di Pedro Paricio Aucejo
Il collegamento più importante tra Santa Teresa d’Avila e la cultura statunitense è consistito nell’influenza che la Santa ha avuto su Dorothy Day (1897-1980), giornalista e attivista sociale. Costretta ad abbandonare gli studi per ragioni finanziarie, il suo forte senso sociale la portò a intraprendere la carriera di giornalista, per potersi schierare dalla parte dei lavoratori e dei poveri. Nel campo sentimentale la sua vita sembrava essere fuori controllo: amori falliti, concepimento, aborto volontario e, in seguito, convivenza con un ateo militante.
Con quest’ultimo ebbe una bambina, che ella decise di far battezzare secondo il rito della Chiesa cattolica. Nonostante la famiglia della giovane giornalista fosse protestante, anch’ella decise di farsi battezzare, il giorno dopo della figlia: questa sua scelta causò la separazione dei due amanti. Un anno dopo Dorothy ricevette il sacramento della Cresima. Da quel momento ella visse umilmente come madre cattolica senza coniuge. Condusse una vita pia che sarebbe culminato nella decisione, a 58 anni, di consacrarsi come Oblata dell’Ordine di S. Benedetto.
Fondò un movimento intellettuale e sociale, il Movimento dei lavoratori cattolici, insieme a Peter Maurin, un modesto immigrante francese che aveva abbracciato il celibato, la povertà secondo lo spirito francescano e l’ideale di un ordine sociale impregnato dei valori fondamentali del Vangelo. Questo movimento nuovo, anche se minoritario, prosegue tutt’oggi il suo vivo impegno nei posti più poveri degli Stati Uniti. Questa organizzazione mette a disposizione case di accoglienza per i senzatetto e rifugi per donne, bambini maltrattati e profughi. La vita di Dorothy Day fu una continua ricerca di Dio nei più bisognosi. È stata dichiarata Serva di Dio da San Giovanni Paolo II, e nel 2000 è iniziata la sua causa di beatificazione.
Papa Benedetto XVI l’ha portata come esempio di conversione. Questa conversione si deve anche alla lettura che ella fece delle opere di Santa Teresa di Gesù. Secondo Francis J. Sicius1 - professore della St. Thomas University Miami Gardens (Florida) – fu il filosofo agnostico William James che le consigliò di cominciare a leggere la mistica avilense. Dorothy vi si rispecchiò fin da subito: «C’erano dei fatti della sua vita che me la fecero amare e mi fecero sentire vicina a lei... Santa Teresa sapeva di trovarsi lontana dalla vita che desiderava condurre quando entrò in monastero. Ella desiderava darsi interamente a Dio. Tutto ciò che compì in seguito era diretto a questo solo fine».
Al di là della sua preoccupazione per il prossimo, il suo amore per i poveri, ciò che della Carmelitana Scalza la attrasse di più fu la vita di orazione, la contemplazione, e in particolare la sua enfasi per il mistero dell’incarnazione di Cristo: «Santa Teresa diceva che bisognerebbe meditare di più sull’amore che Dio ha per ciascuno di noi; amore che è dimostrato nell’incarnazione di Cristo». Decise, come Santa Teresa, di dedicarsi totalmente alla conoscenza di Dio. Ciò che più le importava nella sua vita, e che era anche la fonte del suo impegno sociale, era proprio questa visione dell’eternità, ragione per cui biasimò il principio di belligeranza sociale, che la maggioranza degli aderenti al suo movimento sbandierava.
Nel conoscere sempre più a fondo la figura della Santa fondatrice, vedeva approfondirsi con lei anche un’affinità di spirito. Quando Dorothy inaugurò il Movimento dei lavoratori cattolici disse di aver dato origine a questo progetto perché voleva andare oltre le funzioni superficiali dei suoi doveri di credente e, come Santa Teresa, voleva essere coraggiosa nel suo rapporto con Dio. Come la monaca “andariega”, Dorothy trascorse molto tempo della sua vita nel visitare i centri fondati dal suo movimento. In uno dei suoi viaggi le venne in mente il paragone che Teresa fece tra la vita e il passare la notte in un alloggio inospitale, e aggiunse: «Le fermate dell’autobus di questi giorni, piene di soldati, di donne, di bambini, di famiglie intere in cerca di lavoro, sono forse ancora meno comode. L’autobus è come un brutto albergo in cui tutti dormono, uno sopra l’altro, una pazza confusione di piedi e gambe in mezzo al corridoio».
Dorothy incontrò il sostegno della monaca castigliana anche quando dovette occuparsi delle questioni finanziarie della sua comunità. Nel 1950 scrisse che la Santa «cambiò le basi finanziarie dei conventi e fondò una povertà volontaria», in maniera che «i conventi riformati delle Carmelitane Scalze fossero mantenuti dalle elemosine e dal lavoro manuale delle monache». Seguendo il suo esempio, Dorothy fece del principio di povertà volontaria il concetto centrale della fondazione delle case del suo movimento.
Durante i suoi continui viaggi per rispondere alle esigenze delle sue comunità, Dorothy trovò il tempo per scrivere, compito a cui, alla pari della monaca carmelitana, attendeva «come figlia della Chiesa... ma anche come giornalista, queste due vocazioni non si oppongono». Il proposito dei suoi numerosi scritti era quello di guidare se stessa e gli altri, e condurre una vita quanto più profondamente spirituale.
Note:
1 Francis J. Sicius, “Santa Teresa d’Avila compagna spirituale della Serva di Dio Dorothy Day”, dagli Atti del XXIII Congresso dell’Istituto Escurialense “Santa Teresa y el mundo teresiano del Barroco”, tenutosi dal 3 al 6 settembre 2015, in occasione del V Centenario della Santa, San Lorenzo del Escorial, 2015, pp. 405-416.
Fonte: www.delaruecaalapluma.wordpress.com (traduzione dallo spagnolo di F. Francesco Palmieri ocd)