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di P. Gianni Evangelisti ocd
Quando nel 2010 i Carmelitani Scalzi della Provincia di Venezia celebrarono i 300 anni dall'invenzione dello "Spirito di Melissa", non hanno potuto fare a meno di ricordare il loro più celebre (e involontario?) pubblicitario, Carlo Goldoni.
Lui, il Goldoni, precede solo di tre anni la nascita di questo prodotto, oggi commerciato come articolo di erboristeria, ma in passato considerato quasi come una medicina, in particolare in grado di trarre d'impaccio dalla situazione imbarazzante dello svenimento: proprio con i vapori di melissa nella commedia "Il bugiardo" viene rianimata, dopo un mancamento, la protagonista Rosaura. Goldoni nacque a Venezia, in calle Centani, il 25 febbraio 1707, da una famiglia borghese originaria di Modena.
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di P. Ermanno Barucco ocd
Salvador Dalí (1904-1989) è un pittore eccentrico e stravagante, dal carattere focoso e intrattabile, dall’arte onirica, erotica e psicologizzante. Un genio del XX secolo, decisamente non catalogabile. Il nostro interesse si focalizza su alcuni aspetti di quel periodo di cambiamento della sua vita di uomo e di artista che Dalí stesso per descrivere ha fatto uso dell’aggettivo “mistico”. Inizialmente descriviamo come i mistici del Carmelo, san Giovanni della Croce e santa Teresa d’Avila, sono stati richiamati in vario modo dall’artista. Successivamente ci poniamo all’inizio della sua svolta mistica, quando dopo alcune pitture del nuovo corso realizza la sua prima opera a soggetto religioso, La Madonna di Port Lligat. Nel giro di un anno la dipingerà in due versioni, diverse per dimensioni e per alcuni particolari. Di tutto ciò vogliamo cogliere il significato religioso e teologico, offrendo solo alcuni spunti di riflessione, limitati dal fatto di non conoscere l’enorme produzione di Salvador Dalí nei diversi campi delle arti in cui si è espresso (pittura, scultura, cinema, letteratura, etc…) ...
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di P. Stefano Conotter ocd
Le tracce carmelitane non sono solo chiese o dipinti che testimoniano la diffusione della devozione alla Madonna del Carmine o ai santi carmelitani. Ci sono anche tracce viventi, come la festa del Carmen a Revò, in Val di Non (Trentino). Questa festa in onore della Madonna del Carmine si celebra ogni anno a Revò, dove c'è una chiesa dedicata alla Vergine del Carmelo, che si trova a "un tiro di sasso" dalla chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano Protomartire. La chiesa in origine poteva essere il battistero della Pieve di Revò; all'interno si trova una pala con la Madonna che consegna lo scapolare a S. Simone Stok e a S. Teresa. In origine questo quadro copriva l'antica statua della Madonna del Carmine, recentemente restaurata, la quale era esposta solo in occasione delle feste. Attualmente questa statua si trova nella chiesa di S. Stefano. Essa fu donata alla comunità di Revò dal Conte Carlo Cipriano Thunn, che la fece scolpire in occasione della fondazione della Confraternita del Carmine nel 1651. Si racconta che l'artista abbia preso a modello una donna del paese, infatti la statua ha le fattezze di una donna popolana.
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di P. Angelo Lanfranchi ocd
Santa Maria del Carmine è una delle maggiori chiese di Pavia ed è uno degli esempi più belli dell'architettura del gotico lombardo; conservato intatto per secoli, vi si respira un'atmosfera unica.
Intorno al 1364 i Carmelitani di Pavia si trovano a dover abbandonare la primitiva sede a nord della città (che occupavano dal 1298) per lasciare spazio alla nuova residenza viscontea. Ottengono in cambio l'uso della chiesa dei Santi Faustino e Giovita, entro le mura, e qui avviano - sembra a partire dal 1373 - i lavori per la costruzione del complesso monastico su progetto di Bernardo da Venezia, architetto di fiducia dei Visconti che sponsorizzarono i lavori. La sua costruzione proseguì lentamente, fu ripresa nel 1432 ed ultimata infatti solo nel 1461. Ma la realizzazione dell'imponente facciata nella sua forma slanciata a capanna avverrà solo nel 1490.
Non nasconde un'ispirazione architettonica romanica, ma le decorazioni sono indubbiamente collocabili nel gotico lombardo. I sei pilastri con guglie dividono la facciata in cinque campi verticali nei quali si inseriscono i tre portali, sopra i quali si trovano quattro grandi bifore a sesto acuto ed un elaboratissimo rosone in cotto, ai lati del quale due nicchie ospitavano le statue dell'arcangelo Gabriele e della Vergine Annunziata cui la chiesa è dedicata.
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di P. Fabio Pistillo ocd
Avila terra di sassi, macigni (cantos) e di santi. È la felice espressione della Regina Doña Juana. I cantos sono dei grossi e curiosi macigni che si trovano disseminati nella zona periferica della città. Rocce che parlano di robustezza, di stabilità, di fermezza come le virtù che Teresa voleva per sé e per i suoi amici. I Santi che ha dato questa terra abulense sono altrettanto numerosi come i cantos. Per la sua altezza, 1130 metri, situata su una collina rocciosa, ai piedi della Sierra de Guadarrama e bagnata dal fiume Adaja, Avila è la città più alta di tutta la penisola iberica; ed è anche una delle città più fredde della Spagna.
Avila è la città natale di S. Teresa. Avila parla di Teresa in ogni strada e Teresa parla di Avila in tutti i momenti della sua vita. Santa Teresa d'Avila, così è ricordata dalla storia e così è invocata dai cristiani.
È lei la patrona della città insieme a S. Segundo, il vescovo che convertì la cittadinanza al cristianesimo nel I secolo.
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