Croce, che fu soprattutto formatore dei primi Carmelitani scalzi, uomo spirituale e poeta, Gracián fu più uomo di governo e scrittore: fu infatti primo Provinciale della Provincia Scalza dell’Ordine Carmelitano in Spagna dal 1581 al 1585. Per vicende varie interne agli Scalzi e dopo il loro distacco definitivo dai Calzati, fu estromesso dagli Scalzi nel 1592 e non riuscì a esservi reintegrato nonostante i suoi tentativi e la sua riabilitazione da parte di papa Clemente VIII nel 1595. Chiese quindi di essere ammesso tra i Carmelitani Calzati che lo accolsero nel 1596 e si dedicò a scrivere opere spirituali e alla diffusione degli scritti di santa Teresa d’Avila, passando alcuni anni a Roma e poi a Bruxelles dove arrivò nel 1609 e morì nel 1614. Otterrà una riabilitazione postuma tra i Carmelitani Scalzi solo nel 1999 e nel 2000 l’Ordine presenterà la sua Causa di beatificazione.
La Compagnia di san Giuseppe dei falegnami
Durante il suo soggiorno a Roma, nel 1596 Jerónimo Gracián incontra nei Palazzi del Vaticano alcuni confratelli della Compagnia di san Giuseppe dei falegnami che hanno una piccola cappella sopra le carceri dietro il Campidoglio. I membri della Confraternita sono venuti in Vaticano per chiedere – scrive Gracián nell’Introduzione – l’autorizzazione a poter stampare «un libretto, intitolato Meditationi sopra i sette dolori e gaudii di San Giosef», che hanno ricevuto dai confratelli della Compagnia di Perugia, dove era stato già stampato. Jerónimo Gracián è incaricato dalla Curia romana non solo di leggere il libro (di esserne censore quindi), ma anche di scriverne uno più ampio per alimentare la fede e la devozione di coloro ai quali il libro sarà indirizzato: «Ai molto devoti fratelli delle Compagnie di S. Giosef di tutta la Cristianità».
Ciò che accade nelle stanze vaticane è un incontro provvidenziale tra devoti di san Giuseppe, perché anche Gracián dice di venerarlo – come scrive nell’Introduzione - «per haverlo avuto per mio avvocato in tutto il tempo della vita mia, e anco per haver confessato alcuni anni in Spagna la madre Teresa di Giesù, la quale fondò molti monasterii di Monache Carmelitane Scalze, à devotione e sotto nome di San Giosef». Da questo incontro nasce un nuovo libro.
Il libro di Gracián su San Giuseppe
Riprendendo i temi del libretto precedente, e le litanie del nome di Gesù, della Vergine Maria e di San Giuseppe ivi contenute, Jerónimo Gracián dichiara di voler aggiungere alcuni elementi biblici, dottrinali, morali e spirituali alla devozione piuttosto che impedire le espressioni già in uso. Lo scopo del Gracián, che ricorre ai Padri della Chiesa e agli autori spirituali, sembra essere quello di una “raccolta ragionata e strutturata” («Summario» nel titolo indica proprio questo) di quanto è stato già scritto a commento dei (cinque) titoli attribuiti dalla Sacra scrittura a San Giuseppe, cioè: sposo della Vergine Maria, chiamato padre di Gesù, uomo giusto, casto e puro come un angelo, contemplativo e pieno di sapienza rivelatagli da Dio. Ognuno di questi titoli, a cui corrisponde un «libro», è sviluppato in cinque “eccellenze” relative a San Giuseppe, cioè cinque «capitoli» in ogni «libro».
È comunque significativo che Gracián proceda a partire dalla Scrittura e la spieghi attraverso la Tradizione della Chiesa (Padri, liturgia, autori spirituali), facendole diventare la sorgente della lode e della devozione a san Giuseppe. Il riferimento a santa Teresa, poi, sostiene il legame con la Confraternita di san Giuseppe dei falegnami e mostra che Gracián è sì figlio e discepolo della Santa, ma anche colui che sviluppa pedagogicamente per i fedeli cristiani l’esperienza spirituale teresiana dell’affidamento a san Giuseppe. Infatti la Sacra Scrittura, visualizzata all’inizio del capitolo attraverso un’immagine e meditata attraverso la Tradizione, diventa successivamente cammino pedagogico per il cristiano attraverso alcune indicazioni pratiche di vita che l’autore chiama «dottrina», per compiersi infine nella preghiera (di volta in volta le “Litanie a Maria” o “al nome di Gesù” o “l’Ufficio carmelitano a san Giuseppe” o “Le sette allegrezze e dolori del Santo” o le “Litanie” a lui rivolte). Nello stesso anno 1597 la Compagnia di san Giuseppe dei falegnami di Roma inizia la costruzione della nuova chiesa “sopra le carceri del Marmentino” dove aveva la sua sede, con un nuovo libro per meditare l’opera di Dio in San Giuseppe e lodarlo con una più forte e più limpida devozione.
Le prime Litanie di san Giuseppe
Dalle parole scritte da Jerónimo Gracián abbiamo compreso che le Litanie di san Giuseppe non sono opera sua ma che le ha trovate in un libretto edito dai Confratelli della Compagnia di San Giuseppe dei falegnami di Perugia. Dal confronto tra l’originale spagnolo e la traduzione italiana del libro di Gracián, sorge però un problema. Le Litanie sono in entrambi i testi in latino, ma mentre l’edizione spagnola ne contiene 49, quella italiana ne ha 21. Perché due versioni delle Litanie? Quali Litanie Gracián riceve col libretto e quali pubblica nel suo libro? Anche a riguardo delle più numerose Litanie nell’edizione spagnola, cosa ha voluto tenere Gracián di quelle ricevute, quali ha modificato, quali ha aggiunto lui, quali magari ha tolto il censore del libro?
Una prima risposta ad alcune di queste domande la si potrebbe trovare analizzando il rapporto tra le Litanie e il contenuto del libro di Gracián: a grandi linee, nella forma dell’edizione italiana, le Litanie corrispondono nel loro susseguirsi ai temi delle cinque parti del libro (a nostro parere, possiamo dividere così le litanie per ogni parte: 4 + 5 + 4 + 3 + 4 e 1 conclusiva generale = 21 litanie totali). Una seconda risposta ci viene suggerita dal fatto che le 28 litanie non presenti nell’edizione italiana sono quelle più “ardite” dal punto di vista dottrinale e meno bibliche: soprattutto se al testo in italiano che circolava a Roma serviva una maggiore prudenza nelle espressioni più dottrinalmente controverse (si pensi che nel XVI secolo la dottrina sull’Immacolata concezione di Maria non era stata ancora dogmaticamente definita dal Magistero e, di riflesso, poneva problema quella “analoga” ipotizzata nei confronti di san Giuseppe, che ad oggi non è stata teologicamente vagliata). Una domanda poi sorge spontanea: ci sono altre parti del libro in cui i testi delle due edizioni non corrispondono pienamente?
Conclusione
Noi non abbiamo ancora letto il libro di Jerónimo Gracián su san Giuseppe e per ora quello che ci interessa è contestualizzare a grandi linee la prima testimonianza delle Litanie rivolte al Santo in un testo scritto da un Carmelitano Scalzo. Anzi, ci interessa fornire anche una traduzione italiana delle Litanie del 1597, come forma di preghiera lasciataci da un figlio e discepolo di santa Teresa d’Avila, la quale ha contribuito in modo significativo alla ripresa dell’affidamento a San Giuseppe nell’Ordine carmelitano e nella Chiesa, sia attraverso gli scritti che i gesti, come il nome dato alla maggioranza dei monasteri da lei fondati. Approfondendo il libro di Gracián su San Giuseppe si potrebbero scoprire altri aspetti del modo in cui fra Jerónimo abbia continuato l’opera della Santa Madre e abbia dato sviluppo al carisma teresiano in questa direzione.
Litanie di san Giuseppe
Signore pietà.
Cristo pietà.
Signore pietà.
[Cristo ascoltaci.]
Cristo esaudiscici.
Padre celeste, Dio. Abbi pietà di noi
Figlio Redentore del mondo, Dio. Abbi pietà di noi.
[Spirito Santo, Dio. Abbi pietà di noi]
Santa Trinità unico Dio. Abbi pietà di noi.
Santa Maria Regina del mondo intero. Prega per noi
S. Giuseppe sposo della Beata Vergine, prega per noi
S. Giuseppe culmine dei Patriarchi, prega per noi.
S. Giuseppe che la Regina del cielo si è dedicata a servire, prega per noi.
S. Giuseppe inseparabile compagno della Beata Vergine, prega per noi.
S. Giuseppe chiamato a essere padre di Cristo, prega per noi.
S. Giuseppe, educatore del principe del Cielo, prega per noi.
S. Giuseppe, protettore di Cristo, che imponesti il nome a Gesù, prega per noi.
S. Giuseppe amatissimo custode di Cristo, prega per noi.
S. Giuseppe fedelissimo nel nutrire Cristo, prega per noi.
S. Giuseppe, che hai liberato Cristo da Erode, prega per noi.
S. Giuseppe amatissimo da Cristo, prega per noi.
S. Giuseppe in tutto simile a Cristo e alla madre, prega per noi.
S. Giuseppe ricco in abbondanza dei doni dello Spirito Santo, prega per noi.
S. Giuseppe uomo angelico, prega per noi.
S. Giuseppe uomo serafico, prega per noi.
S. Giuseppe illustre per Verginità e pazienza e consolazioni divine, prega per noi.
S. Giuseppe profondissimo contemplativo, prega per noi.
S. Giuseppe morto tra le braccia di Cristo, prega per noi.
S. Giuseppe ammiratore delle meraviglie di Cristo, prega per noi.
S. Giuseppe che con il corpo e l’anima in forma eccezionale godi dei privilegi della gloria, prega per noi.
S. Giuseppe nostro tenerissimo patrono e difensore, prega per noi.
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
Padre nostro.
V. E non indurci in tentazione.
R. Ma liberaci dal male.
V. Per la passione del tuo dolcissimo Figlio.
R. Esaudisci il tuo popolo, Signore.
V. Per la Verginità della diletta madre del tuo figlio.
R. Salva il tuo popolo. Signore.
V. Per la fedeltà di S. Giuseppe
R. Proteggi il tuo popolo. Signore
V. Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga a te.
Preghiamo.
Dio di pietà, e di bontà invincibile, e di eterna clemenza, supplicandoti ti preghiamo: fa’ che tutti coloro che appartengono a questa confraternita, per i meriti della passione del tuo dolcissimo figlio Signore nostro e dell’umiltà della sua diletta madre e inoltre della Verginità del santissimo Giuseppe, siano resi degni di giungere alla gioia eterna. Per Cristo nostro Signore. R. Amen.
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Qui un altro articolo sulla devozione carmelitana verso san Giuseppe.