Dal 15 ottobre scorso abbiamo cercato di rendere visibile in modo significativo l’altare dedicato a santa Teresa d’Avila nella nostra chiesa di Bruxelles. Abbiamo aggiunto una “pala” all’altare, la riproduzione a grandezza naturale (150 cm x 120 cm) di un quadro della Trasverberazione di santa Teresa databile tra XVII e XVIII secolo e conservato a Bruxelles. In questo modo la statua di santa Teresa “scrittrice” della fine dell’800 e collocata più in alto può ora essere idealmente collegata all’altare grazie alla nuova pala. Illuminando i particolari con diversi spot si è ottenuto un luogo che attira i fedeli e i visitatori a incontrare santa Teresa, a pregarla e ad affidarsi a Dio attraverso di lei con la preghiera del V centenario che è a disposizione insieme al più noto Nada te turbe.
Il 28 marzo 2015, giorno centenario della nascita della Santa, è stata l’occasione per esporre alcuni pannelli che dopo una breve presentazione biografica offrono un percorso di riflessione sull’iconografia teresiana proposta da questa “cappella”. Perché Teresa è diventata “scrittrice” e che coscienza ha di questo suo compito (Libro della Vita, prologo)? Perché la statua di santa Teresa “scrittrice” tiene in una mano una piuma che si trasforma in una freccia dalla punta infuocata e nell’altra mano un libro sulla cui copertina c’è un cuore infiammato, mentre il suo sguardo è rivolto al cielo? I suoi scritti non sono forse ancora infuocati dall’amore divino, tanto che lo stesso E. Cioran, scrittore ateo e nichilista, ha potuto scrivere che «l’ardore in lei non smise di crescereal punto che il fuoco della sua anima nonsi è mai spento, se ancor oggi ci riscalda» (Lacrime e santi)?
Si può trovare certo risposta a queste domande nel racconto (Libro della Vita, 29,13) che Teresa fa della grazia mistica della Trasverberazione che ha ricevuto, rappresentata nel quadro sopra indicato, e anche nell’interpretazione che fornisce san Giovanni della Croce nella Fiamma d’amor viva (2,9-12). Tuttavia notiamo anche che nel quadro la Trasverberazione di Teresa ad opera di un angelo (un serafino o un cherubino) è circondata da una moltitudine di piccoli angeli che gettano fiori, i quali cadono a terra. Sul pavimento insieme ai fiori si vedono anche alcune mele. Il cartiglio in basso al quadro «fulcite me floribus, stipate me malis, quia amore langueo», «sostenetemi con i fiori, fortificatemi con le mele, poiché sono ferita d’amore», rivela l’origine di questa coreografia scenica, cioè un versetto del Cantico dei cantici (2,5), commentato da Teresa alla fine dei suoi Pensieri sull’amore di Dio (7,1-8).
Infine, sul paliotto dell’altare si trova la scritta “Dieu seul suffit”, che rimanda al noto testo teresiano del Nada te turbe: «colui che ha Dio non manca di nulla, solo Dio basta». Da queste parole può sgorgare la preghiera.
Attraverso i pannelli che spiegano l’iconografia teresiana e che riportano i testi della Santa, abbiamo offerto ai fedeli e visitatori della nostra chiesa un percorso di riscoperta della comunione con Dio, come Teresa l’ha vissuta, e come ciascuno è chiamata a viverla sia nella preghiera che nell’esistenza quotidiana. Vedere, interpretare, leggere, comprendere, meditare, pregare: ecco i passi compiuti lasciandoci attirare da Dio.