In questo cinquantenario del conferimento del titolo di Dottore della Chiesa alla nostra Santa Madre Teresa d'Avila, nel 1970, ricordiamo i simpatici aneddoti attraverso cui vi si arrivò dalla viva voce del Servo di Dio Anastasio Ballestrero (tratto da Rivista di Vita Spirituale 39 [1995], 667-682).
Il magistero di Teresa di Gesù, Dottore della Chiesa: la preparazione immediata
Nel settembre 1995 abbiamo ricordato i 25 anni del Dottorato di S. Teresa di Gesù: la prima donna dichiarata Dottore della Chiesa. Prima di approfondire il significato ecclesiale e spirituale di questo avvenimento, credo che valga la pena raccontare qualche cosa che riguarda la sua attuazione e che ho avuto la fortuna di vivere personalmente.
Ricordo un'udienza con Papa Giovanni, amabile come sempre; ad un certo punto il dìscorso venne sulla N.S. Madre Teresa. Se ne mostrò conoscitore, dichiarò la sua ammirazione per Lei e io, incoraggiato dalle sue espressioni, gli dissi: "Santità, perché non fa S. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa?". Il Papa rimase un momento sorpreso e poi mi disse: "Perché no?! Ma bisognerà studiare bene la questione perché c’è da aspettarsi che i teologi tirino fuori S. Paolo che ha detto che le donne devono tacere" (Cfr. 1 Cor 14,34). "Ma - dissi -, Santità, non mi pare un grande argomento". "Lo faccia studiare; prenda contatto con la Congregazione competente e lo faccia studiare".
Con tutta la discrezione, mi detti da fare: incaricai un teologo e un biblista perché studiassero il tema, per portare una prima riflessione seria sulla questione. Ma il Papa morì! Che fare? In una delle prime udienze avute con Paolo VI, un giorno presi il coraggio due mani e gli dissi: "Santità, credo mio dovere informarLa che con Papa Giovanni abbiamo fatto un discorso relativo al Dottorato di S. Teressa di Gesù. "Mi dica!". Riferii come erano andate le cose con Papa Giovanni. Paolo VI mi ascoltò con attenzione e alla fine del discorso, guardandomi con quel suo modo perentorio, mi disse: "E il giorno che abbiamo fatto S. Teresa di Gesù Dottore della Chiesa, che problema di Chiesa abbiamo risolto?". Ammutolii; non risposi nulla, ma in cuor mio dissi: "La questione è finita!". Passò del tempo e rividi il Papa ancora parecchie volte. E finalmente un dopo un'udienza che era stata difficile per motivi diversi, il Papa mi giorno, disse: “E ora una buona notizia. Ho pensato a quello che mi aveva detto: ci ho riflettuto, ci ho pregato e le dico: farò S. Teresa di Gesù Dottore della Chíesa".
Fu una sorpresa. Non me l'aspettavo! Lo ringraziai; ma il Papa mi disse: "Però, Padre, se facciamo Dottore soltanto Teresa di Gesù saranno molti a mormorare per l'eccezione fatta. Mi dovrebbe trovare un'altra Santa, per farne almeno due. Io penserei -disse il Papa- a una grande Abbadessa Benedettina del Medio Evo: Ildegarda, Matilde... Vediamo!". Io, colto di sorpresa, lì per lì dissi: "Santità, io avreì un'altra idea!". "La dica!". "E se scegliessimo Caterina da Siena? Una grande contemplativa, con un Dialogo che è un documento di estremo valore teologico e di fede, un'innamorata di Cristo come pochi; ma soprattutto quel magistero delle opere nella fede della Chiesa, la difesa della Chiesa, la difesa del Papa... A me sembrerebbe che Caterina abbia il genio femminile del Dottorato".
E il Papa stava a sentìre. Alla fine della mia perorazione a favore di Caterina da Siena, mi disse: "Bene! Adesso vada dal P. Generale dei Domenicani e dica che il Papa vuole fare S. Caterina da Siena Dottore della Chiesa". Vi lascio immaginare la mia gioia! Andai dal P. Fernandez: allora era lui Maestro generale dei Predicatori, ottimo amico, e gli dissi: "Padre, le porto una bella notizia". Mi stette a sentire e poi mi disse: "Povero me! Ci mancava anche questo guaio!". "Ma non è un guaio!". "Non è un guaio, ma è un guaio! Non siamo preparati!". "E vi preparerete!".
E così fu. Al momento di decidere quando e come, io avevo suggerito al Papa di farlo in una sola cerimonia, proclamando tutte e due Dottori insieme. Ma il Papa fu irremovibile e disse: "No, una domenica Teresa: la prima. La domenica seguente Caterina: la seconda".
E avvenne così. Il tempo è passato e adesso son 25 anni che queste due Dottori della Chiesa continuano con la loro dottrina fatta di sapienza arcana, fatta di coerenza di vita. Due innamorate di Cristo e della Chiesa; due contemplative apostoliche come nessuna, che sintetizzano il Magistero della Chiesa 'verbo et opere': a guida del popolo cristiano e a consolazione della Chiesa.
Questi dettagli, che non sono molto conosciuti, li racconto adesso un po', per la prima volta, perché il tempo passa ed è giusto che se ne faccia memoria. E anche perché mi sta a cuore poter dire che il Dottorato di Teresa di Gesù, a livello delle vicende umane, appartiene anche un po' a quelle iniziative che per l'amore all'Ordine, per l'amore a Teresa, hanno caratterizzato la mia vita. Ed ora passiamo a trattare la storia vera del magistero teresiano.
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